STIPENDI ROMA FUMATA BIANCA
Il club risparmia 9,5 milioni, Dzeko rinuncia a 500 mila euro Fienga parla in video ai calciatori, che con i loro quattro rappresentanti recepiscono la richiesta: l’ipotesi è il taglio dell’80 per cento di marzo
Trattativa avviatissima, siamo alle chat finali. La Roma si prepara ad annunciare l’accordo sui tagli di stipendi, di cui hanno deciso di farsi carico tanto i calciatori, quanto l’allenatore Fonseca e i dirigenti. Restano esclusi dal discorso, come ha chiarito Guido Fienga in un video inviato a tutti i tesserati, i giocatori della Primavera e il terzo portiere Fuzato, che ha un ingaggio equiparabile a quello dei giovani più pagati, Riccardi e Bouah: 500.000 euro netti.
DETTAGLI. La società ora sta definendo l’intesa con la rappresentanza sindacale del gruppo, composta dai quattro leader Dzeko, Kolarov, Pellegrini e Fazio. La proposta iniziale del club prevedeva la rinuncia totale alla mensilità di marzo, in linea con la scelta concordata alla Juventus, per poi discutere ulteriori decurtazioni a seconda dell’evoluzione della pandemia e quindi della ripresa dell’attività. I giocatori hanno risposto dicendosi disponibili a tagliare fino al 60 per cento di marzo, oltre a supportare se necessario il personale non tesserato costretto a non lavorare dal virus. Alla fine le parti si dovrebbero trovare più o meno a metà, sul 75-80 per cento, anche se ogni decisione verrà ratificata e ufficializzata soltanto quando sarà stato reso noto il nuovo calendario. E’ evidente che se la stagione calcistica non riprendesse affatto, l’accordo andrebbe ridiscusso coinvolgendo anche i mesi di aprile, maggio e giugno.
RINUNCIA. In questo modo la Roma conta di tamponare l’emorragia di ricavi del secondo semestre del bilancio, dopo l’insidioso -87 milioni già approvato al 31 dicembre. Facciamo un po’ di conti: considerando che il monte ingaggi dei soggetti coinvolti (calciatori, dirigenti, allenatore) si attesta intorno ai 145 milioni lordi annui, il club risparmierà circa 9,5 milioni alla voce costi. Non sono pochi soldi, anche dal punto di vista di chi volontariamente accetta di condividere questo percorso: un campione come Dzeko, che grazie al contratto firmato nello scorso agosto guadagna 7,5 milioni netti a stagione, lascia sul tavolo circa 500.000 euro. Immaginate il valore: un’auto di extralusso con il motore assordante o un appartamento con due camere da letto e un bel terrazzo in una zona di pregio. A proposito, tanti auguri a Dzeko: ieri la moglie Amra ha annunciato di essere in attesa del terzo figlio.
RESPONSABILITA’. Seguendo questa strada, i calciatori hanno responsabilmente riconosciuto le difficoltà del sistema. Nel sostenere la loro azienda, garantiscono un futuro anche a se stessi perché un club come la Roma, aspettando che la trattativa tra Pallotta e Friedkin riprenda vigore, non può sopportare la crisi senza interventi sostanziali sul monte salari. Al resto, anche se un autorevole candidato alla presidenza Aic come Tardelli pensa il contrario, dovrà contribuire il governo con l’allentamento del regime fiscale. «Non è un tema facile - ha spiegato il direttore commerciale Francesco Calvo -, stiamo cercando una sincronizzazione con calciatori e Lega. Non sappiamo se il campionato ripartirà e questo dubbio impatta sulle entrate del club».
PARTITI. Intanto, nei prossimi giorni i tesserati della Roma riceveranno il bonifico per gli stipendi di febbraio. Occorre precisare che non c’è alcun ritardo nei pagamenti. E’ prassi ormai consolidata, negli uffici amministrativi dell’Eur, di saldare i calciatori a 45 giorni, nel pieno rispetto dei regolamenti federali che impongono penalizzazioni di 2 punti a chi non azzera in tempo i propri debiti con i tesserati.
PROIEZIONI. Aspettando di tornare al lavoro, con accorgimenti speciali che limitino i rischi, la Roma ha deciso di non andare in ritiro nelle tre-quattro settimane che serviranno a rilanciare la preparazione atletica. La squadra resterà anzi a Trigoria proprio per evitare spostamenti che favorirebbero possibili contagi.
Nell’intesa sono compresi Fonseca e i dirigenti, non i giovani del vivaio