ORA DYBALA CHIEDE DI PIÙ
Venerdì il calcio torna anche in Italia: si parte con una delle sfide classiche della serie A Un’intervista della Joya alla Cnn fa rumore «Tutti hanno già rinnovato: io aspetto l’offerta Juve Giocare con Messi nel Barça? Chi non lo vorrebbe»
Il rinnovo in divenire, l’attrazione per il Barcellona, le turbolenze del mercato della scorsa estate, la lotta al razzismo. Paulo Dybala spazia a tutto campo nell’intervista esclusiva concessa alla Cnn e i suoi concetti non sono banali. Una punzecchiatura alla Juve sul contratto («Altri hanno rinnovato…»), un occhiolino a Messi («A chi non piacerebbe giocare lì…») che spaventano un po’ i tifosi anche se non c’è alcun terremoto all’orizzonte. «Sono felice di essere alla Juventus, adoro quest’ambiente che mi dà tanto affetto - racconta -. Ho grande stima del club, un buonissimo rapporto col presidente e potremmo rinnovare il contratto che scade tra un anno e mezzo ma ovviamente dipende anche dalla Juventus. Per ora non c’è nulla sul prolungamento e capisco che non sia facile per il club, visto anche quanto accaduto con il coronavirus. Ma altri calciatori hanno rinnovato… Aspettiamo e vediamo».
PERCORSO. Lo scoppio della pandemia, lo stop alla stagione e il lockdown che ha coinvolto tutto il mondo hanno frenato il decollo della trattativa tra il club bianconero e i suoi rappresentanti per il prolungamento del matrimonio che scadrà nel 2022. E queste parole sembrano ricalcare il classico tira e molla tra le parti che riguarda le trattative. La Joya, intanto, rimanda il pallone nella metà campo della società ma non dovrebbero esserci effetti negativi. La volontà comune, infatti, è quella di andare avanti insieme e la ripresa dei colloqui è attesa a breve. Paulo si vede soltanto bianconero in futuro; la Juve appare intenzionata a puntare ancora su di lui. Il nuovo orizzonte è il 2024: si lavora quindi su un prolungamento biennale (o magari di un anno in più) e, come dice Dybala, si attendono sviluppi. L’argentino non vuole replicare la scorsa estate, quando era stato messo sul mercato. «Il club non voleva che continuassi a giocare qui, c'erano alcune società interessate a me, tra queste il Manchester United e il Tottenham, poi è apparso anche Paris Saint Germain - ricorda -. Non ho parlato direttamente con nessuno di loro, ma ci sono state conversazioni con i club. Tuttavia, la mia intenzione era di rimanere. Non avevo disputato una buona stagione e anche gli ultimi sei mesi non erano stati positivi e non volevo andarmene con quell’immagine. Così ho comunicato che la mia intenzione era quella di restare, lavorare per crescere e dare il massimo qui. Ovviamente non è stato facile perché le intenzioni della Juventus erano diverse. Con Sarri sono cresciuto molto, la squadra ha iniziato a giocare a calcio molto meglio e finora ho disputato una grande stagione». Il Barcellona, insomma, è destinato a rimanere sullo sfondo, anche se l’attrazione c’è. A Paulo viene chiesto di Messi e della possibilità di giocare con lui non solo in Nazionale ma anche nel club e Dybala strizza l’occhio: «Il Barça è un club straordinario. Sarebbe bello giocarci, ma anche la Juventus è piena di storia e di grandi campioni. E, con gente del calibro di Buffon e Ronaldo, i fuoriclasse non mancano di certo».
RAZZISMO. L’uccisione di George Floyd che sta infiammando gli Stati Uniti ha riportato alla ribalta la questione razzismo. Tanti calciatori in Bundesliga, a partire da Thuram e Sancho, hanno preso posizione e anche Paulo non è insensibile al problema. «Ho vissuto varie situazioni di razzismo negli stadi, credo che le punizioni debbano essere più severe - rileva -. Se la Federazione decide di non fare nulla, i giocatori devono essere i primi a reagire. Certe volte è difficile mettersi nei panni di qualcuno che ha sofferto episodi di razzismo, quando poi tu non l'hai mai vissuto. Per fortuna, la mia famiglia mi ha educato in maniera diversa e riesco a rispettare le persone per quello che sono, per il loro modo di pensare e non per come sono vestiti, da dove vengono o il colore della pelle».