Sterling: Il razzismo è come un virus
Raheem Sterling si unisce alla campagna di “Black Lives Matter” concedendo una lunga intervista a Newsnight, programma di politica di punta della BBC. L'attaccante del Manchester City sottolinea come le proteste partite negli Stati Uniti dopo la morte - causata dalla polizia - di un cittadino di colore, George Floyd e proseguite anche in Europa rappresentano temi che vanno oltre le forze dell’ordine ma chiamano in causa razzismo e pregiudizi a ogni livello. «Le dimostrazioni in piazza sono importanti e un punto di partenza per far sentire la propria voce - afferma - Ma non basta protestare per fare cambiare le cose. Bisogna mettere in risalto le cose che devono cambiare e poi cambiarle.
Abbiamo tutti parlato tanto, è ora di agire». Sterling ha sottolineato come il razzismo sia «una malattia grave quanto il coronavirus» e, a differenza, del Covid-19, circola da secoli. «Chi è in piazza a protestare pacificamente sta cercando una soluzione alla malattia del razzismo, così come ha cercato una soluzione alla pandemia restando in casa e rispettando le normative sul lockdown - ha spiegato - Non vedo grande differenza, si vuole affrontare un problema che affligge tante persone. Poi aggiunge «se mi sento esposto nel prendere queste posizioni da calciatore? Onestamente no, io non parlo da calciatore, quello è il mio mestiere, io parlo in base a ciò che penso sia giusto. E in questo momento credo sia giusto e corretto far notare quanto certe comunità abbian incassato in tutti questi anni. E quanto sia importante agire dopo tante chiacchiere». Sterling ha anche parlato di calcio e del fatto che certe opportunità vengono negate a ex-calciatori di colore che vogliono intraprendere la carriera di allenatore. «Cito quattro fuoriclasse del passato: Steven Gerrard, Frank Lampard, Sol Campbell ed Ashley Cole - afferma - Quattro campionissimi che hanno vinto tantissimo, tutti con i requisiti a livello di patentino, tutti con lunghe carriere anche in nazionale. Bene, di questi quattro, i due che non hanno avuto le giuste opportunità per dimostrare quanto valgono sono i due giocatori di colore». Attualmente Lampard allena il Chelsea, Gerrard i Glasgow Rangers, mentre Campbell ha avuto due esperienza in League 2 con Macclesfield e Southend (nel quarto livello del calcio inglese) mentre Cole si occupa dell'Under 15 del Chelsea. «Ci sono circa 500 giocatori in Premier League e più di un terzo sono di colore - afferma - Ma vi sono pochissimi nelle gerarchie che contano, negli staff tecnici, tra i dirigenti di club. È chiaro che poi non ti senti a tuo agio da persona di colore. Queste cose devono cambiare anche nel calcio.