Rimini insorge e ne ha per tutti
IL PATRON GRASSI SE NE VA, IL SINDACO CONTRO IL MINISTRO
Va su tutte le furie il Picerno, costretto ai playout, ma a Rimini (retrocesso) riprendersi dallo choc e dare battaglia legale ora è la priorità. La rivolta attraversa la città dopo la retrocessione in Serie D per aver vinto una partita in meno rispetto al Fano a parità di punti in classifica, gol fatti e subiti. Giorgio Grassi ha annunciato l'addio ma al contempo ha dato mandato all'avvocato Cesare Di Cintio di tutelare il club: «Non sono più il presidente - ha detto - la decisione è irrevocabile. Si è consumata una delle più grandi ingiustizie della storia del calcio. Mi dispiace per i ragazzi che sono tornati in città per giocarsela, per svolgere il proprio lavoro e non lo potranno fare. Faremo immediato ricorso al Collegio di Garanzia del Coni ed eventualmente andremo al Tar».
ISTITUZIONI IN CAMPO. La piazza si sfoga pure sui social. Il sindaco Andrea Gnassi c'è andato giù pesante col Consiglio Federale e il ministro Spadafora: «Vergognatevi, ci vedremo in tribunale. Il Comune verifica azioni legali a tutela del rispetto delle regole e per denunciare il danno sociale, economico e morale. Avete offeso Rimini e i valori dello sport che sono stati calpestati senza alcun pudore. Hanno vinto i giochi di potere e gli interessi commerciali, chi ha voglia di credere che si vince o si perde sul campo? Ogni discorso che farete e ogni vostra azione sui valori sarà solo ipocrisia: Rimini ve lo ricorderà sempre».
IDEA PAESANI. Si fa avanti il 44enne Lucio Paesani, imprenditore riminese e presidente di Assointrattenimento Romagna, con un post su Facebook dal titolo “Rimini Calcio dovere morale! Serie C o Serie D saremo sempre qui!”. Pasini apre alla prospettiva che «attorno a Grassi si può creare un gruppo di amici. Se lui abbandonasse, sarebbe una sconfitta della comunità avendo una società che dopo quattro anni presenta bilanci puliti. Firmiamo pubblicamente un contratto, che sia C oppure D. Chiederei a Grassi di non mollare; a un gruppo di amici, imprenditori e volenterosi che cercherò di aggregare di crederci; il logo Riviera di Rimini sulle maglie; la scuola calcio gratuita per i più piccoli; al Comune lo stadio in concessione per trent'anni alla società, l'affidamento della Gaiofana, il trasferimento dell’atletica e della Polisportiva Libertas in altro luogo, il riposizionamento delle curve dietro le porte».
GOZZANO - Trattasi a tutti gli effetti di una batosta e non c’è forse termine migliore da utilizzare. Già, perché il Collegio Federale ha condannato il Gozzano alla retrocessione in Serie D. Una decisione che non va proprio giù alla società piemontese, intenzionata a presentare immediato ricorso. In una nota diramata da parte del club, si legge che la scelta della Federazione ha ucciso calcisticamente il club, andando contro quelle che erano le indicazioni della UEFA, ovvero disputare playoff e playout. Non manca poi un accenno al presidente Gravina, accusato di aver fatto dietrofront, dal momento che tale decisione è da considerarsi come una delle pagine più brutte della storia del calcio italiano.