3-7-12-13-35: la cinquina di Hamilton che può intaccare il mito di Schumacher
Nella stagione che si avvicina, Lewis potrebbe eguagliare o battere diversi primati del tedesco
Sei titoli mondiali nell’arco di dodici anni e non dimostrarli. Lewis Hamilton sembra avere un grande futuro davanti a sé, eppure ha già 35 anni, che in Formula 1 non sono propriamente un’età verde. Ha percorso una strada lunga e nell’ultimo periodo - quello della sua carriera in Mercedes, cominciata nel 2013 - questa è stata lastricata di successi.
La consacrazione definitiva in grado di farlo diventare il pilota più vincente di sempre potrebbe arrivare in questa tormentata stagione 2020. Lewis correrà con la chiara finalità di conquistare il settimo titolo iridato, eguagliando così il settebello di Michael Schumacher. Non si tratta di un’impresa di facile realizzazione: infatti, come è accaduto a ogni campione, più le stagioni passano e più si deve dare fondo a tutte le energie disponibili per mantenere alte le prestazioni e le motivazioni.
LONGEVITÀ. La Formula 1 non sembra sorridere ai piloti di 35 anni: l’ultima volta che un pilota di quest’età ha conquistato il titolo iridato risale a 16 anni fa, stagione 2004, quando Schumacher si aggiudicò con la Ferrari il suo settimo e ultimo alloro.
E nella Formula 1 moderna solo altri tre piloti sono diventati campioni del mondo a 35 anni o più: ce l’hanno fatta Nigel Mansell nel 1992 (39 anni), Alain Prost siglando il suo quarto titolo nel 1993 (38) e Damon Hill nel 1996 (36). Ma c’è un altro profilo non irrilevante della longevità agonistica di Hamilton: Lewis proverà a conquistare il settimo titolo 13 anni dopo la stagione del debutto, avvenuto nel 2007. Soltanto Niki Lauda e lo stesso Schumi sono stati capaci di un’impresa simile, mentre nessun pilota si è fregiato dell’alloro iridato 12 anni dopo la conquista del primo titolo, vinto da Lewis nel 2008.
Se ci riuscisse anche quest’anno, diventerebbe l’unico pilota della storia della Formula 1 a essere diventato campione del mondo in tre decenni diversi. Questo elemento più di ogni altro dà l’idea di quanto lo scorrere del tempo non abbia intaccato la brillantezza del fuoriclasse.
Insegue il 7° titolo e dall’era di Schumi nessuno è diventato campione a 35 anni
GIOVANI CAMPIONI. Per Hamilton non si tratta di misurarsi soltanto con sé stesso e con le proprie inalterate doti agonistiche. Il britannico deve anche
i conti con la generazione dei nuovi campioni destinati a spingerlo verso la pensione.
Fra i millennials della Formula 1 spiccano Charles Leclerc con la Ferrari e Max Verstappen con la Red Bull, ma dietro di loro scalpita un’agguerrita pattuglia costituita da Carlos Sainz, Alex Albon, Esteban Ocon, George Russell. In particolare, per Leclerc e Verstappen si tratta anche di vincere una loro personale sfida con la storia: curiosamente, mentre per Hamilton si tratta di dimostrare una longevità eccezionale, loro sono chiamati a una prova di precocità, avendo entrambi nel 2020 l’ultima occasione per diventare il più giovane campione del mondo di sempre in Formula 1.
Il record di precocità appartiene a Vettel, che lo ha conquistato nel 2010 con la Red Bull all’età di 23 anni e 134 giorni. In questo scenario il futuro sembra complicarsi per Sebastian, contro il quale il destino pare accanirsi: infatti, al danno di una stagione da separato in casa, come quella che si accinge ad affrontare, si unisce la beffa di assistere agli attacchi al proprio record, portati dal suo irriverente e ambizioso compagno di squadra. Davvero un epilogo in tono minore per il tedesco, che negli ultimi dieci anni è stato sempre protagonista della lotta per il titolo iridato. Sulle piste della Formula 1 il destino si diverte a dipingere strane traiettorie.
Può vincere in tre decadi diverse, a 13 anni dall’esordio e a 12 dal trionfo n.1