Caso Dal Pino: Zhang jr vuole patteggiare
Il numero uno del club nerazzurro dovrebbe cavarsela solo con una multa Il presidente della Lega di Serie A era stato accusato di essere un clown per aver espresso contrarietà alle porte chiuse in occasione della gara Juve-Inter
Alla vigilia di Juve-Inter, il n.1 nerazzurro aveva attaccato la Lega definendo “pagliaccio” il suo presidente: ora ritratta
Steven Zhang fa un passo indietro e tende la mano a Paolo Dal Pino dopo averlo paragonato a un pagliaccio. La questione è nota: il giovane presidente dell’Inter, lo scorso 2 marzo, si scagliò con ferocia verbale contro il numero uno della Lega Serie A, accusandolo tramite il suo profilo Instagram di essere «il più grande clown che abbia mai visto». La procura federale aprì un fascicolo dopo l'esposto inviato da Dal Pino, ma il procedimento sembra possa concludersi a breve con il patteggiamento e con l’ammissione di responsabilità da parte di Zhang che, in una memoria difensiva, ha riconosciuto di aver esagerato con le parole. Non ci sarà quindi alcun deferimento, né un dibattimento in aula. Zhang dovrebbe cavarsela con una multa salata o poco più. La storia che alimentò dopo anni il fuoco delle polemiche del derby d'Italia finisce qui.
L'ATTACCO. Era il 2 marzo e mentre la Serie A elaborava con fatica, e in mezzo ai litigi continui tra società, un calendario per salvare il campionato - poi bloccato dalla pandemia - arrivò in tarda serata il durissimo sfogo dell’interista. Una vera e propria bordata, inaspettata e tutt'altro che "istituzionale". Il motivo? Il “no” di Dal Pino al derby d’Italia Juve-Inter a porte chiuse, come invece chiedevano (e ottennero solo in un secondo momento) i nerazzurri. «E tu parli di sportività, di campionato regolare scrisse l’imprenditore sui social - Cosa dici sul fatto che non proteggiamo i nostri giocatori e allenatori e chiedi loro di giocare 24 ore al giorno e 7 giorni su 7. Sto parlando a te, il nostro presidente di Lega, vergognati. È ora di alzarsi e prenderti le tue responsabilità. Così dobbiamo fare nel 2020. Vale per tutti nel mondo, non importa se siete tifosi dell’Inter o della Juventus o non tifiate per nessuno. Per favore, state attenti alla vostra salute! È la cosa più importante per voi, per la vostra famiglia e per la nostra società».
PRASSI. Qualche giorno dopo Zhang definì quelle parole «leggere e non abbastanza forti», aggravando una posizione che, però, il successivo dietrofront ha in qualche modo attenuato. Nelle prossime ore la procura federale comunicherà l’esito dell’istruttoria alla procura generale del Coni e, subito dopo, il documento arriverà sul tavolo del presidente federale Gabriele Gravina che, firmandolo, scriverà la parola fine. Resta aperta, invece, la querelle tra Dal Pino e Beppe Marotta che nel botta e risposta di inizio marzo sposò ovviamente la linea del suo presidente. La diatriba sicuramente si concluderà in tribunale, uscendo dal ramo sportivo per abbracciare la giustizia ordinaria. Per sottolineare ulteriormente le differenti vedute, l'amministratore delegato del club milanese ieri ha rincarato la dose in un’intervista al Corriere della Sera: «Zhang ci aveva visto lungo - ha dichiarato - La polemica è stata forte, dettata da un sentimento di paura e protezione verso dipendenti e giocatori. Non dimentichiamo che saremmo andati a giocare Juventus-Inter a porte aperte».
Non si placa invece la lite con Marotta: a decidere sarà la giustizia ordinaria