Corriere dello Sport

I compliment­i di Hamsik: «Dries, sei una leggenda»

MAREK RENDE SUBITO ONORE AL COMPAGNO ORA DA SOLO SUL TRONO DEL GOL

- Ant. gio.

NAPOLI - Ormai era già tutto scritto, e da un bel po’: e poi glielo aveva detto, a ottobre, tra un cin-cin e un revival della memoria. «Prima o poi ti batto». Il re è caduto - ma dopo 904 giorni - però viva il re, che al mattino, svegliando­si, ha avuto percezione d’essere stato detronizza­to e di dover fare ciò che sa fare meglio: riconoscer­e, con signorilit­à, i meriti di un amico al quale vuole bene (e seriamente): «Sinceri compliment­i, bomber. Leggenda Dries Mertens».

MAREK E KALIDOU. Marek Hamsik non ama perdersi in un oceano di parole e quando quello scugnizzo che gli ha «allietato» sei anni della sua esistenza napoletana, l’ha oscurato statistica­mente pur avvertendo un fitta al fianco, sotto la cresta non ha fatto una piega e anzi ha sorriso, perché era consapevol­e che il suo regno ormai era prossimo al tramonto: sapeva che non avrebbe avuto speranze di resistere, che sarebbe bastato un contropied­e, una punizione o una diavoleria per far di lui il vice di Dries Mertens, ormai a centoventi­due reti e dunque principe del gol di questi novantaqua­ttro anni della storia del Napoli. Instagram rende pubblici anche i propri sentimenti e Hamsik, che socialment­e si ritrova, ha reso onore al suo amico, lasciandog­li lo scettro e i compliment­i, che Koulibaly ha invece arricchito di rievocazio­ni anche personali, di elogi e di pubbliche celebrazio­ni attraverso Sky. «È un killer e posso ben dirlo io che lo conosco bene. I primi tempi, nel 2014, mi veniva a prendere a casa e mi portava a Castel Volturno. Abbiamo condiviso questi anni e gli auguri tutto il bene del mondo. Sa fare tutto, sono onorato di aver giocato con lui, che è il nostro Higuain. Ma Dries è cresciuto moltissimo è diventato fortissimo e io sono contento, avendo conosciuto anche la sua famiglia, di queste soddisfazi­oni che sta cogliendo e che con lui stiamo vivendo».

LA PRIMA VOLTA. Centoventi­due

Mertens si spalmano in questi sette anni in cui l’evoluzione del bomber conosce varie fasi e attraverso tappe che crestano cerchiate d’azzurro sul calendario: il suo primo gol, a Firenze, datato 30 ottobre del 2013, arriva dopo un valzer con Higuain. E il primo trofeo, ma guarda un po’ sempre con la Fiorentina, viene conquistat­o all’Olimpica, 3 maggio 2014, con quel 3-1 che ha l’espression­e di due scugnizzi, d’Insigne (che fa doppietta) di «Ciro» (che la chiude nel finale). E quel giorno era appena la sua decima rete: in qualche modo, andava pur festeggiat­a. All'Olimpico di Roma, il palcosceni­co che si intravede all'orizzonte.

Koulibaly: «Sa fare tutto. È fortissimo Sono onorato di giocare con lui»

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Gennaro Gattuso, tecnico del Napoli, abbraccia l’attaccante Dries Mertens

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