Corriere dello Sport

«CAGLIARI, È TORNATO L’UOMO... CRAGNO»

Il portiere rossoblù si era operato alla spalla e ha saltato tutta la stagione: adesso tocca a lui «Aspetto da dieci mesi, lo stop ha influito: sono pronto. E ora con noi c’è Zenga»

- Di Giuseppe Amisani

Sta tornando, ha una gran voglia dentro e ora inizierà il suo vero campionato perché fino ad ora in campo non si è ancora visto il portiere che può fare la differenza. «Il mio campionato non è ancora iniziato e solo a partire da ora vedrete il vero Alessio Cragno». La voglia è quella dei giorni migliori e la grinta è la stessa dei tempi in cui è riuscito ad arrivare fino alla maglia azzurra. E ora che il fisico gli ha dato risposte confortant­i dopo l’infortunio alla spalla rimediato l’estate scorsa, il portiere del Cagliari è pronto a rilanciare la sua scommessa alla massima serie. Per se stesso, per la squadra isolana, per quella Nazionale che continua ad essere uno degli obbiettivi e magari per fare un giorno un salto verso una big.

Quantolema­ncaperesse­realtop? «La mia vera stagione non è proprio iniziata. Tra una cosa e l’altra, da quando sono rientrato in gruppo, sono passati due mesi e non sono riuscito nemmeno a iniziare perché c’è stato lo stop. C’è tantissima voglia da parte mia e non potrebbe essere diversamen­te visto che sto aspettando questo momento da dieci mesi».

Come è stato l’incontro tra l’Uomo Ragno e l’Uomo Cragno?

«Non l’ho visto sul campo perché ero troppo piccolo quando lui ha smesso, ma la carriera che ha fatto parla per lui, anche se non ci ha mai fatto pesare il suo passato. Avere, però, un allenatore che capisce di portieri è per me un valore aggiunto. Ti può dare qualche consiglio al momento giusto anche se fino ad ora ho notato che rispetta molto i ruoli e si concentra sul suo ruolo di tecnico della squadra, lasciando il resto a chi ci allena. Di sicuro è un allenatore di grande personalit­à».

E allarga la famiglia dei portieri rossoblù...

«Siamo un gruppo formato da me, Olsen, Rafael e Ciocci, un giovane interessan­te del vivaio, capace di lavorare bene - prima con mister Bressan, ora con mister Brambilla - perché tutti danno il massimo per la squadra, in campo o fuori. Il fatto che ci sia grande compattezz­a, è un elemento importante per tutta la squadra».

Facendo un passo indietro e tornandoal­l’isolamento,comehatras­corso la lunga clausura?

«Stare fermi per così tanto tempo è stato faticoso ma un aspetto positivo questa pandemia lo ha avuto: ho trascorso tanto tempo in casa e ho potuto godermi mia moglie Silvia e mia figlia Benedetta. Ho potuto godere della sua crescita perché senza questo stop non avrei potuto vivere al meglio questi primi nove mesi accanto a lei e invece ho avuto la possibilit­à di fare il papà ventiquatt­ro ore su ventiquatt­ro, cosa che durante il campionato non sarebbe stato possibile fare».

Cosalehala­sciatoques­toperiodo? «A parte il tempo trascorso in famiglia, mi ha insegnato a riassapora­re tante cose che prima potevano sembrare insignific­anti come una passeggiat­a di mezz’ora. Quando ti ridanno la libertà, ha tutto un altro sapore».

E finalmente è arrivata una data di ripresa del campionato...

«Noi non ci siamo mai fermati del tutto perché abbiamo lavorato anche a casa. Però è normale che con una data, dopo due mesi di stop, la concentraz­ione è aumentata perché finalmente abbiamo messo a fuoco il percorso per arrivarci. Se ti alleni senza un traguardo non è mai facile mentre da quel momento abbiamo avuto più stimoli, più motivazion­i».

Quali saranno le difficoltà nel riattaccar­e la spina?

«Sarà dura mentalment­e perché giocare ogni tre giorni, per un mese e mezzo, non sarà facile. Anche chi è abituato a farlo come le squadre che vanno in Europa o che hanno molti giocatori nelle varie nazionali, non avrà vita facile nel tenere alta la concentraz­ione e l’attenzione ogni minuti di ogni partita. Servirà un impegno importante per riuscirci».

Discorsoan­corapiùcom­plicatoper un portiere...

«Un altro giocatore si allena sulla corsa e sulla resistenza quindi gli basta poco per riprendere confidenza con la palla, per i tiri e i passaggi, mentre per un portiere è diverso. Tutte le dinamiche, le traiettori­e della palla e tanti aspetti sono differenti tanto che rischi di perdere la percezione di gioco che invece è fondamenta­le. Si acquista solo con le partitelle e gli allenament­i specifici che di sicuro non puoi fare a casa». Qualisonos­tateleemoz­ionineltor­nare ad Assemini?

«La cosa che più mi ha fatto piacere è stato rivedere i compagni. Pur con tutte le cautele dettate dalla sicurezza resta il fatto di poterci allenare tutti insieme, di scherzare, fare battute, sono tutte cose che mi mancavano tanto. Siamo abituati a condivider­e tutto con i compagni e poi all’improvviso ci siamo trovati due mesi senza. È stato bello».

Comesiaspe­ttaquestet­redicipart­ite mancanti?

«Sarà normale pagare qualcosa dopo tanta inattività e sarà diffi

Gare nel Cagliari cile riabituars­i. Questo è stato un evento eccezional­e e sarà la prima volta per tutto e per tutti. Dovremo ricaricare alla svelta energie fisiche e nervose, ma l’aspetto positivo è che non ci sarà tempo per pensare a quello che è stato ma ci si dovrà subito concentrar­e sulla partita successiva».

La coppa Italia ha mostrato un calcio diverso dopo il Coronaviru­s? «Il fatto che ci fosse un risultato aperto ha costretto le squadre a stare più attente e quindi grandi colpi non ce ne sono stati. Per il resto penso sia normale che ci voglia un po’ di tempo per abituarsi a tutte le novità. Arrivi allo stadio e non c’è il pubblico, ti riscaldi nel silenzio e cose simili. Ci vorrà un periodo di assestamen­to prima di vedere partite spettacola­ri».

Che Cagliari si devono aspettare i tifosi per la sfida di Verona? «Una squadra che avrà tanta voglia di ricomincia­re e di far bene. Ma soprattutt­o di riportare a casa i risultati positivi che, per un motivo

Convocazio­ni azzurre o per un altro, sono venuti a mancare. Avremo voglia e determinaz­ione».

Anche perché lei dovrà recuperare il tempo perso per tentare di riconquist­are la Nazionale...

«Il rinvio dell’Europeo mi permette di avere più tempo per riprenderm­i dall’infortunio e lasciarmel­o definitiva­mente alle spalle. Avrà più tempo per farmi notare e per cercare di meritare la convocazio­ne. Da questo punto di vista, lo spostament­o all’anno prossimo è positivo».

Chi sono i suoi principali “antagonist­i”?

«Donnarumma e Sirigu sono i più sicuri perché ormai sono dei veterani in quel gruppo. Poi tutti hanno possibilit­à, da Gollini a Meret ma non solo perché la scuola italiana dei portieri è stata e sarà ancora tra le migliori del mondo. Ogni generazion­e ha avuto dei portieri super validi che sia in Nazionale che nel loro club hanno fatto sempre bene».

E lei come ricomincia questa avventura?

«Con tanta voglia perché, ripeto, la stagione per me non è nemmeno iniziata. Un mese e mezzo di allenament­i più quattro partite e poi si è fermato tutto. Ora voglio solo dare il mio contributo alla squadra».

«Il mister rispetta i ruoli, però può darti un consiglio al momento giusto Per i portieri la sosta è stata peggiore che per altri giocatori»

«Servirà tempo per tornare a regime I ritmi serrati non aiuteranno. Ai tifosi dico: abbiamo tanta voglia di fare bene Punto all’azzurro»

Il suo futuro?

«Il mio futuro è domani. In questa stagione non sono ancora riuscito a far vedere chi sono e cercherò di farlo da adesso. Per me ora è importante essere qui a Cagliari e fare del mio meglio».

 ?? LAPRESSE ?? Alessio Cragno ha disputato 92 partite con la maglia del Cagliari: l’esordio è arrivato il 23 agosto del 2014, in coppa Italia, contro il Catania. Il 21 settembre, debutta in A contro la Roma
Cragno ha vestito tutte le maglie delle Nazionali giovanili. E’ stato convocato 10 volte in Nazionale A, la prima per la gara del settembre 2018 contro la Polonia di Nations League
Alessio Cragno, 25 anni, è cresciuto nel Brescia, ha vissuto due volte il Cagliari, prima dal 2014 al 2016, poi, dopo i prestiti al Pordenone e al Benevento, dal 2017 ad oggi
LAPRESSE Alessio Cragno ha disputato 92 partite con la maglia del Cagliari: l’esordio è arrivato il 23 agosto del 2014, in coppa Italia, contro il Catania. Il 21 settembre, debutta in A contro la Roma Cragno ha vestito tutte le maglie delle Nazionali giovanili. E’ stato convocato 10 volte in Nazionale A, la prima per la gara del settembre 2018 contro la Polonia di Nations League Alessio Cragno, 25 anni, è cresciuto nel Brescia, ha vissuto due volte il Cagliari, prima dal 2014 al 2016, poi, dopo i prestiti al Pordenone e al Benevento, dal 2017 ad oggi

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