Da Meo a Esposito, quanti coach sono “saltati” in terra sarda!
Sacchetti venne licenziato pochi mesi dopo il triplete. Al suo posto Calvani durò sino a marzo “El Diablo” se ne andò per «ragioni personali»
Sacchetti Vince tutto nel 2014-15. Ma a novembre viene esonerato. Era a Sassari dal 2009. Oggi è alla Fortitudo
Calvani Prende il posto di Sacchetti. Arriva alla Coppa Italia, più tardi decide di dimettersi da coach della Dinamo
Pasquini Prende il posto di Calvani a stagione in corso. Riconfermato nel 2017-18 e sostituto ad aprile da Markovski
Esposito
Arriva nell’estate del 2018. Porta Sassari in Coppa Italia e si dimette prima delle Final 8 per «ragioni personali»
Avolte tutto inizia quando sembra assolutamnte impossibile che accada. Nel caso di Sassari, le porte girevoli per gli allenatori hanno preso a mulinare subito dopo una stagione a dir poco epica, quella del 2014-15. Era la Dinamo di Meo Sacchetti, capace di entrare nella storia vincendo prima la SuperCoppa, poi la Coppa Italia ed infine lo scudetto in finale contro Reggio Emilia.
Perché già il giorno dopo la conquista del tricolore si scapisce da alcune frasi del tecnico che qualcosa non sta andando per il verso giusto nei rapporti con Stefano Sardara, geniale presidente capace di trasformare la sua squadra in un simbolo di tutta la Sardegna. Il rapporto tra i due sembra doversi interrompere, invece va avanti a fatica, come quando due amanti sanno che la fiamma della passione si è spenta, ma non vogliono ammetterlo.
Infatti il 21 novembre, complici anche i risultati non in linea con quanto ci si aspetta dai campioni d’Italia, Meo viene esonerato, lasciando ammutoliti i tifosi che lo vedevano, e continuano e vederlo, come una sorta di Messia.
CALVANI. Al suo posto arriva Marco Calvani, protagonista due anni prima di una clamorosa cavalcata che aveva portato la Virtus Roma a giocarsi lo scudetto con la schiacciasassi Siena. Un tecnico preparato, rigoroso, molto severo, caratteristiche alle quali né la squadra né l’ambiente erano abituati dopo tanti anni di gestione “sacchettiana”, i cui metodi erano più improntati ad una conduzione aperta e libera del gruppo. L’ingresso in Coppa Italia non nasconde né i problemi della formazione né i negativi risultati in Eurolega e campionato. Morale: Calvani alza le braccia e il 6 marzo 2016 si dimette, capendo di combattere non solo contro gli avversari, ma anche con il fantasma di Meo e con qualche giocatore a cui non era propriamente simpatico.
PASQUINI. Il presidente Sardara si affida allora a Federico Pasquini, il g.m. con un passato di allenatore che grazie alle indovinate scelte di mercato aveva portato Sassari nell’Olimpo del basket italiano. Pasquini raggiunge i quarti di finale, poi viene eliminato da Reggio Emilia in cerca di vendetta per il ko dell’anno prima. Viene riconfermato, salvo poi, con i risultati che stavano degenerando, essere sostituito al aprile del 2018 dalla vecchia conoscenza Zare Markovski nelle vesti di mero traghettatore.
EL DIABLO. Per il 2018-19 Sardara, continuando a confidare sulle qualità di g.m. di Pasquini, chiama come nuovo coach una leggenda della nostra pallacanestro,
Enzo Esposito, l’indimenticato El Diablo quando giocava, diventato ottimo allenatore con una visione del basket diversa da quella di tanti colleghi. Sassari fa fatica all’inizio, ma in seguito inizia a vincere e approda in Coppa Italia. Dove però lui non si presenta, avendo rassegnato le dimissioni l’11 fabbraio per “ragioni personali”. Esposito non l’ha mai detto, eppure pare che la vera ragione fosse il rapporto con Sardara, tutt’altro che decollato. Il presidente deve guardarsi un’altra volta attorno, e stavolta chiama il suo vecchi amico Pozzecco, che in 15 mesi compie una serie di miracoli: vince la FIBA Europe Cup e la Supercoppa italiana, e arriva in finale scudetto, dove viene battuto da Venezia.
I tifosi sardi hanno un nuovo idolo, perché il Poz non è più prigioniero del suo personaggio da giocatore, ora è solo un ottimo coach. E l’ultimo a dover lasciare Sassari.
Non ha funzionato neppure Pasquini (ottimo g.m.). E ora è toccato al Poz...