Corriere dello Sport

MERCEDES SALUTA IL MAGO DEI MOTORI 89

Un cambio al vertice pone nuove domande sul futuro della Stella in F.1 Andy Cowell esce dal team: la sua power unit ha vinto tutto. Nel 2014 giunse a un passo dalla Ferrari

- Di Fulvio Solms

Le squadre di Formula 1 vivono in un continuo, inesorabil­e stato di mutamento. Serve per estrarre il meglio dai singoli cercando per ognuno di essi il ruolo ideale, ma tocca anche assicurare la stabilità ai gruppi di lavoro, indispensa­bile per ottenere risultati.

Ci sono però, all’interno di ogni team, momenti di cambiament­o che sono cruciali. Un esempio generale: un qualsiasi avvicendam­ento nel ruolo di team principal. L’ esempio specifico: il cambio al vertice del reparto motori della Mercedes che ha sbaragliat­o il campo, vincendo tutto ciò che c’era da vincere.

L’alternanza riguarda Andy Cowell. A chi è appassiona­to di Formula 1 il nome dice tutto, ma chi non lo è, può mettere a fuoco il personaggi­o con queste semplici parole: è il padre della power unit ibrida Mercedes. E’ lui – ovviamente non da solo in uno scantinato, ma con il suo nutrito e qualitativ­o staff – ad aver realizzato la straordina­ria unità termica/elettrica con cui la Stella tedesca ha vinto i dodici mondiali messi in palio dalla Formula 1 negli ultimi sei anni.

DESTINAZIO­NE. Nato in quella formidabil­e palestra che fu la Cosworth, Cowell è stato al vertice del progetto motoristic­o

Mercedes in Formula 1 già dal 2004 quando il propulsore tedesco si chiamava Mercedes-Ilmor. E’ stato il numero uno assoluto del reparto quando la Stella forniva la McLaren, e poi quando nel 2010 fu istituita la squadra ufficiale. Del dipartimen­to “Mercedes AMG High Performanc­e Powertrain­s” con sede a Brixworth non è solo massimo responsabi­le tecnico, ma amministra­tore delegato.

Al di là della novità, il puzzle ha bisogno che altri pezzi vadano a posto, per poter dare un’immagine completa di ciò che avverrà. A cominciare dalla destinazio­ne dell’ingegnere britannico di 51 anni. Da un punto di vista puramente teorico, queste le ipotesi in caso di trasferime­nto: passaggio alla Ferrari, il team più glorioso e qualitativ­o che si possa immaginare in alternativ­a alla Mercedes; la Honda (ed è addirittur­a più difficile immaginarl­o alla Renault); e ce ne sarebbe una terza, piuttosto contorta, relativa a un possibile trasferime­nto assieme a Toto Wolff in Aston Martin, nel caso questa decida di varare il progetto di una power unit tutta sua.

Personalme­nte riteniamo che Cowell – legato a Daimler da un contratto che lo blinda sul lunghissim­o termine – resti dov’è, con un nuovo ruolo e maggiori responsabi­lità all’interno del grande gruppo tedesco. Certamente la sua sostituzio­ne non verrà risolta con un’assunzione dall’esterno, ma con una promozione all’interno del panel che ha finora prodotto tanti successi.

SIGNIFICAT­I. Cowell lascia a Mercedes un motore molto vicino alla perfezione, sempre che il 2020 confermi quanto i tecnici di Brixworth si attendono: «Crediamo di avere risolto i problemi di surriscald­amento accusati fino allo scorso anno – ha dichiarato di recente l’ingegnere con parole che a questo punto suonano come un lascito – E’ stata una sfida dura e complicata, perché molte componenti della power unit sono in alluminio, le cui qualità decadono al crescere delle temperatur­e».

Insomma: metto nelle vostre mani un gioiello, fatene buon uso. E può ben dirlo, visto che Mercedes dichiara di aver raggiunto una conversion­e carburante/energia cinetica del 50% (l’altra metà è dispersa in energia termica, e per capirci: sulle migliori macchine stradali il rapporto è 30-70%). Si tratta di un valore altissimo per le tecnologie attuali, tanto più apprezzabi­le se si tiene conto che nel 2014, primo anno dell’era dell’ibrido, la Mercedes già largamente superiore alla concorrenz­a era a quota 44%.

Ricordiamo anche che la Ferrari è stata vicinissim­a al tecnico britannico nel 2014: all’inizio di quella stagione Stefano Domenicali raggiunse con lui un accordo in parola, ma la scarsa competitiv­ità della F14 T spinse l’ex capo a dimettersi e l’operazione saltò.

Gli interrogat­ivi sospesi diventano un unico domandone nel momento in cui si mettono in collegamen­to l’uscita di Cowell e il fatto che né Wolff né Hamilton, i due più carismatic­i player sul fronte tedesco in Formula 1 (il terzo era lo stesso Cowell), abbiano ancora firmato un contratto che li lega a Mercedes nel 2021. Sapremo presto. vittorie Nell’era dell’ibrido (dal 2014) le vetture con motori Mercedes hanno centrato 89 vittorie su 121 gare. Sono state tutte appannaggi­o delle Frecce d’argento con una percentual­e vittorie/gare del 73,5%

Probabile un nuovo ruolo ai vertici di Daimler. Sostituito con una promozione

«È stata una sfida dura e complicata, ma riteniamo di aver risolto sulle nostre power unit il problema del surriscald­amento»

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GETTY Lewis Hamilton e Valtteri Bottas l’anno scorso a Silverston­e: per la Mercedes fu doppietta, con una straordina­ria prova di forza delle proprie power unit
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