IL PASTICCIO QUARANTENA
Il Comitato Tecnico Scientifico aveva dato parere favorevole ad alleggerire la “clausura” nel caso un giocatore fosse risultato positivo Dopo l’ok (a voce) del Cts, Spadafora ha gelato tutti: «Emendamento o DL, difficile però prima del 20»
Il "nodo" della quarantena non è ancora stato sciolto. Dopo che venerdì il Cts aveva dato alla Figc l'ok verbale alla proposta di Gravina (ovvero isolamento solo del positivo; il resto della squadra in ritiro per 2 settimane, ma con la possibilità di andare a giocare per tutti i negativi a un test rapido fatto la mattina prima del match), ieri il Comitato tecnico scientifico del governo ha fatto notare che la norma, pur valida da un punto di vista medico, va in contrasto con l'articolo 1, comma 6 e 7, del decreto legge numero 33 dello scorso 16 maggio. Per arrivare a una soluzione definitiva servirà un intervento legislativo da parte dell'esecutivo. A "Porta a Porta" Spadafora ha detto che questo intervento ci sarà, ma probabilmente non arriverà entro sabato. Il campionato di A inizierà dunque senza la "quarantena soft" (con tutti i rischi che ne conseguono) e il Venezia, che ha un positivo, al 99% non potrà tornare in campo in Serie B (niente sfida con il Pordenone). I rapporti tra la Figc e Spadafora
sono tornati tesi, ma, prima del chiarimento telefonico serale, qualche incomprensione c’è stata anche tra il ministro dello sport e il collega Speranza, titolare del dicastero della salute.
COSA SUCCEDE. Spadafora da Vespa ha spiegato: «Il Cts ha detto sì alle modifiche del protocollo dal punto di vista scientifico, ma ora bisogna cambiare la norma dei 14 giorni. O si fa un emendamento oppure si interviene nel prossimo decreto legge (c’è anche l’opzione dell’ordinanza ministeriale, ndr). Cercheremo di fare il prima possibile, ma non credo riusciremo prima del 20 giugno. Ne parlerò con il presidente del consiglio e con Speranza: abbiamo bisogno di un provvedimento che vada a modificare il decreto. Come tempi è più facile agganciarci al nuovo DL». L'interpretazione di Spadafora si basa sul quanto scritto nel documento del Cts che pubblichiamo in seguito («Premessa la corrente non compatibilità della proposta della Figc con il Decreto legge n. 33»), mentre il ministro della Salute Speranza ha dato il suo via libera perché secondo lui la nuova norma non supera quella sulla quarantena valida per gli italiani. Il serata il chiarimento tra i due e l’intesa: «Bisogna modificare in tempi brevi la norma del decreto legge». La questione è "sottile": da una parte c'è l’articolo 1 dell'ordinanza del ministero della salute del 21 febbraio, ripresa dal DL n. 33, che parla di «quarantena per 14 giorni» (dunque zero contatti con l'esterno); dall'altra, nella norma adattata per il calcio, l'isolamento del gruppo squadra di 2 settimane è garantito, ma si può uscire per giocare.
CONSIGLIO DEI MINISTRI. Se il documento del Cts fosse uscito venerdì, quando è trapelata la notizia del via libera alla "quarantena soft", la vicenda sarebbe stata risolta nel decreto legge emanato lunedì. La Federcalcio, che ieri in un comunicato ha ringraziato il Cts e Speranza per «la professionalità, la sensibilità e la disponibilità dimostrate» nel variare il protocollo (neppure una parola per Spadafora...), ha scritto alla Presidenza del Consiglio dei ministri per avere un'interpretazione che risolva la vicenda: serve un intervento normativo come ha chiesto il ministro dello sport o è già tutto a posto come sostiene Speranza? Gravina, ospite a "Porta a Porta", ha evitato le polemiche: «Il Cts ha dato parere favorevole alla modifica. Di fronte a tutti tamponi negativi, non vediamo una violazione del comma 7 (del DL n.33, ndr). Auspichiamo che tutto sia risolto in tempi rapidi: quello della quarantena non è un problema che blocca la ripartenza, ma resta un problema».
DOCUMENTO. Il Cts ha ribadito «che qualora un solo membro della squadra risulti positivo, tutti gli altri componenti del gruppo dovranno essere oggetto delle misure che valgono per ogni persona residente nel Paese (...). Premessa la corrente non compatibilità della proposta con il DL n. 33 attualmente in vigore, il Cts (anche alla luce di quanto adottato in altri Paesi europei) considera ricevibile dal punto di vista squisitamente medico scientifico la proposta di effettuare test per la ricerca dell'RNA virale il giorno della successiva gara per il gruppo squadra così da avere i risultati dell'ultimo tampone entro 4 ore e consentire la disputa della gara solo ai soggetti risultati negativi. Al termine della gara deve riprendere il periodo di isolamento».