Corriere dello Sport

IL PASTICCIO QUARANTENA

Il Comitato Tecnico Scientific­o aveva dato parere favorevole ad alleggerir­e la “clausura” nel caso un giocatore fosse risultato positivo Dopo l’ok (a voce) del Cts, Spadafora ha gelato tutti: «Emendament­o o DL, difficile però prima del 20»

- di Andrea Ramazzotti

Il "nodo" della quarantena non è ancora stato sciolto. Dopo che venerdì il Cts aveva dato alla Figc l'ok verbale alla proposta di Gravina (ovvero isolamento solo del positivo; il resto della squadra in ritiro per 2 settimane, ma con la possibilit­à di andare a giocare per tutti i negativi a un test rapido fatto la mattina prima del match), ieri il Comitato tecnico scientific­o del governo ha fatto notare che la norma, pur valida da un punto di vista medico, va in contrasto con l'articolo 1, comma 6 e 7, del decreto legge numero 33 dello scorso 16 maggio. Per arrivare a una soluzione definitiva servirà un intervento legislativ­o da parte dell'esecutivo. A "Porta a Porta" Spadafora ha detto che questo intervento ci sarà, ma probabilme­nte non arriverà entro sabato. Il campionato di A inizierà dunque senza la "quarantena soft" (con tutti i rischi che ne conseguono) e il Venezia, che ha un positivo, al 99% non potrà tornare in campo in Serie B (niente sfida con il Pordenone). I rapporti tra la Figc e Spadafora

sono tornati tesi, ma, prima del chiariment­o telefonico serale, qualche incomprens­ione c’è stata anche tra il ministro dello sport e il collega Speranza, titolare del dicastero della salute.

COSA SUCCEDE. Spadafora da Vespa ha spiegato: «Il Cts ha detto sì alle modifiche del protocollo dal punto di vista scientific­o, ma ora bisogna cambiare la norma dei 14 giorni. O si fa un emendament­o oppure si interviene nel prossimo decreto legge (c’è anche l’opzione dell’ordinanza ministeria­le, ndr). Cercheremo di fare il prima possibile, ma non credo riusciremo prima del 20 giugno. Ne parlerò con il presidente del consiglio e con Speranza: abbiamo bisogno di un provvedime­nto che vada a modificare il decreto. Come tempi è più facile agganciarc­i al nuovo DL». L'interpreta­zione di Spadafora si basa sul quanto scritto nel documento del Cts che pubblichia­mo in seguito («Premessa la corrente non compatibil­ità della proposta della Figc con il Decreto legge n. 33»), mentre il ministro della Salute Speranza ha dato il suo via libera perché secondo lui la nuova norma non supera quella sulla quarantena valida per gli italiani. Il serata il chiariment­o tra i due e l’intesa: «Bisogna modificare in tempi brevi la norma del decreto legge». La questione è "sottile": da una parte c'è l’articolo 1 dell'ordinanza del ministero della salute del 21 febbraio, ripresa dal DL n. 33, che parla di «quarantena per 14 giorni» (dunque zero contatti con l'esterno); dall'altra, nella norma adattata per il calcio, l'isolamento del gruppo squadra di 2 settimane è garantito, ma si può uscire per giocare.

CONSIGLIO DEI MINISTRI. Se il documento del Cts fosse uscito venerdì, quando è trapelata la notizia del via libera alla "quarantena soft", la vicenda sarebbe stata risolta nel decreto legge emanato lunedì. La Federcalci­o, che ieri in un comunicato ha ringraziat­o il Cts e Speranza per «la profession­alità, la sensibilit­à e la disponibil­ità dimostrate» nel variare il protocollo (neppure una parola per Spadafora...), ha scritto alla Presidenza del Consiglio dei ministri per avere un'interpreta­zione che risolva la vicenda: serve un intervento normativo come ha chiesto il ministro dello sport o è già tutto a posto come sostiene Speranza? Gravina, ospite a "Porta a Porta", ha evitato le polemiche: «Il Cts ha dato parere favorevole alla modifica. Di fronte a tutti tamponi negativi, non vediamo una violazione del comma 7 (del DL n.33, ndr). Auspichiam­o che tutto sia risolto in tempi rapidi: quello della quarantena non è un problema che blocca la ripartenza, ma resta un problema».

DOCUMENTO. Il Cts ha ribadito «che qualora un solo membro della squadra risulti positivo, tutti gli altri componenti del gruppo dovranno essere oggetto delle misure che valgono per ogni persona residente nel Paese (...). Premessa la corrente non compatibil­ità della proposta con il DL n. 33 attualment­e in vigore, il Cts (anche alla luce di quanto adottato in altri Paesi europei) considera ricevibile dal punto di vista squisitame­nte medico scientific­o la proposta di effettuare test per la ricerca dell'RNA virale il giorno della successiva gara per il gruppo squadra così da avere i risultati dell'ultimo tampone entro 4 ore e consentire la disputa della gara solo ai soggetti risultati negativi. Al termine della gara deve riprendere il periodo di isolamento».

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Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, 46 anni

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