Nandez, c’è l’accordo: clausola a 36 milioni
- Per la fumata bianca ufficiale con la firma sul nuovo contratto sarà necessario attendere la settimana prossima ma già ieri è arrivata la ideale stretta di mano tra Nahitan Nandez e il Cagliari per il nuovo accordo economico. Al giocatore è stato ritoccato l’ingaggio che tanto aveva fatto discutere a inizio stagione, con uno stipendio che passa a un milione e mezzo di euro netti contro il milione e seicentomila euro ma lordi del precedente contratto. Il Cagliari si è, invece, tutelato fissando la clausola rescissoria a trentasei milioni di euro, che ora diventa la cifra da versare nelle casse rossoblù in caso qualcuno volesse assicurarsi le prestazioni sportive del talentuoso centrocampista uruguaiano. Nessuna modifica, invece, sulla durata del contratto che resta fissato alla precedente scadenza del giugno 2024.
SIMEONE STUDIA PAPÀ. «Ho avuto l’occasione, con lo stop forzato, di imparare ancora e ho studiato la fase offensiva dell’Atletico Madrid per provare a riproporla al Cagliari». Per Giovanni Simeone il punto di riferimento più importante continua ad essere papà Diego e la quarantena gli ha dato la possibilità di studiare a fondo la fase offensiva che il Cholo ha messo in pratica sulla panchina. Si è raccontato ai microfoni di Sky ieri pomeriggio e nei prossimi giorni dovrà continuare a convincere Walter Zenga che può essere l’uomo chiave del reparto avanzato della squadra isolana.
IL RISCATTO. Sarà una sfida fatta di tredici tappe ma il Cholito vuole fare la sua parte anche perché ha una sorta di debito di riconoscenza verso il Cagliari che lo ha accolto a braccia aperte e che gli ha dato le chiavi dell’attacco rossoblù. L’attaccante argentino non è riuscito fino in fondo a ripagare questa fiducia, che poi è la stessa che gli hanno dato anche i tifosi isolani pronti ad accoglierlo con tutti gli onori che gli spettavano, ma ora avrà a disposizione l’ultima parte di una stagione interminabile e ricca di incognite. Dall’infortunio
di Pavoletti con il quale avrebbe dovuto dividere il reparto offensivo, ad una doppia cifra che non vuole arrivare, con gli appena sei gol messi a segno, passando all’esplosione del collega di reparto Joao Pedro al quale lo stesso Simeone ha aperto molti spazi.
LA VOLATA. Un campionato strano e tutto da decifrare ma ora non è tempo per le analisi o i processi perché tra quarantotto ore si torna in campo e la punta sudamericana ha un solo obbiettivo: riscattare la prima fase di un’annata che avrebbe potuto regalargli maggiori soddisfazioni. E se dovesse puntare ancora sulla scelta di Cagliari, lo rifarebbe senza pensarci su due volte perché Simeone è ancora convinto del potenziale della compagine rossoblù. «Se fai una vittoria, può cambiare tutto e da lì nessuno ci fermerà». Gli manca il gol, gli mancano i tre punti ma soprattutto il Cholito ha una voglia matta di normalità per lasciarsi alle spalle la lunga parentesi negativa e il momento storico particolare che tutti hanno vissuto, e ricominciare a gioire. «Mi manca vincere, posso divertirmi giocando però c’è una cosa che va oltre ed è la competizione: sono il primo a sporcarmi per i miei compagni». Il Verona è avvisato, a cominciare proprio da Ivan Juric che conosce bene Simeone per averlo allenato ai tempi del Genoa. «Un pazzo, un tecnico bravo ed è stato il primo allenatore che ho avuto in Italia. Da lui posso dire di aver imparato tanto». Ma sabato al Bentegodi ci sarà poco spazio per i sentimenti perché, dopo oltre tre mesi, a comandare saranno gol e risultato.
E Simeone rivela «Studio l’attacco di papà all’Atletico per riproporlo qui»