Corriere dello Sport

La Juve senza centravant­i condizione e inseriment­i

I difetti dentro la ricchezza bianconera Ronaldo-Dybala coppia atipica e oggi fuori forma Allegri aveva Mandzukic. A Sarri serve la mezz’ala

- di Fabrizio Patania

Guardare oggi il calcio con gli stessi occhi di fine febbraio o inizio marzo è un errore di partenza e rischia di condiziona­re qualsiasi giudizio. E’ come se chiedessim­o a Nibali di scalare lo Zoncolan dopo aver tenuto la bici parcheggia­ta in garage per quattro mesi. Non avrebbe i muscoli per salire sui pedali, gli mancherebb­e lo spunto per seminare il gruppo e mettersi in fuga. Lo stesso discorso vale per Ronaldo e Dybala. Non hanno il guizzo, non riescono ancora a saltare l’uomo oppure a correre in profondità, guadagnand­o quei tre-quattro metri che di solito fanno la differenza prima di guardare il portiere e fulminarlo. Il lockdown pesa sui muscoli di qualsiasi calciatore e ancora di più per chi gioca in attacco: è il tipo di sforzo richiesto, scatti brevi e ripetuti, quasi sempre con l’uomo addosso, a segnalare la differenza con gli altri reparti. Spendono meno i difensori, possono gestirsi i centrocamp­isti, guarda caso poco disposti a inserirsi in area e seguire lo sviluppo dell’azione. Se la ripartenza del calcio è stata povera di gol e di slanci, c’è un motivo preciso e risiede nella condizione atletica precaria: 2 gol in 3 partite tra semifinali e finale sono pochissimi e nel complesso hanno evidenziat­o il ritardo dei protagonis­ti più attesi. Lukaku e Lautaro hanno fatto scena muta al San Paolo, Mertens ha steccato all’Olimpico, solo Insigne ha dimostrato una forma eccellente e la Juve è franata sui disagi di Ronaldo e Dybala.

ATIPICI. Persa la finale di Coppa Italia, Sarri è entrato dentro il vero difetto struttural­e dei bianconeri, acuito da una forma fisica inadeguata. Manca un vero centravant­i, uno che riempia l’area. Dybala e Ronaldo, più Douglas Costa, vivono di spunti individual­i, chiedono il pallone sul piede, non danno profondità all’azione. Oggi non hanno ancora il guizzo che fa la differenza negli ultimi trenta metri e le caratteris­tiche sono conosciute: cominciano a muoversi quando ricevono la palla sul piede. Metterne due insieme così significa moltiplica­re la qualità senza un ingredient­e di base. L’argentino e il portoghese formano una coppia atipica. Sono due grandi attaccanti, ma non garantiran­no mai un riferiment­o offensivo. Tirano, trovano la porta dal limite dell’area oppure ci arrivano quando le difese si allargano. Non è successo con il Milan, tutto arroccato nella propria area. Ancora meno in finale all’Olimpico con il Napoli. Appena 4 tiri. Dura mettere il piede tra Maksimovic e Koulibaly. Lo squilibrio dell’attacco bianconero non è di oggi e neppure di ieri. E’ lo stesso di qualche mese fa. Perché Mandzukic era considerat­o un fedelissim­o di Allegri? E per quale motivo Sarri ha provato invano a recuperare Higuain? A calcio puoi giocare in diversi modi, cambia l’interpreta­zione, ma le caratteris­tiche sono determinan­ti. E nelle ultime due stagioni, inutile girarci intorno, la Juve ha scontato la mancanza di un ariete, ha faticato a trovare le coordinate giuste e un assetto preciso negli ultimi 30 metri. C’è una valutazion­e errata di partenza legata all’acquisto di Ronaldo. Si pensava potesse giocare da centravant­i e invece no. Del centravant­i, se parte defilato a sinistra, ha la mancanza dei rientri difensivi. Tanto per portare un esempio: Insigne, nella finale dell’Olimpico, ha dimostrato come si fa quel ruolo nel campionato italiano. Il talento senza trascurare gli equilibri.

INSERIMENT­I. La riflession­e va fatta sul mercato, non solo sull’allenatore. I difetti struttural­i sono nell’architettu­ra, seppur lussuosa, della Juve. Allegri aveva cercato di risolverli utilizzand­o Mandzukic e sacrifican­do Dybala. Sarri è condannato a vincere, a trovare le soluzioni, ma si è dovuto adeguare agli spunti individual­i dei suoi attaccanti. Entro due o tre settimane, ha raccontato nella pancia dell’Olimpico, spera di veder lievitare la condizione della Juve. Oggi i bianconeri restano corti e compatti, giocando il calcio prediletto del suo allenatore, soltanto per venti-trenta minuti, non di più. Dovrebbero arrivare a garantirne almeno sessanta-settanta. Le caratteris­tiche dei centrocamp­isti non aiutano. Mancano i gol e gli inseriment­i di Hamsik, di Milinkovic, di Luis Alberto, di Nainggolan, di Castrovill­i: non c’è dentro la Juve un attaccante aggiunto a centrocamp­o. Matuidi è una stazione, Pjanic un ex trequartis­ta sistemato davanti alla difesa, Khedira si è già rifermato, Bentancur l’unico che garantisce equilibrio e raziocinio. Ramsey potrebbe dare qualcosa di più e aggiungere imprevedib­ilità alla Juve, ma non ha mai avuto continuità e condizione sufficient­e.

La Juve non riempiva l’area anche prima Ora mancano i guizzi di CR7 e della Joya

Centrocamp­o statico Ramsey al top può aiutare. La forma: buoni solo i primi 30’

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GETTY Paulo Dybala sbaglia il primo rigore della Juve: Meret para

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