La Juve senza centravanti condizione e inserimenti
I difetti dentro la ricchezza bianconera Ronaldo-Dybala coppia atipica e oggi fuori forma Allegri aveva Mandzukic. A Sarri serve la mezz’ala
Guardare oggi il calcio con gli stessi occhi di fine febbraio o inizio marzo è un errore di partenza e rischia di condizionare qualsiasi giudizio. E’ come se chiedessimo a Nibali di scalare lo Zoncolan dopo aver tenuto la bici parcheggiata in garage per quattro mesi. Non avrebbe i muscoli per salire sui pedali, gli mancherebbe lo spunto per seminare il gruppo e mettersi in fuga. Lo stesso discorso vale per Ronaldo e Dybala. Non hanno il guizzo, non riescono ancora a saltare l’uomo oppure a correre in profondità, guadagnando quei tre-quattro metri che di solito fanno la differenza prima di guardare il portiere e fulminarlo. Il lockdown pesa sui muscoli di qualsiasi calciatore e ancora di più per chi gioca in attacco: è il tipo di sforzo richiesto, scatti brevi e ripetuti, quasi sempre con l’uomo addosso, a segnalare la differenza con gli altri reparti. Spendono meno i difensori, possono gestirsi i centrocampisti, guarda caso poco disposti a inserirsi in area e seguire lo sviluppo dell’azione. Se la ripartenza del calcio è stata povera di gol e di slanci, c’è un motivo preciso e risiede nella condizione atletica precaria: 2 gol in 3 partite tra semifinali e finale sono pochissimi e nel complesso hanno evidenziato il ritardo dei protagonisti più attesi. Lukaku e Lautaro hanno fatto scena muta al San Paolo, Mertens ha steccato all’Olimpico, solo Insigne ha dimostrato una forma eccellente e la Juve è franata sui disagi di Ronaldo e Dybala.
ATIPICI. Persa la finale di Coppa Italia, Sarri è entrato dentro il vero difetto strutturale dei bianconeri, acuito da una forma fisica inadeguata. Manca un vero centravanti, uno che riempia l’area. Dybala e Ronaldo, più Douglas Costa, vivono di spunti individuali, chiedono il pallone sul piede, non danno profondità all’azione. Oggi non hanno ancora il guizzo che fa la differenza negli ultimi trenta metri e le caratteristiche sono conosciute: cominciano a muoversi quando ricevono la palla sul piede. Metterne due insieme così significa moltiplicare la qualità senza un ingrediente di base. L’argentino e il portoghese formano una coppia atipica. Sono due grandi attaccanti, ma non garantiranno mai un riferimento offensivo. Tirano, trovano la porta dal limite dell’area oppure ci arrivano quando le difese si allargano. Non è successo con il Milan, tutto arroccato nella propria area. Ancora meno in finale all’Olimpico con il Napoli. Appena 4 tiri. Dura mettere il piede tra Maksimovic e Koulibaly. Lo squilibrio dell’attacco bianconero non è di oggi e neppure di ieri. E’ lo stesso di qualche mese fa. Perché Mandzukic era considerato un fedelissimo di Allegri? E per quale motivo Sarri ha provato invano a recuperare Higuain? A calcio puoi giocare in diversi modi, cambia l’interpretazione, ma le caratteristiche sono determinanti. E nelle ultime due stagioni, inutile girarci intorno, la Juve ha scontato la mancanza di un ariete, ha faticato a trovare le coordinate giuste e un assetto preciso negli ultimi 30 metri. C’è una valutazione errata di partenza legata all’acquisto di Ronaldo. Si pensava potesse giocare da centravanti e invece no. Del centravanti, se parte defilato a sinistra, ha la mancanza dei rientri difensivi. Tanto per portare un esempio: Insigne, nella finale dell’Olimpico, ha dimostrato come si fa quel ruolo nel campionato italiano. Il talento senza trascurare gli equilibri.
INSERIMENTI. La riflessione va fatta sul mercato, non solo sull’allenatore. I difetti strutturali sono nell’architettura, seppur lussuosa, della Juve. Allegri aveva cercato di risolverli utilizzando Mandzukic e sacrificando Dybala. Sarri è condannato a vincere, a trovare le soluzioni, ma si è dovuto adeguare agli spunti individuali dei suoi attaccanti. Entro due o tre settimane, ha raccontato nella pancia dell’Olimpico, spera di veder lievitare la condizione della Juve. Oggi i bianconeri restano corti e compatti, giocando il calcio prediletto del suo allenatore, soltanto per venti-trenta minuti, non di più. Dovrebbero arrivare a garantirne almeno sessanta-settanta. Le caratteristiche dei centrocampisti non aiutano. Mancano i gol e gli inserimenti di Hamsik, di Milinkovic, di Luis Alberto, di Nainggolan, di Castrovilli: non c’è dentro la Juve un attaccante aggiunto a centrocampo. Matuidi è una stazione, Pjanic un ex trequartista sistemato davanti alla difesa, Khedira si è già rifermato, Bentancur l’unico che garantisce equilibrio e raziocinio. Ramsey potrebbe dare qualcosa di più e aggiungere imprevedibilità alla Juve, ma non ha mai avuto continuità e condizione sufficiente.
La Juve non riempiva l’area anche prima Ora mancano i guizzi di CR7 e della Joya
Centrocampo statico Ramsey al top può aiutare. La forma: buoni solo i primi 30’