Corriere dello Sport

CALO RONALDO LA JUVE IN ANSIA

Niente gol da 4 partite e una situazione a cui non è abituato CR7 deluso dalle due finali perse ma il suo rendimento è calato: se non torna al top diventa dura

- Di Filippo Bonsignore

Dov’è finito Ronaldo? E, con lui, dov’è finita la Juve? I due quesiti sono collegati, perchè la ripartenza difficile del fenomeno è coincisa con la scomparsa della squadra di Sarri. Che ha raggiunto la finale di Coppa Italia con il minimo sforzo ed è evaporata nell’ultimo atto contro il Napoli, evidenzian­do i medesimi problemi e sollevando le stesse inquietudi­ni pre-pandemia. Tradotto: il secondo trofeo stagionale su due è sfumato e certamente non era questo il ritorno in campo sperato dal mondo bianconero. E non è certo una consuetudi­ne a casa di CR7, uno che non contempla la voce “sconfitta” nel proprio vocabolari­o e fatica ancora di più a digerirla specie quando matura in capo a prestazion­i vuote come quella dell’Olimpico. Come sembrano lontane le undici partite consecutiv­e di campionato con gol con cui il fenomeno aveva fatto la differenza da dicembre in poi. Come appaiono distanti dall’attualità le significat­ive sensazioni lasciate dalla Juve nell’ultima grande notte vissuta prima della pausa, ad inizio marzo contro l’Inter.

DOPPIETTA. Almeno per ora, quella Juve non c’è più. E non c’è neanche quel Cristiano dominante. Il portoghese non è abituato a perdere e a non essere decisivo nelle serate che contano. L’immagine che racconta tutto del suo momento è quella che lo ritrae in panchina, a fine partita, seduto tra Dybala e Cuadrado, con lo sguardo fisso e perso nel vuoto, deluso e avvilito per la seconda pesante sconfitta della stagione. Prima la Supercoppa svanita contro la Lazio, ora la Coppa Italia. E’ un’esperienza mai provata da Ronaldo, che per la prima volta in carriera ha perso due finali consecutiv­e a livello di club. Una doppietta di cui certamente avrebbe fatto a meno, anche perchè lui è abituato a ben altre doppiette. Quelle che mette a segno nella porta avversaria. Ecco un’altra nota dolente. Ronaldo è rimasto ancora una volta a secco ma quello che più stona è la scarsa pericolosi­tà mostrata in entrambi i match con Milan e Napoli. Dal rigore stampato sul palo contro i rossoneri, all’unica occasione avuta in finale, il passo è stato breve. E se si ferma il più forte di tutti, anche la Juve si adegua. Perchè poco o nulla è arrivato dagli altri.

Zero gol in 180 minuti, zero gol per Cristiano nelle ultime quattro partite. Porte chiuse anche per lui, insomma, e pure questo fa molto strano. Ronaldo sa di aver deluso, è consapevol­e delle difficoltà del momento e c’è da giurarci che per rivederlo al top è soltanto una questione di tempo. I dubbi sulla posizione in campo sono svaniti, visto che Sarri dal centro dell’attacco lo ha immediatam­ente riportato a sinistra, come lui predilige. Il problema maggiore è la condizione fisica: manca brillantez­za, evidenteme­nte anche il suo motore necessita di tempo per tornare a pieni giri dopo oltre tre mesi di sosta forzata e nonostante tutto il lavoro fatto durante il lockdown. Cristiano lavorerà su questo per tornare subito decisivo.

ACCUSA. La famiglia, intanto, lo difende. Elma Aveiro, una delle sue sorelle, via social attacca: «Cos’altro puoi fare. Questo è tutto ed è per questo che il mio tesoro da solo non fa miracoli. Non riesco a capire come giocare in questo modo, comunque... Testa in alto, di più non puoi fare mio Re». Parole che esprimono tutta la frustrazio­ne nel vedere il campione sconfitto e deluso, che hanno ricevuto i like di mamma Dolores e dell’altra sorella, Katia. E fa specie quella domanda - «Come si può giocare in questo modo?» - che sembra avere un destinatar­io ben definito, Maurizio Sarri. La pensa così anche il fenomeno? Dalla risposta dipende la stagione della Juve.

La sorella lo difende attaccando Sarri: «Ma come si può giocare così?»

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GETTY Cristiano Ronaldo, 35 anni, sfila via davanti alla Coppa Italia

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