L’Oms critica gli assembramenti «Non ce lo possiamo permettere»
- Liberi (quasi) tutti: e sono tornati bambini, hanno smesso di giocare a mosca cieca e sono evasi dal lockdown. Quando Milik ha ignorato la tensione, un urlo s’è alzato nel cielo di Napoli: poi è partita la festa, senza freni inibitori, e c’è stata l’invasione di (alcune) piazze e c’è chi non s’è negato neanche un tuffo nella fontane, mentre in sei o settemila si sono incamminati verso la Stazione Centrale o quella di Afragola. E’ saltato il tappo in una delle regioni più «virtuose», in cui - senza che ci fosse la necessità dei «lanciafiamme», ironicamente annunciati da Vincenzo De Luca - il Covid è rimasto contenuto, pur se ha lasciato vittime e dolore. E per una notte, una soltanto, sono cadute quelle barriere invisibili che hanno tenuto Napoli in casa.
LA REPRIMENDA. Dalla mezzanotte in poi, per qualche ora, il terrore del virus s’è dissolto e la gente s’è tolta la «mascherina», spingendo Ranieri Guerra, direttore aggiunto della organizzazione mondiale della Sanità, a bacchettare la folla e la follia: «Sciagurati, in questo momento non ce lo possiamo permettere, ma per fortuna è accaduto a Napoli dove Governatore e Sindaco hanno attuato misure rigide. Fa male vedere queste immagini». Sei anni di digiuno calcistico, e quell’abbuffata della vittoria della Coppa Italia, battendo la Juventus, hanno rotto gli argini che De Magistris ha definito «contagio della felicità» mentre Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, su Radio1 in Vivavoce, ha riacceso la spia: «Pechino sta dimostrando cosa succede quando non si capisce ciò che può succedere. E certi atteggiamenti dei tifosi fanno venire molti scrupoli di coscienza a chi ha deciso che fosse possibile riaprire al calcio». E’ stata una notte «esagerata», ma un pallone può esplodere, lo sa Enrico Mentana, che s’è lasciato contagiare da quel senso di gioia: «Ha ragione Ranieri Guerra, per carità. Ma fossi stato tifoso del Napoli, sarei sceso per strada anche io». E non per una Maratona...