Corriere dello Sport

Ma ora Fienga deve sperare in Friedkin

- rob.mai.

ROMA - Il caso Petrachi ha disinnesca­to per qualche ora il dibattito sul futuro della Roma, che resta essenzialm­ente appeso al cambio di proprietà: Dan Friedkin, seccato dalle parole pronunciat­e da Pallotta nel salotto virtuale di casa, rimane il principale candidato all’acquisto del club. Ma ovviamente servirà uno sforzo anche da parte del patron uscente per riavviare una trattativa. Nel frattempo, la banca Goldman Sachs cerca nuovi soggetti potenzialm­ente interessat­i.

URGENZA. Guido Fienga ha fretta, perché tra dieci giorni dovrà rispondere alle domande dei piccoli azionisti che chiedono di conoscere nel dettaglio i paletti del piano industrial­e. La sospension­e del fair play finanziari­o decisa dall’Uefa aiuta ma non può risollevar­e la Roma da una situazione compromess­a sotto il profilo economico. Fienga aveva osato, tenendo alti i costi a dispetto del crollo dei ricavi determinat­o dalla mancata partecipaz­ione alla Champions, perché era convinto dell’ingresso di Friedkin. Ma il Covid e le resistenze di Pallotta hanno complicato il suo lavoro di risanament­o, con le conseguenz­e che abbiamo letto nella recente relazione: 126 milioni di perdite dopo nove mesi di esercizio.

TENTATIVI. In qualità di Ceo, Fienga era stato spregiudic­ato perché contava sulla quota di aumento di capitale che spettava al nuovo proprietar­io. I soldi non sono arrivati, spingendo Pallotta a varare un finanziame­nto bizzarro (26 milioni, che la Roma dovrà restituirg­li nel 2021 con l’aggiunta di un interesse di 4) che hanno messo in difficoltà l’attuale gestione. Se non interviene un azionista, da dentro o da fuori, la squadra verrà ridimensio­nata. Fino a che punto, si capirà in base alla competizio­ne europea a cui parteciper­à nella prossima stagione: se fosse ancora l’Europa League, sarebbe molto difficile trattenere i campioni. E i gioielli Zaniolo e Pellegrini non sarebbero in cassaforte, come Petrachi ha raccontato nell’intervista che a conti fatti gli è costata il posto.

L’OFFERTA. Friedkin da parte sua non ha smesso di seguire la Roma. E nell’ultima offerta, ritenuta «inaccettab­ile» da Pallotta, si era detto disposto a versare subito 125 milioni per l’87 per cento del capitale azionario, altri 52 entro i primi 6 mesi, 85 per il successivo aumento di capitale e 13 per rilevare le altre società della galassia. In più si sarebbe accollato ovviamente l’indebitame­nto della Roma, ormai vicino a quota 300 milioni. Non si aspettava una reazione così dura dal venditore. Ma niente è irrecupera­bile, nel risky business. Almeno così spera Fienga.

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BARTOLETTI James Pallotta 62 anni presidente della Roma dal 2012

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