Gli autori siamo noi
Il titolo del 1982 definito “il più bello della storia”
Caro giornale mio, scusa se mi scrivo addosso ma voglio dedicarti l’attenzione (storica) di un ottuagenario per una vicenda di circa quarant’anni fa. Ogni notte, a mezzanotte e un quarto, ricevo la mia copia del Corsera e vado subito a vedere prima le pagine sportive poi (invidioso) la posta di Cazzullo. Olé, mi son preso un’incornata e l’accluso ritaglio lo spiega: quello che l’ottimo Aldo definisce “il più bel titolo nella storia del giornalismo sportivo” - IL BRASILE SIAMO NOI - attribuendolo alla Gazzetta dello Sport diretta da Candido Cannavò fu pubblicato in realtà sulla prima pagina del Corriere dello Sport-Stadio diretto da Giorgio Tosatti. In quei giorni, direttore del Guerin Sportivo bearzottiano (ci limitavamo a scrivere “vinceremo il Mundial” passando per matti) controllavo i titoli dei due quotidiani sportivi che invece erano in posizione critica. Fino a quando non cambiò aria. Tosatti esaltò l’Italia dopo il clamoroso successo sul Brasile con quel bel titolo, preparando il capolavoro, quell’EROICI dopo Italia-Germania 3-1 che contribuì alla vendita di un milione e settecentomila copie, record storico.
Storico. Della Gazzetta mi aveva colpito un altro titolo che aveva portato il giornale fondamentalmente pessimista a giocarsi almeno la speranza, come ogni giorno tentava di far capire l’inviato Franco Mentana, l’amico di Bearzot che mescolava l’aroma pungente del suo sigaro toscano con il lieve profumo esalante dalla pipa del Vecio. Alla vigilia di Italia-Argentina del 28 giugno, mentre quasi tutti i media preparavano coccodrilli azzurri, da una riunione piuttosto agitata in Gazzetta nacque un titolo politicamente eccellente suggerito da uno striscione apparso nella curva dei tifosi italiani a Vigo, luogo di pena per la Nazionale: ITALIA, FACCI SOGNARE.
Battuta l’Argentina, quel titolo fu riprodotto ogni giorno. Il direttore della Rosea era Gino Palumbo, il geniale napoletano del Corsera che aveva interrotto il declino della Gazzetta. Dall’81 Cannavò era diventato suo vice, dal novembre dell’82 condirettore. Vinto il Mondiale, organizzai una grande festa al Teatro Verdi di Montecatini per premiare con il Guerin d’Oro Enzo Bearzot, gli Azzurri... e Gino Palumbo per quel titolo aperturista salutato da Franco Mentana con una furtiva lacrima. Dovevo andare a lavorare a Milano con Gino, di lì a poco, invece, divenni condirettore di Tosatti. Ma questa è un’altra storia. Grazie comunque a Cazzullo per avermi dato un passaggio verso quel tempo: quando i titoli non solo commentavano ma indirizzavano gli eventi. Come ogni giorno fa ancora questo giornale.