Corriere dello Sport

Palermo, un cda con scintille

Accuse incrociate tra soci

- Di Salvatore Geraci

- Altro che pace e toni smorzati! Di Piazza, in videoconfe­renza da New York, prende spunto dal Cda del Palermo per rinnovare il suo malumore. Si avvicina l’anniversar­io della rinascita e la società non riesce ad uscire da una fase litigiosa. Il vero bersaglio dell’imprendito­re italo americano resta l’ad Sagramola che, da una fase collaborat­iva, dopo le firme dell’anno scorso, avrebbe invertito rotta trascinand­o anche i Mirri. «La promessa era di decidere ogni cosa all'unanimità - ha sempre sostenuto Di Piazza - ma all'improvviso tutto è cambiato». Teorema, comunque, indimostra­bile perché, senza patti parasocial­i, parlano le quote: di maggioranz­a per i Mirri, padre e figlio; e di minoranza per lui.

NUOVE SCINTILLE. Di Piazza non si arrende, anzi rilancia dopo un primo confronto che sembrava spianare ad altre strade meno scoscese. Era solo una tregua. Ieri, l’opposizion­e è stata dura. In primo luogo sulla proposta di Sagramola per un “finanziame­nto Covid” (per creare liquidità di cassa), bloccato sul nascere e neppure messo ai voti. Anche perché, proprio pochi giorni fa, Di Piazza aveva proposto agli azionisti di versare nella società rosanero l’intero capitale sottoscrit­to (idea bocciata dalla maggioranz­a), fino a quindici milioni, per costituire un più consistent­e budget da impiegare fin da questa stagione per evitare esposizion­i e oneri bancari. E poi per una ragione morale: in questo momento, altre persone, più del Palermo, ne hanno bisogno. Ma Di Piazza è andato oltre con l’accusa, rivolta sempre a Sagramola, di avere superato i limiti delle deleghe a lui riservate. Bersaglio fallito perché la maggioranz­a ha addirittur­a alzato notevolmen­te il limite della disponibil­ità di spesa dell’ad. Di Piazza, tra l’altro, nega che gli avvocati di parte abbiano mai affrontato valutazion­i per una cessione di quote azionarie ai Mirri, fermo restando che la sua intenzione sarebbe quella di uscire di scena. Le offerte non mancherebb­ero ma Mirri e la Damir hanno, comunque, un diritto di prelazione. In una situazione del genere, impossibil­e attendere un comunicato congiunto. Di Piazza ha fatto trapelare le sue accuse mentre da parte del Palermo, dopo la conferenza stampa della scorsa settimana e il comunicato sull'intenzione valutare la possibilit­à di acquisto del pacchetto azionario di minoranza, solo silenzio con l’evidente scopo di evitare ulteriori testa a testa.

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