Corriere dello Sport

Percorso tutto dentro Central Park per salvare i 50 anni di New York

Gli organizzat­ori non intendono arrendersi al virus: poche centinaia di runner al via, con qualche big internazio­nale. Niente celebrazio­ni

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attende fine giugno per decidere se ci sono le condizioni per salvare almeno lo scontro titanico tra i numeri 1 e 2 della specialità, il keniota Eliud Kipchoge, primatista mondiale, e l’etiope Kenenisa Bekele, che con il suo 2h01:41 a Berlino 2019 arrivò a due secondi dal limite assoluto del rivale.

A Londra, più che gli atleti in strada è il pubblico che preoccupa. Ma anche il fattore budget gioca un ruolo non secondario quando si deve fare a meno delle quote di iscrizioni. Che nella capitale britannica ammontano alla bella cifra di 14 milioni di sterline (15,5 milioni di euro). E nel 2019 la sola raccolta delle “charities” ha toccato addirittur­a i 75 milioni. Bloccare una metropoli per pochi atleti ha costi enormi e lo spettacolo, per quanto possa godere della copertura televisiva, ha scarso appeal per gli sponsor.

Aspetto economico che non sembra frenare invece la maratona di Valencia, che andrà comunque in scena il 6 dicembre. Con oltre 40.000 runner, la corsa è ben inserita del tessuto della città e può contare sulla consistenz­a della Fondazione costituita dagli organizzat­ori. Seppure in formato ridotto Valencia vedrà una partecipaz­ione ricca di big in cerca di un pass cronometri­co per l’Olimpiade di Tokyo del 2021. Dal 1° dicembre, infatti, si riaprirà la finestra per conseguire gli standard di partecipaz­ione.

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