In Spagna 3,75 miliardi all’auto
La notizia è di martedì, ma non cambia la sostanza: noi parliamo, loro fanno. Così, dopo Francia (8 miliardi) e Germania (5), che in realtà ci potevano stare, essendo Paesi strutturati in maniera completamente diversa da noi, anche la Spagna ha varato il suo piano di incentivi per l’automotive, quello che il nostro comparto sta ancora aspettando senza avere alcuna certezza sul quando. Così, il governo spagnolo stanzierà 3,75 miliardi di euro per il rilancio-sostegno del settore automobilistico che pesa - come il nostro - il 10% del PIL spagnolo e occupa 600.000 persone in maniera diretta, oltre 2,65 milioni nel complesso di tutta la filiera, oltre a valere il 19% dell’export. Ad annunciarlo, il premier Pedro Sanchez in diretta tv, come il premier Conte, ma con una sostanza diversa. «L’industria automobilistica è un settore strategico per il nostro Paese e va sostenuto dal Governo ha detto Sánchez, presentando quel che ha definito un “programma ambizioso” di aiuti per il 2020 e il 2021. Dei 3,75 miliardi stanziati, 1,535 miliardi sono per il 2020, mentre gli altri 2,215 miliardi saranno destinato al prossimo anno, magari finanziati con l’aiuti dei fondi europei in arrivo. Un pacchetto complessivo di misure in grado rilanciare un settore colpito pesantemente dalla pandemia (-96,5% sul mercato di aprile, con Nissan che vuole chiudere la fabbrica di Barcellona e parliamo di 3.000 persone...). Sulla voce incentivi per l’auto, in particolare, il governo iberico mette a disposizione 550 milioni di euro che, insieme a un impegno in parte eguale da parte dei costruttori, sosterranno l’acquisto di veicoli nuovi con emissioni inferiori ai 120 grammi per chilometro in cambio della rottamazione di una vettura con almeno 10 anni di vita e con un prezzo massimo di 35.000 euro (45.000 per persone con mobilità ridotta) . Un segnale importante che dovrebbe essere preso da riferimento per i nostri politici, perchè parliamo di 250 milioni riservati al rinnovo del parco circolante con aiuti per l’acquisto di modelli più puliti ed efficienti ma con il criterio della neutralità tecnologica, senza, insomma, dover scegliere tra elettriche, ibride o termiche di ultima generazione. E soprattutto con il range di emissioni di CO2 che arriva a 120 g/km e quindi prende una fetta ben più vasta del mercato, a differenza di come funziona da noi, dove arriva a 60 g/km e dove la stessa proposta delle associazioni di categoria si fermava a 95 g/ km. A seconda del livello di emissioni e del tipo di proprietario (privato o lavoratore autonomo) l’incentivo varierà da 400 a 4.000 euro (da raddoppiare con il contributo del concessionario)
Tornando alla parte “elettrificata” del provvedimento - già attivo - Plan Moves II (dove Moves significa Programa de Incentvos a la Movilidad Eficiente, tradotto il