ANSIA E OTTIMISMO «STANCHI DI ASPETTARE»
I dirigenti delle Case ospiti di Automotive.Lab tra voci positive e incentivi che tardano De Stefani Cosentino, Federauto: «Molti parlano senza sapere, non ha senso agevolare l’elettrico»
Programma di Incentivi per la Mobilità Sostenibile), il budget di 100 milioni per il sostegno all’acquisto di veicoli a basso impatto o impatto zero vale per privati, aziende, amministrazioni ed enti pubblici acquistando, coinvolge veicoli elettrici puri o con range extender, ibridi plug-in o dotati di celle a combustibile alimentate a idrogeno, con autonomia elettrica superiore a 30 km oppure a 90 km. Nel Plan Moves II la disponibilità dei fondi sarà immediata e con “sconti significativi”. Il Governo di Madrid ha suddiviso i modelli da incentivare in due grandi gruppi. I modelli elettrici puri o con autonomia estesa capaci di superare i 90 km in modalità EV riceveranno, a fronte della demolizione di una vecchia auto, un aiuto all’acquisto di 5.500 euro, che diventa di 4.000 euro senza rottamazione. Stesse erogazioni per i modelli con celle a combustibile. Gli ibridi plug-in con autonomia elettrica superiore a 30 km e inferiore a 90 godranno invece di un incentivo di 2.600 euro contro rottamazione, e di 1.900 euro senza la demolizione. Il testo del Plan Moves II precisa poi che queste sovvenzioni sono disponibili solo per le auto che hanno un prezzo inferiore a 43.000 euro, che sale a 53.000 per i modelli a 8 posti (minibus) acquistati dalle amministrazion o da associazioni no profit. In più ci sono le promozioni specifiche dei costruttori fissate nel programma concordato con il Governo in 1.000 euro. E così è possibile far scendere il prezzo di una Seat Mii Electric - l’EV più
La rabbia e l’ottimismo, l’ansia dell’attesa con un pizzico di speranza in più, senza per questo riuscire a cancellare l’amarezza. Gli stati d’animo nello studio televiso dov’è andato in onda il nostro primo convegno virtuale Automotive.Lab sulla ripartenza dell’auto, si sono susseguiti per tutta la giornata. Il mondo dell’auto è sotto pressione: si vede, si sente, si capisce da come parlano uniti, un coro compatto di protesta contro l’insensibilità del Governo nei confronti delle istanze di un comparto che invece di essere sostenuto, aiutato, agevolato nel suo desiderio di riprendere i ritmi pre-virus è messo nell’angolo come se avesse commesso chissà quale delitto. Costretto ad aspettare tutte le altre priorità senza sapere bene alla fine quale interesse, mediazione, scambio prevarrà nell’eterno mercanteggiare dei palazzi della politica perchè si abbia rispetto del milione e ducentomila lavoratori (e famiglie), delle tasse (80 miliardi l’anno), del PIL (fino al 20%) che questo comparto offre al Paese e a chi ci governa. Che poi qualsiasi incentivo, agevolazione, l’auto se lo ripagherebbe da solo come fa da sempre, da autentico bancomat dell’Erario.
Invece ancora niente, ancora silenzio, ancora rinvii, emendamenti e commissioni, mentre gli altri Paesi ripartono, Germania e Francia in testa, e ora anche la Spagna. Non mancano le voci, gli spifferi che arrivano da quegli stessi corridoi, e nemmeno le rassicurazioni come quelle della voce sincera dell’on. Alessia Morani, sottosegreeconomica in Spagna - da 21.230 a 14.730 euro, quello di una Kia e-Niro da 35.485 a 28.985 euro e quello di una Fiat 500e da 37.900 a 31.400 euro. Per l’acquisto di un mezzo a Gpl o Metano (compresi i bifuel) l’incentivo varia da 3.600 a 13.500 euro. Secondo le previsioni del Governo di Madrid, per ogni milione di euro investito attraverso il Plan Moves II verrà creato un valore aggiunto compreso tra 3,5 e 4 milioni di euro, che consentirà la generazione di 5.000 posti di lavoro. Inoltre si stima che il programma farà risparmiare 14 tonnellate di petrolio equivalente all’anno e una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 40.250 tonnellate all’anno. La domanda a questo punto, sorge spontanea: perchè, nella peggiore delle ipotesi, non copiamo? taria al Mise, in grado di annunciare l’imminente “parto” del Governo in favore dell’auto. Probabilmente qualcosa che dovrebbe girare intorno al concetto di rottamazione e di elettrificazione per poi aspettare settembre (e i soldi dell’Europa) per interventi più strutturali: il tutto, ovviamente coincidente o quasi con il lancio della Fiat 500 elettrica, il prossimo 4 luglio.
Ma questo non può bastare ai dirigenti delle Case ospiti di Automotive.Lab: Crisci (Volvo), Di Silvestre (BMW), Faltoni (Ford), Ficili (FCA), Mattucci (Nissan), Maver (Jaguar Land Rover), Nalli (Suzuki), Nordio (Gruppo Volkswagen), Pietrantonio (Mazda) e Thorel (PSA) che nel loro unanime disappunto per la situazione, sia pure con distinguo e più spiccate tendenze all’ottimismo come proprio nel caso di Nordio e del Crisci in versione presidente Unrae, sono praticamente impotenti nell’ascoltare la visione troppo distante dalla realtà di tutti i giorni enunciata nel suo intervento dalla Sindaca di Roma, Virginia Raggi. Perchè non è certamente sbagliato guardare avanti, al medio, lungo termine, a tra 10 anni con piste ciclabili, monopattini elettrici e una mobilità sempre più sostenibile e quindi elettrificata. Ma non si può nemmeno far finta si viva sulla luna. Le vetture elettriche sulle strade italiane sono una quota risibile rispetto al totale, le vendite sono in crescita ma ci vorranno anni perchè raggiungano quote consistenti; le infrastrutture di ricarica, aumentano ma mai nella misura in cui servirebbe e comunque sono adeguate ai veicoli a zero emissioni che circolano. Il processo è partito, come gli investimenti delle Case per la transizione energetica, ma ci vorranno anni - difficile dire ora quanti perchè si generi un nuovo equilibrio. E nel frattempo cosa si fa? Si circola nelle grandi città in bicicletta o in monopattino, peraltro senza troppe regole (ieri a Roma altre due feriti)? Ecco, intanto sarebbe opportuno far ripartire il mercato e quindi una consistente fetta di economia italiana per poi, progressivamente, equilibrare il tutto.
Alla luce di tutto questo, diventa più che comprensibile lo sfogo di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto che la sua abituale passione si “scalda” non poco dopo l’intervento della Raggi: «Sinceramente non capisco che senso abbia parlare di agevolazioni, incentivi per l’elettrico. L’anno scorso l’ecobonus non ha funzionato, che senso ha riproporlo? Ci vogliamno rendere conto che che l’elettrico rappresenta una parte troppo piccola del mercato? Se si vuole rilanciare l’automotive e quindi una parte consistente dell’economia del Paese, bisogna stimolare la domanda a partire dagli stock di vetture invendute. L’automobile è da sempre il bancomat di questo Paese, dalle tasse, alle accise sulla benzina: se non si capisce che quello che è successo, cioè il Covid-19, mette a rischio l’esistenza e la sopravvivenza di un intero comparto con quello che rasppresenta, significa vivere in una altro mondo».
Ancora più sintetico Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia: «O gli incentivi arrivano adesso, oppure creano solo altri danni. A quel punto faremo da soli come abbiamo fatto altre volte» Appunto.
Nalli (Suzuki): «Se non arrivano adesso si creano altri danni, meglio fare da soli»