Corriere dello Sport

PANICI: «PRONTO AL SALTO TRIPLO»

Domani sarà il primo fantino italiano al via in una prova della Triple Crown Con Sole Volante nelle Belmont sfiderà Tiz The Law. «Bella la nostra foto a Times Square»

- Di Mario Viggiani

Soddisfazi­one è avere una propria foto in cui sei in sella a Sole Volante, uno dei dieci cavalli in lizza nelle Belmont Stakes 2020, “controfavo­rito” dell’attesissim­o Tiz The Law.

La soddisfazi­one è speciale, però, se quella foto campeggia a Times Square («Bella, no?»). Luca Panici domani sarà il primo fantino italiano a montare in una delle tre prove della Triple Crown del galoppo Usa, ma anche in questa vigilia resta l’uomo tranquillo di sempre.

Quarantase­i anni compiuti a marzo, proprio con Sole Volante il milanese nel febbraio scorso è tornato a vincere una “graded”, le Sam F. Davis Stakes, sullapista di Tampa Bay Downs. In precedenza c’era riuscito solo un’altra volta, nel 2012 con Another Romance nelle Azalea Stakes, a Gulfstream Park: quello che da tanto ormai è l’ippodromo di casa, nei dintorni di Miami. Non è certo un top jockey, Panici, ma un fantino di grande esperienza e freddezza: quello che ci vuole per un cavallo come Sole Volante, capace di rimonte vertiginos­e

«Partirò oggi, ho rinunciato all’unico ingaggio che avevo in giornata a Gulfstream Park. E resterò fermo anche domenica, perché dovrò rifare il test-Covid dopo la trasferta a New York».

Le Belmont, la Triple Crown: un’esperienza nuova. Ma è davvero una vigilia come le altre?

«È come quelle di ogni gran premio, come è stato per la Pegasus World Cup Turf nel 2019 (ottavo con Dubby Dubbie, da outsider ndr) e di tutte le “graded” o le stakes, senza differenza».

Nel 2019 sono arrivate le 600 vittorie negli Usa, poi le 1.000 in carriera. E adesso la chance nelle Belmont: la vera carriera è cominciata a 45 anni? «No, no. Se avessi voluto numeri più alti, più importanti, non avrei deciso di sistemarmi in Florida, a Gulfstream Park, dove la colonia di fantini è il doppio di qualsiasi ippodromo statuniten­se, dove tanti hanno fallito e andati altrove. Ho fatto questa scelta perché volevo fare il mio lavoro in un posto dove la qualità della vita è eccellente».

Lei sarà il primo jockey italiano a montare nella Triple Crown, dopo tre incidenti e altrettant­e fratture negli ultimi otto mesi. «Essere al via nelle Belmont è una bella cosa che forse rende orgogliosi soprattutt­o quelli vicini a me. Io non mi sono mai montato la testa nei periodi migliori e mai abbattuto in quelli difficili. È il mio carattere, da sempre»

Cosa c’è di papà Vittorio nel tuo stile di monta, nelle tue caratteris­tiche di fantino?

«Lui era uno che parlava poco e io pure... Però mio padre poteva prevedere tatticamen­te una corsa sia prima di montare che durante. Io qui provo a mettere in pratica quello che faceva o pensava lui».

Dal mare piccolo dell’Italia all’oceano immenso degli Usa, ora anche cittadino statuniten­se dopo gli inizi da pendolare e la scelta definitiva di restare oltre Atlantico, nel 2010.

«Ovviamente nessun rimpianto, profession­almente parlando: quando ha chiuso del tutto con l’Italia, ormai montavo poco in corsa e le vittorie importanti anche meno».

In Florida con una moglie italianiss­ima nonostante nome (Karin) e cognome (Fais) facciano pensare diversamen­te.

«È milanese come me: suo fratello Cristiano fa l’allenatore a San Siro, lei è manager di un’azienda con negozi in tutta la East Coast e abitiamo a Hollywood, vicino a Hallandale dove c’è Gulfstream Park (tutto nei dintorni di Miami - ndr)».

Passiamo alle Belmont. Precedenti sulla pista?

«Pochi, qualche stakes. Ci ho vinto parecchi anni fa con Drift King (era il 2008 - ndr) per Billy Turner, l’allenatore di Seattle Slew: un grandissim­o, anche come persona».

Tiz The Law è indiscutib­ilmente il cavallo da battere? E cosa pensa degli altri?

«Tiz the Law è l’ovvio favorito per quello che ha fatto vedere, ma è una graded 1, ci stanno tutti. Quando allenatori come Pletcher, Asmussen, Casse e altri partecipan­o a queste corse, lo fanno per vincere. Dipenderà soprattutt­o da come Sole Volante si adatterà alla sabbia di Belmont: è diversissi­ma da quella della Florida».

Un fantino italiano per un cavallo dal nome italiano.

«Non so se Sole Volante l’abbia scelto Andie (figlia e assistente di Patrick Biancone, allenatore del cavallo, che nell’aprile 2019 lo comprò per 20.000 dollari al breeze-up OBS e lo regalò a Andie per il suo compleanno - ndr). Lei e il padre sono dei grandi profession­isti, in particolar­e Patrick: non si vince l’Arc de Triomphe per caso».

Andie ne ha conservato il 20%, il resto di Sole Volante appartiene ai coniugi Reeves.

«Sono entrati nella proprietà dopo il successo nelle Pulpit Stakes e poi hanno rilevato il 20% della Limelight Stables prima del secondo posto nel Tampa Bay Derby. Monto i cavalli dei Reeves da anni, insieme abbiamo già vinto corse importanti»

«Vigilia tranquilla io sono fatto così I tanti incidenti non mi hanno fermato»

«In Florida è più dura farsi spazio Sono orgoglioso di esserci riuscito»

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ll promo della NBC sul maxischerm­o a Times Square con Luca Panici in sella a Sole Volante

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