Dramma Unzué: «La mia battaglia contro la Sla»
BARCELLONA - Come i mai troppo rimpianti Stefano Borgonovo e Gianluca Signorini. Juan Carlos Unzué, ex portiere, tra gli altri, di Barcellona e Siviglia, oltre che primo allenatore di Celta e Girona, è affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica. L’annuncio, anticipato da qualche media iberico, l’ha voluto dare lo stesso ex braccio destro di Luis Enrique nella rassicurante sede del Barça, accompagnato da un selezionatissimo gruppo di familiari e amici, accorsi per fargli sentire il loro sostegno. «Ho firmato per una squadra piccola, ma molto impegnata, quella dei pazienti della Sla» l’amara constatazione di un Unzué fermo e battagliero, affiancato dalla dottoressa Povedano, che l’ha preso in cura, dal fratello Eusebio, ex ciclista, e dai vecchi amici Lucho ed Eusebio Sacristan, oltre che da Quique Setién, Piqué, Jordi Alba e Sergi Roberto. «Purtroppo avrò tantissimi compagni e compagne. In questo momento siamo circa 4mila e sul fronte del mercato siamo attivissimi: ogni giorno arruoliamo 3 facce nuove e altrettante ne perdiamo, vittime di questa malattia».
Unzué, che lo scorso autunno ha concluso la sua ultima avventura su una panchina, esonerato dal Girona, ha voluto spiegare i motivi che l’hanno spinto a comunicare in una conferenza stampa il suo dramma privato. «Ci sono due ragioni principali. La prima è molto personale. Volevo essere io a dare la notizia alle persone che mi sono più care attraverso la mia viva voce, anche se purtroppo qualcuno aveva già iniziato a far girare la novità. Ci tengo, comunque, a confermare che sto bene e che mi sento forte mentalmente. La seconda ragione è invece rappresentata dal fatto che mi sono reso conto che questa malattia gode di scarsissima visibilità. Spero di poter aiutare, con la mia testimonianza, tutti gli altri malati e anche la ricerca».