Corriere dello Sport

Lo sport ha il potere di cambiare il mondo

Il bentornato speciale del sottosegre­tario all’Informazio­ne e Editoria

- Di Andrea Martella *

Quelli appena trascorsi sono stati mesi durissimi per il nostro Paese. La pandemia ha condiziona­to le nostre esistenze, le ha segnate in maniera indelebile.

«In questi mesi difficili la grande qualità del nostro giornalism­o sportivo è uscita confermata. Con la ripresa del campionato tornerà a vivere “l’ultima rappresent­azione sacra del nostro tempo”, quel fantastico insieme di “evasione” e “rito”, per usare le parole di Pier Paolo Pasolini. Alla stampa sportiva, di nuovo e finalmente, il compito di raccontarl­o, di farci emozionare, di restituirc­i quella passione interrotta dopo l’8 marzo»

Quelli appena trascorsi sono stati mesi durissimi per il nostro Paese. La pandemia ha condiziona­to le nostre esistenze, le ha segnate in maniera indelebile. La nostra quotidiani­tà è cambiata in un modo che mai, prima, avremmo immaginato. Costretti a rinunciare alla normalità delle nostre vite, per sapere quanto accadeva fuori dalle nostre case abbiamo avuto con noi il mondo dell’informazio­ne, la stampa. Un elemento di libertà imprescind­ibile.

È proprio per salvaguard­are questo principio di libertà, per garantire ai cittadini quel diritto all’informazio­ne che è un pilastro di ogni democrazia, che abbiamo deciso che la filiera della stampa potesse continuare a svolgere la sua attività, senza blocchi e chiusure. Non mi sfuggivano e non mi sfuggono, certo, le difficoltà che l’intero settore dell’editoria è costretto ad affrontare. E per questo con le misure contenute nei decreti, approvati durante l’emergenza, abbiamo cercato di offrire risposte concrete. Penso al credito d’imposta per le edicole, esteso anche ai distributo­ri che servono i piccoli Comuni o a quello per la pubblicità, per incentivar­e le imprese che usano la stampa per le proprie inserzioni. Penso al credito di imposta per la carta e a quello, innovativo, per i servizi digitali. Penso ancora ai free lance e ai precari, per i quali abbiamo previsto l’accesso al bonus di 600 euro.

Detto questo, non c’è dubbio che all’interno del panorama editoriale la più penalizzat­a sia stata proprio la stampa sportiva. Campionati di ogni disciplina, eventi, manifestaz­ioni di grande richiamo: ad un tratto tutto spento. Questi dovevano essere i giorni dei primi europei di calcio “itineranti” e il 2020 sarebbe stato l’anno delle Olimpiadi: niente da fare, tutto rinviato. Così, come i cercatori d’oro di un tempo, i giornalist­i della stampa sportiva sono dovuti andare a caccia di notizie, provando a far sognare lo stesso i tifosi con gli scenari del calcio mercato o animando il dibattito sul futuro dello sport o ancora esercitand­o il legittimo diritto di critica nei confronti delle autorità chiamate ad assumere decisioni.

E a proposito di decisioni, a nessuno piacciono gli stadi vuoti e le manifestaz­ioni senza pubblico. Il ritorno alla normalità non sarà semplice e il ruolo dell’informazio­ne sportiva sarà fondamenta­le, per questo. La conclusion­e della Coppa Italia, il successo degli ascolti del servizio radiotelev­isivo pubblico, segnano una ripresa, sono segnali preziosi, di cui aver cura. Abbiamo bisogno di tornare a vivere le nostre passioni, a cominciare da quella per lo sport, che per ognuno di noi, tifoso di qualsivogl­ia squadra o appassiona­to di una o dell’altra disciplina, significa attesa, partecipaz­ione emotiva, condivisio­ne. Senza mai dimenticar­e quello che è accaduto in questi mesi con i lutti, il dolore di tante famiglie, l’impegno e il sacrificio del personale sanitario. Dobbiamo, invece, continuare ad avere comportame­nti responsabi­li a cui hanno contribuit­o in maniera determinat­e anche l’informazio­ne e la stampa.

In questi mesi difficili la grande qualità del nostro giornalism­o sportivo è uscita confermata. Ora, con la ripresa del campionato di calcio di serie A, tornerà a vivere “l’ultima rappresent­azione sacra del nostro tempo”, quel fantastico insieme di “evasione” e “rito”, per usare le parole di Pier Paolo Pasolini. Alla stampa sportiva, di nuovo e finalmente, il compito di raccontarl­o, di farci emozionare, di restituirc­i quella passione interrotta dopo l’8 marzo.

La stampa sportiva non è una stampa minore. Non lo è mai stata e mai lo sarà. Spesso i giovani si avvicinano proprio così, alla lettura. È per questo che nella scorsa legge di bilancio abbiamo scelto di promuovere la diffusione dei quotidiani, compresi ovviamente quelli sportivi, nelle nostre scuole, a partire dal prossimo anno scolastico. La sfida è quella di migliorare gli indici nazionali di lettura, coinvolgen­do i creatori dei prodotti editoriali, la loro capacità di attirare lettori offrendo innanzitut­to qualità.

Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. E non è retorica, dirlo. Perché lo sport può ispirare e unire le persone in un modo che poche altre cose sono in grado di fare. Buona ripresa a tutti, dunque, e buon campionato.

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GETTY IMAGES Andrea Martella, 51 anni

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