Corriere dello Sport

TV: L’ANTITRUST DICE NO

Non ci saranno partite in chiaro in questo campionato L’Autority ha ribadito: i contratti esistenti lo vietano Da lunedì la Rai potrebbe trasmetter­e gli highlights della partite del pomeriggio alle 21.30

- Di Pietro Guadagno

Non ci saranno partite in chiaro né in questo weekend e nemmeno nelle giornate che restano per concludere il campionato. Da lunedì, invece, tutto lascia credere che la Rai possa cominciare a trasmetter­e in prima serata (alle 21,30, dopo il Tg2) gli highlights delle gare del pomeriggio. C’è la disponibil­ità di tutte la parti coinvolte e, soprattutt­o, non ci sono ostacoli tecnici o normativi, quindi mancherebb­ero da sistemare solo gli ultimi dettagli per il via libera.

STOP DALL’ANTITRUST. Nonostante l’ottimismo manifestat­o anche giovedì sera dagli uffici del Ministro Spadafora, la “partita” per le gare in chiaro si è chiusa definitiva­mente ieri sera. Il programma era già stato stilato: oggi Verona-Cagliari sul canale Youtube di Dazn e domani Atalanta-Sassuolo su Tv8 di Sky. Entrambi i broadacast­er avevano accettato la condizione che non ci sarebbe stata raccolta pubblicita­ria per i “contenitor­i” delle partite. Così, giovedì, Spadafora aveva inviato una lettera al presidente della serie A, Dal Pino e, per conoscenza, a tutti i licenziata­ri, oltre che a Gravina e all’Antitrust. Nella missiva si chiedeva unità d’intenti e la disponibil­ità ufficiale alla trasmissio­ne “free” delle due partite. Da via Rosellini la risposta è arrivata soltanto ieri ed è stata negativa. Nel senso che secondo l’Authority, interpella­ta per un parere proprio dalla Lega, con questa iniziativa si sarebbe andati contro i contratti esistenti e la Legge Melandri, dando la possibilit­à ad altre emittenti televisive o siti internet di aprire contenzios­i.

NO AD UN PROVVEDIAM­ENTO AD HOC. L’unica soluzione, insomma, sarebbe stato un intervento governativ­o. E nei giorni scorsi Spadafora lo aveva preso in consideraz­ione anche pubblicame­nte. Tale possibilit­à è rimasta in piedi appunto fino a giovedì sera. Ieri, invece, sono scattate altre valutazion­i. Pur consideran­do la trasmissio­ne di due gare in chiaro come un atto simbolico, con il coinvolgim­ento di Verona e Bergamo, ovvero piazze del nord Italia dove l’emergenza coronaviru­s è stata più dura, è stato ritenuto eccessivo emettere un provvedime­nto ad-hoc. Tanto più che viene considerat­o ancora più significat­ivo aver concesso ai cittadini l’opportunit­à di vedere liberalmen­te gli highlights sulla Rai, in tutti i giorni di partite, di qui alla fine del campionato.

MELANDRI. Le ultime evoluzioni, stando agli ultimi rumors, dovrebbero spingere Spadafora a lavorare per una modifica delle Legge Melandri, a questo punto ritenuta troppo vincolante. Per la verità, anche la serie A vedrebbe di buon occhio una correzione di rotta. Ma è tutto da vedere se la visione dei club e quella dei club coincidano. Alla luce dei precedenti non appare così semplice. Le società, infatti, hanno l’obiettivo innanzitut­to di ottenere il massimo dalla vendita dei diritti tv, quindi vorrebbero che fosse cancellata a cosiddetta “no single buyer rule”, dando la possibilit­à ad un unico operatore di acquistare tutti i pacchetti e poi anche di sub-licenziarl­i. Attenzione, poi, alla mutualità verso le categorie minori, che la serie A da sempre ritiene ingiusta. Potrebbe essere proprio questo un motivo di nuovi contrasti con Spadafora.

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