Panchina lunga e competitiva? Finora solo delusioni
- Rosa ricchissima, Juve favorita. Così si è giustamente detto nell’avvicinamento alla ripartenza del calcio post coronavirus. Sarri, infatti, ha a disposizione un gruppo di una profondità e di una qualità sconosciuta alle rivali. Un fattore, si è sempre pensato, fondamentale in un finale di stagione senza fiato, con un calendario fittissimo e con impegni ravvicinati. Il paradosso emerso dalla Coppa Italia è che i cambi dei bianconeri non hanno fatto la differenza, né con il Milan, né con il Napoli. Anzi, in finale, Gattuso ha avuto un apporto maggiore dalla panchina rispetto al Comandante, trovando risorse fondamentali per arrivare al traguardo. E il discorso non riguarda naturalmente i rigori, in cui può capitare di tutto, ma i tempi regolamentari.
ZERO. Nei primi 180 minuti dopo il Covid, le notizie non sono state positive per Sarri, che ha potuto sperimentare la novità regolamentare dei cambi allargati - cinque e non più tre, come d’abitudine - senza ricavarne nulla. Il contributo dei subentranti è stato pari a zero. Contro il Milan, l’allenatore bianconero ha effettuato quattro sostituzioni in due momenti diversi, inserendo, all’alba del secondo tempo, tre uomini contemporaneamente: fuori Pjanic, Matuidi e Douglas Costa, dentro Bernardeschi, Rabiot e Khedira. «Ho fatto una caz...ta, mi sono fatto prendere dall’entusiasmo - ha poi sorriso - Cambiando tre giocatori, muta l'equilibrio della squadra. E' un rischio che ci siamo presi, forse devo selezionare i cambi in più frazioni». In verità, più che della sua mossa, Sarri non è rimasto soddisfatto dell’impatto che i tre hanno avuto sulla partita: si attendeva infatti un approccio più consistente e migliore, anche perché le condizioni della partita, con i rossoneri in inferiorità numerica, lo favorivano. E, invece, è andata in modo diverso. Sarri si aspettava da parte di tutti un ingresso in campo come è stato quello di Cuadrado nel finale di partita: il colombiano in pochi minuti ha fatto di più dei tre compagni in quasi un tempo, andando anche vicino al gol.
FINALE UGUALE. In finale, i cambi sono stati soltanto tre - Danilo per Douglas Costa, Bernardeschi per Pjanic e Ramsey per Cuadrado - ma il risultato è stato il medesimo. Danilo non ha lasciato traccia (a parte il rigore sbagliato), Bernardeschi è apparso ancora una volta molle e svuotato, regalando con una leggerezza l’angolo su cui Buffon ha compiuto due miracoli. Al gallese si può imputare poco perché ha avuto a disposizione soltanto briciole di partita per poter incidere e ha segnato il suo rigore. Ora Sarri auspica una svolta, perché con gli infortuni di Alex Sandro e Khedira le rotazioni si restringono e tutti saranno coinvolti da qui alla fine. I rientro di Chiellini e Higuain (e magari di Demiral) potranno aiutare, ma per prima cosa l’allenatore cerca uno scatto da chi finora ha deluso. Affinché pure la panchina possa essere davvero un fattore reale. E non soltanto sulla carta.