Corriere dello Sport

GATTUSO: NAPOLI, ORA CAMPIONATO E BARÇA

Dopo la Coppa Italia nei piani del tecnico azzurro c’è l’obiettivo Champions «I punti da recuperare sono tanti ma ci proveremo. Al Camp Nou ce la giocheremo e vedremo...»

- Di Fabio Mandarini

Il calcio passa, gli uomini restano: e Rino Gattuso, l’allenatore che ha letteralme­nte resuscitat­o un Napoli stravolto da troppe problemati­che di gruppo e in piena crisi tecnica e di risultati in campionato a dispetto di una marcia trionfale in Champions, è già entrato nell’anima dei suoi giocatori e della città. E sia chiaro: la conquista della Coppa Italia ha un peso decisivo, è innegabile, però sono altre le corde che Rino è riuscito a toccare: «Io sono spontaneo, gioco su un solo tavolo. Penso che piaccia». Eccolo, il signor Gattuso: valori d’altri tempi, fedele a se stesso e la verità come religione. Un uomo vero, appunto: «Sono il miglior amico dei calciatori, ma quando si allenano sono il peggior nemico». La grandezza di un leader è tutta qui: riuscire a guadagnare il rispetto attraverso l’umiltà e il lavoro. Con la semplicità: e lui ci è riuscito, altroché; e poi ha conquistat­o anche la stima e la fiducia di De Laurentiis, tant’è che ormai il rinnovo è davvero una formalità. Bene, benissimo, però guai ad esagerare: «Felice per la coppa, certo, ma ora abbiamo il dovere di onorare il campionato e la Champions: a Barcellona non andremo mica in vacanza, ce la giocheremo».

LA COPPA. E allora, riecco Gattuso. Più riposato, dopo l’alba della coppa, ma con il cuore inevitabil­mente segnato dalla storia di Francesca. Sua sorella, una ferita che non smetterà mai di sanguinare: «Al funerale è stato duro vedere l’abbraccio di mamma e papà. Mia sorella sta bene lassù, un giorno ci incontrere­mo di nuovo e faremo una bella chiacchier­ata». Rino il grande è così, non si nasconde mai. E il botta e risposta andato in scena ieri ai microfoni di Kiss Kiss Napoli è l’ennesima prova del valore assoluto della persona. Che va di pari passo con i meriti tecnici: «Non porto mai rancore verso i calciatori quando sbagliano, il giorno dopo è passato tutto. Sono il miglior amico e il peggior nemico quando si lavora». I suoi lo amano, sul serio, e non è un caso che Mertens sia rimasto più volentieri e che la squadra gli abbia fatto portare la Coppa Italia a casa: «Un bel segnale, davvero: questa squadra mi ha sempre rispettato. E comunque un giocatore può anche mandarmi a quel paese, ma nessuno deve toccare il mio staff».

LA VERITÀ. A proposito: «Sapevo che fare l’allenatore non sarebbe stato facile e che non sarebbe bastato un passato da grande calciatore: io e Gigi Riccio…». Il vice, nonché un amico per la pelle. «Io e Gigi, dicevo, abbiamo cominciato a collaborar­e sette anni fa e abbiamo girato e compiuto scelte difficili, ma ogni giorno c’è sempre da imparare: ho costruito una carriera sull'umiltà e lo spirito di sacrificio e ora sto facendo altrettant­o». Ma lei, Rino, cos'ha di speciale? «Non lo so, dico quello che penso ma sono migliorato: pane al pane e vino al vino anche se qualcuno può restarci male».

CAMPIONATO E CHAMPIONS. Martedì, intanto, torna il campionato: «Possiamo ancora crescere: da giocatore, quando vincevo un trofeo, pensavo subito al giorno dopo, ai difetti e a cosa fare per migliorare. Beh, questa cosa mi è rimasta: bisogna liberare la testa e farsi trovare pronti. Abbiamo il dovere di giocare al meglio queste dodici partite a cominciare dal Verona: è una squadra forte e aggressiva, ci metterà in difficoltà». Obiettivo quarto posto? «Non lo so, se l’Atalanta vince il recupero va a più 12 punti. Certo, i risultati contano ma dobbiamo

recuperare il nostro gioco e migliorare nella pressione e nel palleggio». Verso il ritorno degli ottavi di Champions a Barcellona: «Siamo consapevol­i di affrontare un avversario più forte, ma arriveremo nelle condizioni psicofisic­he giuste: non sarà una vacanza, ce l’andremo a giocare. Anzi, vogliamo andare in vacanza il più tardi possibile».

 ?? MOSCA ?? Il cerchio magico azzurro: Gennaro Gattuso 42 anni allenatore del Napoli festeggia con la squadra a fine gara
MOSCA Il cerchio magico azzurro: Gennaro Gattuso 42 anni allenatore del Napoli festeggia con la squadra a fine gara
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