Corriere dello Sport

KJAER FINO ALLA FINE PER TENERSI IL MILAN

Musacchio out, per fare coppia con Romagnoli c’è soltanto il danese Sarà titolare in questo sprint: vuole guadagnars­i la conferma

- di Adriano Ancona ASS

C’è un disperato bisogno del miglior Kjaer. Lui sa come si porta una squadra in Europa: l’ha giocata per sei anni di fila. E ora il Milan può diventare la sua vetrina, complice l’emergenza difensiva sarà lui, con Romagnoli, a sostenere il reparto da qui alla fine. Il danese vuole restare in rossonero anche nella prossima stagione, lo ha ribadito martedì il suo agente. A bocce ferme se ne riparlerà. Anche perché 2,5 milioni per riscattarl­o dal Siviglia non sono un grosso ostacolo. E gli spagnoli sarebbero in difficoltà a tenere un giocatore prossimo ala scadenza contrattua­le, nel caso. Intanto Simon Kjaer attende segnali dalla società, possibilme­nte entro fine giugno. Lui a Milano pianterebb­e volentieri le tende, dopo che con l’Atalanta non è andata. Il difensore ha un bilancio in attivo con il Milan: tre vittorie su quattro con lui in campionato l’unica eccezione è stata il derby - più il discreto percorso in Coppa Italia dove Kjaer ha sempre giocato. Con le indicazion­i incoraggia­nti da mantenere anche a Lecce, lunedì sera.

INTESA CRESCENTE. Musacchio ha finito anzitempo la stagione (infortunat­o al pari di Duarte) e dovrebbe fare ritorno in Spagna, al Valencia. Kjaer, invece, non è così intenziona­to a ritrovare la Liga. Responsabi­lità al danese, allora. A sua volta di rientro da un infortunio. E deciso a trascinare la squadra in Europa League. Quando è arrivato al Milan, tirava addirittur­a aria di rincorsa Champions. Con la carica di Ibrahimovi­c e tre vittorie consecutiv­e - il filotto di gennaio - che i rossoneri non avevano ancora incasellat­o quest’anno. Tra Kjaer e Romagnoli l’intesa sta crescendo. Insieme hanno fermato la Juve, otto giorni fa. Mettendo il silenziato­re a Cristiano Ronaldo, nonostante gli oltre settanta minuti giocati con l’uomo in meno. Un bel modo di ricomincia­re, anche se la qualificaz­ione è sfuggita di mano. Ma il Milan fa conto di avere una coppia mica male, per le ultime dodici tappe del campionato. Un cammino in cui Kjaer non intende steccare. Magari prendendos­i le dovute rivincite davanti a Roma e Atalanta che non gli hanno dato tempo. Pioli incrocia le dita: del resto, come alternativ­a per la difesa gli resta solo il giovane Gabbia.

EUROPEO D’ABITUDINE. Un doppio mordi e fuggi, per Kjaer, che ha girato l’Europa rimanendo sempre un punto fermo della nazionale danese. Anche perché, le possibilit­à di mostrarsi a livello internazio­nale non gli sono mai mancate.

Tra Lilla, Fenerbahce e Siviglia, quello del centrale con Europa League e Champions è stato un appuntamen­to fisso. Che vuole tenersi stretto. E pure con la maglia dell’Atalanta, Kjaer una comparsa europea l’ha fatta in novembre durante una serata di San Siro contro la Dinamo Zagabria. Poi ha scelto la soluzione più o meno a chilometro zero: riciclarsi in un Milan che in quel momento stava attraversa­ndo la burrasca. Dopo il lock-down, le ambizioni sono ancora alte. E Kjaer non vuole fare dei rossoneri una semplice tappa.

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LAPRESSE Simon Kjaer, 31 anni, durante l’allenament­o a Milanello

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