Corriere dello Sport

Al lavoro sugli ultimi venti minuti dove la Juve in Coppa si è inceppata

Ma i bianconeri hanno già 2 gare nelle gambe e i rossoblù no Sinisa e lo staff studiano un gran finale

- Di Giorgio Burreddu

Intensi, traballant­i, fatali: attenzione agli ultimi venti minuti. Molti degli equilibri si giocano lì, in quello spicchio di tempo che nell’era pre-covid era stato il punto di forza per il Bologna di Sinisa Mihajlovic. In quei minuti aveva recuperato, qualche volta vinto. Adesso, con il ritorno alle sfide che contano, l’ultimo tratto di gara rischia di essere un problema. I novanta minuti ci sono, i rossoblù hanno nelle gambe i parametri di corsa per affrontare atleticame­nte una partita. In pratica: i dati dicono che il Bologna c’è. E allora? Manca un modello prestativo che permetta di giocare a calcio con un certo tipo di intensità, con modalità ben precise. Inevitabil­e, quello si acquista solo con le partite. Quella con la Juventus, dunque, i rossoblù la affrontano su equilibri sottili. La squadra di Sarri ha già due partite nelle gambe, e in questo momento della stagione, con lo stop, la pausa, e la ripresa degli allenament­i, due partite sono altamente allenanti. E il Bologna? Solo un’amichevole in famiglia al Dall’Ara. L’impossibil­ità di organizzar­e match con squadre di diversa caratura è stato un limite, e anche questo inciderà sull’andamento della sfida contro la Juve.

CONDIZIONE. D’altra parte, nessuno al momento ha ritmi partita elevati da poter mettere in gioco, né il Bologna né la Juventus. Il percorso di crescita è da completare, va affrontato con più tempo. Ma è chiaro che la squadra di Mihajlovic potrebbe avere un calo fisiologic­o negli ultimi venti minuti rispetto ai bianconeri. Il Bologna ci ha lavorato per gradi, facendo partite da sessanta, da settanta, da ottanta minuti. Coinvolgen­do dieci, poi undici elementi. Il percorso di crescita, di resistenza e velocità è stato fatto. Ma la partita si posiziona su equilibri differenti e quella con la Juve servirà anche a scoprire quali sono davvero le condizioni effettive della squadra. In linea generale lo stato di forma è buono, la squadra ha lavorato in crescendo e lo staff si è sempre prodigato nel dare ai calciatori la possibilit­à di affrontare le situazioni complesse, di ripeterle, e quindi di gestire al meglio una partita. Forzare troppo, però, non era possibile. Anche perché il rischio di infortuni resta alto, tra la prima e la terza settimana potrebbero essercene alcuni.

TANTO PRESSING. In più Mihajlovic non snaturerà il suo gioco. In queste settimane il Bologna ha lavorato molto sul pressing, la squadra ha spinto nella giusta direzione, l’unica che il tecnico serbo conosce. E questa è un’altra caratteris­tica del Bologna che rischia di subire un contraccol­po negli ultimi quindici-venti minuti. La squadra anche contro la Juventus partirà forte, Mihajlovic vuole vedere un gruppo convinto da subito. Si valutano cambi nell’intervallo e altri dopo venti minuti del secondo tempo. Serviranno a tamponare le difficoltà e a controllar­e meglio l’ultimo spicchio di partita. Le squadre molto tecniche, e quindi anche la Juventus, avranno un vantaggio anche maggiore: il possesso palla permetterà loro di gestire al massimo le energie e, all’occorrenza, spremerle negli ultimi quindici-venti minuti. C’è però un fattore che va contro ogni logica: è la volontà di vincere.

Prima della sosta Mihajlovic dal 75’ in poi era pericoloso: sarà ancora così?

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SCHICCHI Sinisa Mihajlovic con la squadra: pronta a essere subito al top

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