INSAZIABILE INZAGHI «MA IL BELLO DEVE ANCORA ARRIVARE»
La capolista sannita domani riparte da Cremona per ricominciare a vincere «Il calcio che riparte un segno di speranza per il Paese. Il Benevento vuole altri record Noi in A e scudetto a Simone? Finale perfetto»
Ha le mani allungate da tempo sulla Serie A, eppure la Strega di Inzaghi ha ancora fame. Anzi, è animata dalla solita insaziabilità con la quale ha sbriciolato una serie incredibile di record oscurando persino la Juve di Deschamps che in campo mandava Buffon, Del Piero e Trezeguet. Pippo non ha ancora finito: il bello deve arrivare alla guida di questo Benevento che torna in campo domani per completare una stagione inenarrabile e vincente. Nel mirino ce ne sono altri di record da cogliere e l’opportunità è a portata di mano, ma tutt’altro che scontata. Dopo aver temuto di vedere vanificato un lavoro incredibile per colpa della pandemia e di qualche maldestra manovra di “palazzo” non proprio esemplare da parte di chi avrebbe voluto invalidare tutto e impedire retrocessioni dalla A e promozioni dalla B, il tecnico giallorosso è pronto a ripartire esattamente da dove aveva lasciato con quella vittoria al “Vigorito” sul Pescara “mascherato”, unico avversario che è riuscito a batterlo in questo campionato. Ci proverà certamente anche Bisoli domani allo “Zini” con una Cremonese che ha già fatto vedere nel recupero di Ascoli di cosa è capace. Ma la capolista non trema ed è pronta a migliorare i suoi numeri da incorniciare. Superpippo ci spiega come.
Inzaghi, torna in campo anche ilsuoBenevento.Unasoluzione che lei ha sempre auspicato durante la grave emergenza. Quanto ha temuto di dover rinunciare a una promozione meritata? «Sinceramente non ho mai pensato a un epilogo negativo. Peraltro in pochi hanno messo in dubbio la nostra promozione. Tutti quei punti di vantaggio hanno colpito l’opinione pubblica. Poi è stato giusto pensare prioritariamente alla vita e alla salute delle persone che soffrivano. Per fortuna la situazione è migliorata e ricominciare è giusto. Un segnale di speranza alla gente, perché il calcio è di tutti non solo dei calciatori».
Il suo Benevento ha contribuito a riaffermare il merito sportivo, un concetto alla base del nostro movimento, come rimarcato dal presidenteVigorito.Dopotantirecord, lei si ritiene soddisfatto di questo successo fuori del campo? «Direi di sì. Anche se i furbi ci saranno sempre, il merito sportivo deve essere premiato in ogni caso. Dopo otto mesi era giusto ripartire e portare a terminare il campionato. Tutti abbiamo fatto sacrifici. Ora mi auguro che possiamo ritrovare anche i nostri tifosi sugli spalti. Col giusto distanziamento e con l’allentamento dell’emergenza sanitaria credo si possa aggiungere quest’altro tassello».
Il conto alla rovescia per la promozione è iniziato. Una pura formalità tagliare questo traguardo ormai scontatoperlasuasquadraobisognerà continuare a lottare e a battersi con la stessa intensità di prima della pandemia?
«Intanto fare previsioni è più difficile. Io ho ritrovato la solita Strega insaziabile. Ma i tre mesi trascorsi a casa sono una novità per tutti. Sarà necessario capire chi è in forma e chi lo è di meno. Ma mi auguro di ripartire e noi ci giochiamo subito due record. Insomma, abbiamo tante motivazioni e ci sono grandi stimoli. Comunque, l’atteggiamento di questi ragazzi fenomenali è il record più bello già scritto. Poi mi auguro di fare ancora bene».
A proposito di pandemia, qual è la lezione che il nostro calcio dovrà trarne?
«Quella di tornare un po’ con i piedi per terra. I grandi giocatori debbono sempre esserci, fanno parte dello spettacolo e di questo mondo e capisco che guadagnino certe cifre. Ma poi bisognerà tornare alla realtà. Questa pandemia ci ha tolto tante cose. Ora ci serve un po’ di allegria e il calcio, che è gioia sempre, può aiutarci. E’ la vita che riparte».
La sua squadra ha dimostrato sin dall’inizio di avere una mentalità vincente e di non accontentarsi mai. Pensa di poter riproporre questa stessa “formula” nelle ultime dieci gare della stagione regolare? «Il Benevento proverà ad andare avanti sulle certezze che aveva prima del lockdown. Noi abbiamo cercato di migliorarci nonostante tutto. Nessuno avrebbe potuto pensare di dominare in questo modo la stagione. E ringrazio la società per il gruppo che mi ha messo a disposizione. Tutto impensabile senza questo sforzo iniziale.
Poi il mio staff ha portato un metodo di lavoro che ha dato i suoi risultati che hanno sorpreso anche me. Non abbiamo mai mollato e il Benevento non si è mai accontentato. Ho avuto subito la sensazione di lavorare con uomini veri».
Mancanza di condizione atletica, rischio infortuni, disabitudine mentale a stare in campo in estate e la paura di contagiarsi. Quali,secondoInzaghi,ledifficoltà maggiori da superare ripartendo? «Sono tutti fattori determinanti. Io sono curioso di vedere la reazione del mio gruppo. Non è mai successo di allenare calciatori dopo tre mesi di stop forzato. Li abbiamo trattati come venissero da infortuni. Ora bisognerà capire chi è più pronto. I cinque cambi ci aiuteranno a evitare dei ko che certamente ci saranno. Cercheremo di alternare le risorse disponibili. Anche attingendo ai giovani. Avevamo già iniziato con Di Serio, un ragazzo di qualità. Continueremo a gestire le nostre risorse che sono tante. Ma non sarà semplice per nessuno gestire questo finale».
A chi dedicherà un eventuale successo a Cremona?
«Io ho un grande debito di riconoscenza verso il presidente Vigorito e il ds Foggia. Già dai tempi di Venezia mi avevano cercato. Poi le cose sono andate diversamente. Ma loro non mi hanno messo da parte e non ho mai dimenticato la loro stima. Sono felice dei frutti di questo Benevento soprattutto per loro. Poi credo sia giusto riconoscere quanto dovuto ai miei ragazzi e ai tifosi. Tutti ci meritiamo di festeggiare».
E la Serie A imminente a chi intende intitolarla?
«Bisogna fare 8 punti. Prima aspettiamo il conforto della matematica, ci sono altre dieci partite. E’ chiaro che il primo pensiero va a chi ha sofferto. Mi auguro che la ripartenza sia un segnale di vita e di speranza per il Paese e in particolare per le persone maggiormente colpite dal virus. Il popolo italiano ha dimostrato che nei momenti decisivi sa comportarsi con grande responsabilità».
I tifosi hanno già avviato il countdown per la promozione. Ma c’è chi pensa già alla prossima squadra per la A. Possiamo dire che riprodurre anche nella massima serie le qualità che hanno reso invincibile il Benevento potrebbe essere un ottimo punto di partenza? «Ci deve sempre essere la voglia di vincere. Dovremo crescere e per giocare contro squadre fortissime sarà indispensabile farlo. Spero che tutti ci temeranno anche in A. Ma io sono felice di lavorare in questa società. Ne conosco l’ambizione. È l’ambiente ideale per costruire qualcosa d’importante».
I concetti portanti del suo calcio potrebbero essere racchiusi in due qualità che la Strega ha spinto all’estremo: umiltà e ambizione. Saranno utilizzabili anche in A con la stessa intensità?
«Sono qualità che non dovranno mai mancare. Io non ho mai lasciato niente di intentato, per alzare l’asticella ho sempre fatto grandi sacrifici. Ma non mi è mai piaciuta la presunzione. Per arrivare, nella vita come nel calcio, bisogna dare tanto prima di ottenere. E stato così anche da calciatore per me».
Intanto, continuano a inseguirsi i primi nomi di possibili rinforzi.
Quello di Daniel Sturridge infiamma i cuori dei tifosi giallorossi. Poi cosa servirà per fare bene?
«Noi abbiamo le idee chiare ma per rispetto dei miei calciatori non parlo di rinforzi in questo momento. Questo gruppo sarà una base importante e può fare bene anche in A, campionato diverso e più complicato. Poi, dovremo aumentare le nostre qualità e le nostre potenzialità. Ma niente nomi. Adesso concentriamoci per chiudere il cerchio e continuare a fare quello che abbiamo fatto prima della sosta. Non sarà facile, ma vogliamo ancora stupire, migliorando i nostri risultati in campo».
Quanto si è divertito con questo
«Ha vinto il merito sportivo. Ma non ho mai pensato di arrendermi al Covid»
«Adesso dieci gare imprevedibili. Ma sappiamo cosa fare Gruppo fenomenale»
Benevento plasmato a sua immagine e somiglianza: caparbio, insaziabile, determinato e vincente? «Io su un campo verde mi diverto sempre, anche con gli amici. Figuriamoci con il Benevento. Ero sicuro che avrei fatto bene anche al Sud. La gente qui mi ha sempre riservato affetto ovunque anche da calciatore. Il calore delle persone mi aiuta a vivere. Mi nutro dell’affetto della tifoseria e sono davvero felice della scelta fatta. Constatare l’orgoglio della società, che è il mio stesso orgoglio, mi gratifica molto. Siamo stati bravi a far sembrare tutto semplice, ma è stato faticoso e incredibilmente divertente».
Lei da calciatore ha vinto tutto con Juve, Milan e Nazionale: scudetti, champions, mondiali. Il suo nome come bomber implacabile e per gol realizzati è accostato a fuoriclasse come Cristiano Ronaldo, Messi, Raùl. In panchina tutto più semplice o tutto più complicato? «Maledettamente tutto più complicato, non ci sono dubbi. Però anche molto gratificante. Un ruolo diverso, perché hai tantissime responsabilità. Devi entrare nella testa di tutti e devi rispondere a presidente, ds, allo staff e ai calciatori. Ma i risultati quando arrivano danno addirittura gioie maggiori rispetto a quanto fatto da giocatore. Anche a Venezia è stato così con una promozione dalla C, la Coppa Italia vinta, i playoff in B, ma anche il Viareggio con la Primavera del Milan, probabilmente questo campionato con la Strega: sono tutte soddisfazioni incredibili. E in panchina esulto sempre allo stesso modo di quando ero in campo, lo faccio da quando avevo 12 anni. Evidentemente la mia testa mi dice di essere felice quando sono là in mezzo».
Si è complimentato con il suo amicoGattusoperlavittoriadellaCoppa Italia? «Sono contentissimo per Rino per il suo primo trofeo in una piazza così importante e poi perché per lui è un momento particolare. La Juve è una squadra forte e il Napoli è venuto fuori e ha meritato la vittoria anche se ai rigori è sempre una lotteria. La condizione non può essere ottimale, il Napoli aveva un giorno in meno di recupero. Complimenti al mio amico Gattuso. Sarà bello anche il campionato, ora è tutto più equilibrato e incerto e ciò aumenterà lo spettacolo».
La nuova formula Champions può diventare strutturale e quali sorprese può riservare? «Anche la Champions sarà avvincente ma diversa. Sarà indispensabile approcciarla come un mondiale. In partite secche può succedere di tutto. L’Atalanta può arrivare sino alla fine dopo le tante cose belle fatte. Per la gente di Bergamo sarebbe una giusta compensazione per quello che è stata costretta a vivere per la pandemia. E’ straordinario quello che ha già fatto Gasperini. Ma sono curioso di questo nuovo scenario che renderà tutto più contendibile e bello».
Pippo Inzaghi in A e Simone Inzaghi campione d’Italia: finale perfetto? «Sarebbe davvero una gioia pazzesca. Un riconoscimento all’amore e alla passione che abbiamo sempre messo in quello che facciamo. Scherzando ogni tanto sommavamo le gare senza sconfitte di Benevento e Lazio, in tutto 40. Simone si è consacrato come un tecnico di livello internazionale al di là dell’esito di questa stagione. Sarà un finale avvincente. Il fatto di giocare ogni tre giorni potrebbe essere uno svantaggio per chi ha organici meno ricchi. Anche se non partecipare a coppe potrebbe essere un fattore a favore della Lazio. Io e Simone ci confrontiamo tutti i giorni, lui è diventato un esempio non solo per me».
Ai sanniti cosa può promettere dopo la A, ormai scontata? «Intanto li ringrazio di essere stati sempre al fianco del Benevento. Hanno la fortuna di avere un presidente come Oreste Vigorito che è merce rara in questo calcio e una società ambiziosa. Cosa posso promettere? Intanto li invito a godersi questa squadra. Posso assicurare sin d’ora che ci batteremo sempre affinché i nostri tifosi possano continuare a essere orgogliosi della loro Strega».
Anche in Serie A. Parola di Superpippo, uno che sa come si fa ad esultare!
«Sono vicino al mio amico Gattuso e felice per la Coppa Italia vinta col suo Napoli» «Mi confronto con mio fratello. La Lazio può giocarsela contro tutti E lui è già un esempio»