«Se il Palermo arriva a Caserta fa un affare»
25 novembre 2007: la Juve di Ranieri travolge (5-0) il Palermo di Colantuono che viene esonerato, malgrado il 6° posto in classifica in piena zona Uefa. Il solito Zamparini. A distanza di 13 anni, col senno del poi fa più scalpore e desta curiosità la presenza tra i titolari di Fabio Caserta, allenatore in pectore per il prossimo anno, preferito a Edinson Cavani! Ne abbiamo sorriso con Stefano Colantuono che racconta l'episodio e parla di Caserta che volle nel Palermo e col quale mantiene rapporti di amicizia. «Francamente, non ricordo per quale motivo Cavani non giocasse. A vent'anni, da sei mesi a Palermo, non era ancora né carne né pesce e avevamo Amauri e Miccoli! Lo impiegai diciassette volte dall'inizio e sedici dalla panchina, era gà titolare».
Caserta, però, un suo pallino.
«Lo seguivo con attenzione, disputò buoni campionati a Catania. Nel Palermo mi serviva uno duttile, centrocampista, esterno, rifinitore, con propensione al gol. Ne parlai con Foschi e Sagramola e lo prendemmo».
Lo stimava anche umanamente. «Giocatori come Fabio sono manna per gli allenatori: si allenava scrupolosamente, tirava fuori la prestazione anche se non era al massimo. Un professionista».
L’ha seguito come allenatore? «Mai perso di vista. Mi venne a trovare quando ero alla Salernitana. Sta facendo bene».
A Caserta piace il 4-3-3.
«Il suo marchio di fabbrica, ha ottenuto buoni risultati, normale che insista».
L’uomo giusto per i rosa? «Bisogna sempre parlare al condizionale, la Juve Stabia ha messo le mani avanti. Certo un allenatore come Caserta, a Palermo, ci sta».
Una sfida affascinante la sua. «Avrebbe la possibilità di traghettare i rosa in B perché sorretto da una società all'altezza. Conosco Sagramola, ora vuole riportare il Palermo nelle alte sfere. Quello di C sarà uno scoglio difficile. Più di una promozione dalla B alla A».
Dirigenti o tecnico: chi fa la squadra?
«Il tecnico deve confrontarsi con la società, spiegare le caratteristiche dei calciatori che fanno al suo caso, capire quali sono i programmi e cercare di centrarli. Il Palermo sa come muoversi e, se punta su Fabio, è la scelta migliore».
Ha seguito il Palermo in D?
«Da lontano ma con affetto perché l’artefice del successo, Pergolizzi, è un mio caro amico e con lui ho giocato ad Ascoli. Mi fa piacere anche per la città che merita di uscire da queste categorie. Nel calcio, nulla è scontato».
E Colantuono cosa fa? «Aspetto.Un anno fa, ho perso la sorella, dopo averla seguita negli ultimi mesi di vita, e ho dovuto lasciare la Salernitana. Ora, sono pronto per una nuova avventura».
«Io l’ho allenato proprio in rosanero e l’ho fatto giocare al posto di Cavani...»