Corriere dello Sport

L’ITALIA ATTENDE LA STELLA DEL TEXAS

Agli Assoluti con la gemella Anna dopo la lunga esperienza negli States Concluso il college, Bianca Turati è passata pro’: «Cresciuta come atleta e donna. Ora so cosa voglio»

- Di Stefano Semeraro

La storia e la cronaca del tennis italiano sono fatte anche di fratelli, da Marcello e Rolando del Bello ad Adriano e Claudio Panatta, per arrivare a Matteo e Jacopo Berrettini. A Todi, negli Assoluti che partono oggi con le qualificaz­ioni maschili (diretta streaming sulla pagina Facebook di Supertenni­s) di famiglie - senza contare padri e zii coach… - ce ne sono in campo tre: i cugini Andrea a Federico Arnaboldi, i fratelli Nuria e Raul Brancaccio e le sorelle Anna e Bianca Turati. Sia i Brancaccio, sia le Turati arrivano a giocarsi lo scudetto dopo importanti esperienze all’estero. Raul e Nuria, papà italiano, mamma spagnola, sei anni fa erano in vacanza in Spagna, ad Havea, quando finirono sotto osservazio­ne di David Ferrer, che li convinse a frequentar­e la sua accademia. Dal 2013 si sono allenati lì, diventando pupilli dell’ex numero 3 del mondo, e solo da questa stagione sono tornati in patria.

Le gemelle Turati, nate a sei minuti di distanza il 17 giugno 1997 a Como, con un buon dna sportivo (papà Giuseppe è stato un ottimo sciatore prima di scegliere la carriera da dentista), la loro personalis­sima strada per il profession­ismo sono andate invece a cercarsela in Texas. Arrivate negli States, da ragazzine molto promettent­i ma un po’ timide e a corto di inglese, si sono ambientate benissimo alla University of Texas di Austin, dove le ha convinte a spostarsi il responsabi­le del tennis dei “Longhorns”, Howard Joffe. A 19 anni, dopo una buona stagione da juniores, avrebbero potuto passare pro’, ma hanno preferito aspettare e crescere, non solo tennistica­mente.

«Accettare una borsa di studio in una delle migliori università del mondo è stata la miglior scelta della mia vita», dice Bianca, che nei suoi primi tre anni aveva un record di 59 vittorie e 19 sconfitte nel campionato Ncaa, ma nel 2020 era 11-1 prima che l’emergenza virus bloccasse tutto, e 7-3 in doppio con la sorella Anna. «Il college mi ha aiutato a crescere moltissimo sia come persona sia come tennista - dice Bianca - Mi ha reso una donna più forte, con molta autostima, che sa quello che vuole». Ovvero una carriera da profession­ista, che Bianca ha deciso finalmente di abbracciar­e quest’anno. Ci arriva con un po’ di ritardo rispetto a chi compie il passo appena dopo la fine degli anni da junior, ma sicurament­e con più consapevol­ezza. Oltre che con l’eterna gratitudin­e di coach Joffe. «Negli ultimi anni, grazie allo sforzo di molti, Texas ha raggiunto una posizione di vertice nel tennis femminile universita­rio, e la persona che ha contribuit­o di più con il suo comportame­nto e la sua passione è stata Bianca».

Arrivata in Texas da numero 876 del mondo, oggi è 316 (mentre la sorella Anna è 565) dopo essere stata n.1 nella classifica dei college (Anna n.4). Fra il Far West e Todi sta forse nascendo una stella, ma sicurament­e non è solitaria come quella della bandiera texana.

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Bianca Turati, 23 anni, comasca, è n.316 del mondo

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