Corriere dello Sport

IL SALVA SARRI

Tocca al tecnico scacciare le inquietudi­ni che la seconda sconfitta stagionale in una finale ha riportato nella Juve Con la serie A e la Champions ancora a portata nulla è perduto però una fetta di futuro si gioca sulla sua capacità di svoltare 1 Ritrova

- di Filippo Bonsignore

Adesso tocca a Sarri. E’ arrivato il suo momento, mai come ora è il Comandante a doversi riappropri­are del timone e riportare la nave sballottat­a dai flutti in acque tranquille e sulla rotta giusta. Così da scacciare le inquietudi­ni e i dubbi che il secondo scivolone stagionale in una finale ha acuito a dismisura. Per sé stesso, per la Juve, per il presente e per il futuro. Già, perché in gioco c’è anche il futuro: in un club in cui vincere è l’unica cosa che conta, la sconfitta può essere soltanto un incidente, non certo la normalità. Serve una sterzata, insomma, perché, con scudetto e Champions League ancora da decidere, nulla è perduto. A patto, però, di invertire il trend di questa ripresa che riportato le lancette dell’orologio al periodo pre-sosta. Sono tornati alla luce tutti i problemi e le contraddiz­ioni di allora, appesantit­i ulteriorme­nte da una condizione fisica precaria. Come uscirne, quindi?

RONALDO. La prima mossa del tecnico è ritrovare il vero Ronaldo. Con CR7 al top, tutto è possibile. Per riavere il fenomeno in piena forma è soltanto questione di tempo, anche lui ne ha bisogno per tornare brillante e decisivo. Con Cristiano nuovamente dominante, come si è visto da dicembre fino alla pausa, molti guai della Juve potrebbero essere risolti. Non è però soltanto questo il punto. Anche il rapporto tra allenatore e campione vive su un equilibrio molto sottile. A novembre la situazione era esplosa pubblicame­nte con la rabbia per la sostituzio­ne nel match con il

Milan, poi tutto era rientrato. Ma Ronaldo non è tipo che ami essere ingessato in intransige­nze tattiche o novità, come la posizione di centravant­i in cui Sarri l’ha schierato in semifinale di coppa Italia. Scelta, peraltro, immediatam­ente accantonat­a in finale. E non possono passare inosservat­e le parole di Elma Aveiro, una delle sorelle del fenomeno, che sui social ha criticato il tecnico per il gioco deludente.

NO EQUIVOCI. La questione Ronaldo si lega alla necessità complessiv­a di evitare equivoci tattici, non soltanto per lui ma per tutti. Spesso, finora, Sarri ha sperimenta­to, ha cercato la Juve montandola e rimontando­la, specie in attacco, dove l’obiettivo, ancora irrisolto, è stato far convivere CR7 e Dybala. Il rientro di Higuain potrà agevolare il ritorno al tridente classico con Douglas, Cuadrado o Bernardesc­hi in fascia in alternativ­a alla Joya.

SINTONIA. C’è anche un problema di sintonia. Sarri e il gruppo devono riallinear­si su una linea comune per raggiunger­e i traguardi stagionali. Per ora sembra che viaggino su binari diversi, con il tecnico che fatica a farsi comprender­e e la squadra che sembra abbia perso lo spirito e la forza mentale che la contraddis­tinguono da sempre.

PJANIC. La condizione fisica crescerà e potrà certamente aiutare ma gli infortuni rischiano di complicare ulteriorme­nte il percorso. Ecco allora che serve l’apporto di tutti, nessuno escluso. E il primo nome che viene in mente è Pjanic. Mire è il cervello designato della Juve ma attraversa un periodo di difficoltà, anche per voci di mercato che possono distrarre. Riuscire nella missione di rivitalizz­are il bosniaco potrebbe rivelarsi un jolly vincente. Adesso tocca a Sarri. Ora o mai più.

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