Corriere dello Sport

La rotta ritrovata da Rino

- di Angelo Carotenuto

Non esiste dunque un solo Napoli. Dopo aver vinto la Coppa Italia con due partite impostate sull’attesa e il dis-possesso palla, Gattuso è andato a Verona con uno spartito diverso, per convincere se stesso, la squadra e l’ambiente intero che nel progetto iniziale immaginato per questa stagione esisteva un’intuizione esatta, tradita poi sul campo da qualche interpreta­zione sbagliata, da una tensione inopportun­a e da troppe incomprens­ioni. Il Napoli pensato in estate per Ancelotti era un mazzo di carte con molte soluzioni possibili, ora tornato intatto tra le mani di Gattuso. Un Napoli liquido, con più identità genetiche, capace di difendersi corto, basso e stretto sul confine della propria area contro Inter e Juventus, così come di dedicarsi al palleggio - a cominciare dal basso - se di fronte ha il Verona. Era l’idea di partenza ed è apparsa nella sua pienezza solo ora, miracolosa­mente, in dieci giorni, senza più svogliatez­ze. È questo il vero merito di Gattuso, prima di ogni altro. Aver riportato la squadra con la testa dentro i suoi doveri. La lunga sosta ha come cancellato la memoria di uno scoramento mai spiegato bene fino in fondo, mai davvero contrastat­o con tutte le forze. C’è un patrimonio nuovo di serietà su cui può fare affidament­o Gattuso. Una volta riparato quello, non ci possono essere particolar­i questioni tecniche né tattiche da sanare con questa rosa. Le cinque sostituzio­ni stanno perfino amplifican­do le potenziali­tà di un Napoli che aveva perso l’idea di essere un gruppo, e insieme a quell’idea anche la rotta. Ha una sua forza simbolica vedere nella stessa sera il ritorno di Ghoulam in campo e il ritorno al gol di Lozano. È un Napoli così votato alla responsabi­lità da riuscire a convivere senza conseguenz­e negative con alcune situazioni precarie, come il contratto in scadenza di Callejón, la tentazione di Milik di vivere un futuro altrove, la possibilit­à che siano al capolinea uomini importanti come Allan e Koulibaly. Tutto quello che era disturbo e rumore, ora è un normale sottofondo come tanti, in uno spogliatoi­o di profession­isti. Alla fine non può dirsi neanche una sorpresa. È un mistero casomai come non sia stato possibile rimediare al caos già mesi fa. È un Napoli che a modo suo sta ricomincia­ndo daccapo. Può convincers­i di avere ancora della strada davanti in campionato solo andando a vincere a Bergamo. Altrimenti dovrà pensare a Barcellona.

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