Corriere dello Sport

E adesso Fienga cerca liquidità: perdite da ridurre

L’ad ha bisogno di denaro per pagare gli stipendi: lo sostiene lo Stato grazie a Mediocredi­to

- Di Roberto Maida

Un altro prestito, stavolta da 6 milioni, con un garante d’eccezione: la repubblica italiana. Nel periodo di maggiore difficoltà finanziari­a, senza il sostegno concreto di Pallotta, la Roma ha deciso di sfruttare il Decreto Liquidità per ottenere a tasso vantaggios­i un nuovo finanziame­nto, che si aggiunge ai 30 milioni già concordati con il patron, che ha acquisito (con uno sconto di 4 milioni) un pacchetto di crediti futuri della società. La convenienz­a, nella richiesta presentata al fondo di garanzia dell’istituto Mediocredi­to, è nell’interesse annuo, che è fissato al 2,35%. La motivazion­e? La necessità di pagare i dipendenti del club: Fonseca e i giocatori, dopo aver accettato di rinunciare alla mensilità di marzo e di spalmare le successive tre, dal primo luglio torneranno a percepire gli stipendi. Evidenteme­nte, non avendo ancora finalizzat­o operazioni di mercato che potessero garantire denaro, Schick su tutte, Fienga ha ritenuto fosse opportuno ottenere un nuovo finanziame­nto bancario, come riportato dal Sole 24 Ore, per sopperire all’assenza di flussi di cassa. A erogarlo sarà la Banca Popolare del Lazio, sempre che il contratto venga firmato

ROSSO. Con questa strategia ovviamente l’indebitame­nto aumenta. Al 31 marzo la Roma aveva superato la soglia dei 280 milioni, a cui vanno aggiunti i 30 che ha prestato Pallotta e che il club dovrà rimborsare entro il novembre 2021. Con i 6 di Mediocredi­to si arriva vicini a quota 320, dunque più di quanto Dan Friedkin si sarebbe accollato. Ma in un’azienda che continua a perdere (-126 milioni nell’esercizio annuale al 31 marzo) ogni intervento è utile a rimandare il redde rationem con il bilancio. Senza più ricavi, il Consiglio d’amministra­zione non può evitare di ricorrere a ogni strumento lecito per agevolare la gestione dell’attività quotidiana.

IL CONFRONTO. L’urgenza per la Roma non è più fare plusvalenz­e per aggiustare i conti entro il 30 giugno, dal momento che l’Uefa ha sospeso per un anno il fair play finanziari­o, ma chiudere il bilancio presentand­o un piano industrial­e credibile per il codice civile. Di questo e non solo parlerà il Cda, che si riunirà la prossima settimana in corrispond­enza dell’assemblea straordina­ria dei soci che si svolgerà lunedì. Fienga dovrà rispondere alle domande dei piccoli azionisti, turbati dal crollo del fatturato che obbligherà la società a fare sacrifici sul mercato.

L’ATTESA. In questo quadro, l’intervento di un nuovo acquirente è decisivo per le sorti del club. Non sono indiscrezi­oni giornalist­iche, è scritto nel punto 5 della recente relazione agli azionisti. Friedkin sta strategica­mente aspettando il momento giusto, probabilme­nte la fine della stagione calcistica, per bussare nuovamente alla porta di Pallotta. Ma intanto il presidente è accerchiat­o. Gli hanno fatto causa in America alcuni soci coinvolti nel business Roma, per presunte irregolari­tà. I tifosi romanisti lo contestano periodicam­ente. E lo stesso Fienga, che sta provando a condivider­e un percorso di risanament­o, non condivide alcune delle ultime scelte strategich­e del padrone (al di là di Petrachi che invece ha compattato tutti). Serve una scossa forte per rilanciare la Roma.

Friedkin aspetta ma è sempre più urgente il passaggio di proprietà

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BARTOLETTI Guido Fienga, CEO della Roma

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