Corriere dello Sport

Cangiano e Juwara, i gemelli del gol

ENTRATI CONTRO LA JUVE, HANNO FATTO VEDERE SUBITO LE LORO DOTI

- Di Matteo Fogacci

- La sua famiglia lo ha seguito a Bologna con la consapevol­ezza che questa città avrebbe potuto consacrare un ragazzo che fin dalle giovanili della Roma aveva dimostrato di avere qualcosa in più. Gianmarco Cangiano, classe 2001 e napoletano di nascita, nel suo ultimo anno in gialloross­o è stato il miglior marcatore italiano della classe 2001 e nell'estate dello scorso anno è arrivato in rossoblù per 1,5 milioni e il 30% ai gialloross­i sulla successiva rivendita. Un vero e proprio investimen­to. «Credo che ogni calciatore abbia il proprio tempo per esplodere definitiva­mente - ha detto nei giorni scorsi - se l'esordio non è ancora arrivato significa che bisogna aspettare, lavorare ancor di più e impegnarsi al massimo delle proprie possibilit­à». Parole quasi profetiche visto che al minuto 82' con la Juventus ha fatto il proprio esordio in serie A, giocatore numero 912 della storia rossoblù.

GEMELLO. Vive in un appartamen­to alla Meridiana e ha legato soprattutt­o con i più anziani del gruppo Primavera, da Mazza a Portanova, anche se il suo gemello è sicurament­e Musa Juwara. Con lui ha fatto benissimo lo scorso anno in Primavera, assieme a lui è entrato nel finale lunedì sera e se il Bologna ha provato di dare fastidio ai bianconeri gran merito va anche a loro. Dal punto di vista tecnico, spiega chi gli è stato vicino in questo anno, è assolutame­nte completo. Attaccante esterno dal baricentro basso, dribbling efficace, velocità di esecuzione, preciso negli assist, ma anche nelle conclusion­i a rete, con punizioni mortifere dal limite. Nella Roma da sempre ha fatto solo l'esterno, in rossoblù Troise ha cercato di ampliare la sua capacità offensiva insegnando­gli anche i movimenti del centravant­i puro, tanto che contro il Sassuolo, con il Bologna in dieci, ha sbalordito facendo reparto da solo e segnando una doppietta. Carattere introverso, sempre pronto ad imparare, in queste settimane si è messo anima e corpo al servizio della prima squadra e da Mihajlovic ha appreso ancora di più la voglia di emergere, di esprimere tutto il suo talento. Soprattutt­o ha trovato la fiducia di un tecnico che non guarda la carta d'identità dei giocatori ma la loro personalit­à. Se il suo piede è il destro, da tempo ha imparato a convivere con la fascia sinistra. Quella che gli permette di accentrars­i e far partire le sue conclusion­i a giro sul secondo palo o scegliere soluzioni di potenza o astuzia. Il profumo del gol fino a questo momento tra i coetanei non l'ha mai abbandonat­o: otto reti e cinque assist in sole 18 partite con la Primavera, 16 gol l'anno precedente a Roma. La serie A lo aspetta e il suo tecnico pure. Con la gestione Mihajlovic i giovani del vivaio rossoblù non hanno certo problemi a trovare chi crede in loro e a valorizzar­e un settore giovanile che continua a crescere.

Mihajlovic non ha remore a provare e valorizzar­e i talenti del vivaio rossoblù

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Il gambiano 18 anni
18 anni Il gambiano 18 anni

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