Ducati sforna un’altra invenzione
Ufficioso, come il primo confronto tra le MotoGP e come i riscontri cronometrici. Misano, che sarà l’unico teatro italiano del Motomondiale e della Superbike in questo 2020, ha ospitato ieri la prima giornata di test MotoGP aperta ai collaudatori di Ducati e Suzuki e ai piloti ufficiali di KTM e Aprilia, case che possono contare sulle concessioni regolamentari. Ma ieri hanno fatto capolino anche le Ducati Superbike ufficiali, in attesa che oggi entrino in scena le Kawasaki, per un suggestivo raffronto tra prototipi e derivate dalla serie. Rappresentate anche dal pentacampione Jonathan Rea, arrivato a Misano dopo un lungo viaggio in camper con la famiglia.
Il tutto è all’insegna dell’ufficiosità e non dell’ufficialità. Nessun crono pubblicato, anche se Pol Espargaro - oggi prima guida KTM, in attesa di passare in HRC accanto a Marc Marquez nel 2021 - avrebbe preceduto tutti in 1’33”0. Un tempo buono per la seconda fila nel GP del 2019, condizionato però da un asfalto scivoloso.
Lo spagnolo, che nel 2021 verrà sostituito da Danilo Petrucci, avrebbe preceduto di circa un secondo le Aprilia, dell’altro Espargaro (1’33”9 per Aleix) e Bradley Smith (1’34”0). Per la nuovissima RS-GP sono stati chilometri preziosi nella terza uscita dopo Sepang e Losail: un’uscita importante perché servirà omologare il motore in vista del 2020.
Nessun riscontro per la Suzuki con Sylvain Guintoli e per la Ducati che - in tempo di trattativa per il rinnovo con Andrea Dovizioso - ha schierato Michele Pirro, con la sua Desmosedici “coperta” anche nella zona della forcella, per un ulteriore strumento aerodinamico posto sull’anteriore della moto.
MICROFONO. All’emozione per il ruggito dei motori si è unita la curiosità per un paddock “blindato”, simile a come sarà nei GP a porte chiuse (anche se Jerez ha chiesto per il 19 e 26 luglio un’apertura parziale al pubblico). Per tutti, controllo della temperatura all’ingresso, mascherina obbligatoria e guanti monouso. Per i meccanici che lavorano all’interno dei box, si aggiungono gli schermi di plastica che coprono il viso, anche per questo i dialoghi avvengono attraverso il microfono, anche con il pilota, l’unico a non avere obbligo della mascherina (comprensibile, visto che è reduce dai giri in pista sotto il clima torrido e con il casco).
PER IL SIC. Un’altra prima volta a pochi chilometri da Misano. Nel centro diurno per disabili, intitolato anch’esso a Marco Simoncelli, sono arrivati i primi ospiti. A festeggiare l’apertura dell’edificio poco fuori Coriano è stato Paolo Simoncelli, papà del Sic, la cui fondazione ha finanziato la costruzione del centro. «Ci siamo riusciti» ha detto Paolo, che nove mesi fa aveva festeggiato il successo del suo team in Moto3 proprio a Misano, con Tatsuki Suzuki.
Provata una nuova idea aerodinamica: Pirro con la forcella anteriore coperta