PEZZELLA: «COME ME VIOLA SENZA PAURA»
«Il gol è stato una liberazione dopo il Covid e il lockdown La Lazio è molto forte ma tutta la Fiorentina vuole il massimo: prendiamoci i nostri obiettivi»
«Giocando pensavo alla mia infanzia E dopo la rete la testa è andata ai morti e a chi ha rischiato la vita per aiutare chi stava soffrendo»
La scossa, da capitano, l’ha data col Brescia, terzo gol stagionale e sesto punto in classifica conquistato grazie alle sue incursioni aeree. «Segnare alla prima gara post Covid è stata una liberazione», col virus sconfitto (simbolicamente) due volte. Perché German Pezzella il Covid lo ha confinato da subito in un angolo. Ed è così che, di nuovo al centro del rettangolo verde, in un attimo, gli sono tornate in mente le emozioni di bambino quando, in Argentina, giocava sognando un futuro da calciatore. Ha avuto paura che riavvolgere il nastro di questa stagione, ad un certo punto, potesse essere impossibile, «erano altre le priorità in quei giorni», ma non ha mai smesso di sperarci. E ora vuole riportare la Fiorentina alla vittoria: per questo è pronto farsi simbolo di coraggio e agonismo, quello che servirà domani contro la Lazio, con un Ribery in più e un Chiesa in meno. Pezzella lo dice a voce alta: «Torniamo quelli di prima, perché la continuità di risultati l’avevamo trovata. E occhio a Correa, sa essere diabolico». Nessuna distrazione pensando a chi è in lotta per lo scudetto o per l’Europa, lì dove prima o dopo spera di arrivare lui, coi viola. C’è solo la consapevolezza di voler mettere al sicuro la stagione quanto prima. Per Firenze. E per Commisso.
German Pezzella, nel suo ultimo post social ha parlato di “resilienza”. Perché?
«Ho vissuto diversi momenti difficili nella mia vita. Ho sempre lottato per andare oltre ed è stato così anche stavolta».
Quando l’altra sera ha sceso i gradini che portano al Franchi, con un rito diverso nella forma ma non nella sostanza, cosa ha pensato? «Che stavamo finalmente tornando a fare quello per cui viviamo, giocare a pallone. E’ stata un’emozione fortissima, paragonabile alla prima partita giocata da bambino. L’unico neo è stata la cornice, lo stadio senza la sua anima, ovvero i nostri tifosi».
Con il gol al Brescia, il terzo stagionale, ha superato il suo record in A. «Quel gol è stato quasi un segno del destino, per altro alla prima gara dopo lo stop per il Covid. L’ho vissuto come una liberazione, peccato solo che non sia servito per prenderci i tre punti».
A cosa ha pensato in quel momento?
«La gioia ha preso il sopravvento su tutto, anche se in quello stadio vuoto è stata una gioia a metà. Un istante dopo, però, ho pensato agli altri: a chi in queste settimane terribili ha perso la vita e, soprattutto, a quelli che hanno messo la propria a servizio degli altri affinché questa emergenza potesse essere arginata».
Fisicamente come si sente?
«I ritmi non sono ancora altissimi, siamo lontani da quelli con cui ci eravamo lasciati. Stiamo spingendo sul gas per ritrovare il giusto equilibrio fisico».
A non essere cambiati sono i corner di Pulgar, che sembrano tracciati col compasso. Quanto li provate?
«Tantissimo. Erick ha un piede che sembra telecomandato: il merito è sicuramente il suo, ma anche di Iachini che ci fa lavorare su questi fondamentali».
Dopo il ko contro l’Atalanta vi aspettate una Lazio più agguerrita?
«L’Atalanta ha fatto male a tantissimi avversari, ma la Lazio non è squadra che conosce il significato della parola “resa”. Avranno voglia di riscatto, a noi servirà ancora più attenzione».
Che Fiorentina servirà per tentare l’impresa?
«Una squadra capace di mettere in campo agonismo, grinta e soprattutto coraggio. Dovremo essere abili a concedere poco agli avversari, trovando la via per colpire al momento giusto. Sarà una sfida complicatissima, ma la Fiorentina c’è».
Fermare una potenziale candidata allo scudetto potrebbe essere uno stimolo in più per voi? «L’unico stimolo che deve interessarci è quello di raggiungere quanto prima i nostri obiettivi. La nostra molla è la ricerca della vittoria. Ci manca tantissimo quella tra le mura di casa, ma ora conta ricominciare a macinare punti. Anche in trasferta».
Immobile è davvero l’attaccante più forte della Serie A?
«Non so, ma quest’anno sta facendo cose fuori dal comune».
E Correa?
«Lo conosco molto bene, è un giocatore di fantasia, eclettico, uno di quelli capace di risolvere tutto con una giocata. E’ uno da controllare da vicino».
In più voi avete Ribery.
«E’ un fenomeno, ha il portamento del campione. Ha una fame di calcio e di successi incredibile: è un esempio per tutti, giovani e non. Ha dalla sua il talento, ma è questo suo lottare costantemente per un obiettivo a fare la differenza. Sì, uno dei nostri valori aggiunti sarà anche lui».
All’andata, il francese rimediò un rossoetreturnidisqualifica.Qualcosa, quella notte si ruppe.
«Sì, quella fu una gara maledetta, successe di tutto. Se potessi cancellare il ricordo di una partita sceglierei proprio la sfida con la Lazio giocata al Franchi».
ARoma,invece,mancheràChiesa. «Dovremo fare a meno di un elemento molto forte, imprevedibile, capace di spaccare le partire e mettere in difficoltà gli avversari. Chiunque sarà chiamato a sostituirlo, però, sono certo che farà il massimo per aiutare la squadra».
Fin qui, lei ha messo insieme 95 presenze con la maglia viola: ha giàpensatoacomebrindareaquota 100?
«Sarebbe bellissimo festeggiare questo traguardo con una vittoria. E’ l’unica cosa che mi interessa».
In tanti hanno detto di volersi trasformare in bandiere viola, da «Serve la continuità che avevamo prima Il gruppo è compatto Per me Firenze è casa Sogni? Sempre quelli: l’Europa al più presto e poi... un Mondiale»
Vlahovic a Castrovilli. E lei?
«Il calcio è imprevedibile, è vero, ma a Firenze sto benissimo. Questo... è il mio posto nel mondo, la Fiorentina e Firenze sono la mia seconda casa».
Vlahovic, può diventare davvero il vostro capocannoniere? «Dusan potrà fare grandi cose: è giovane, ha tutto per fare sempre meglio».
A proposito di giovani, Dalle Mura, appena 18 anni, che difensore è? «Ha delle potenzialità fuori dal comune. E’ presto per fare paragoni, deve solo continuare a lavorare e ad ascoltare i consigli. E’ sempre attentissimo».
E Igor?
«Ha struttura ed forza fisica. Coniuga attenzione e concentrazione».
German, il suo sogno è sempre lo stesso?
«Sì. Giocare in Europa. Con la maglia viola. E guadagnarmi un Mondiale con la Seleccion».