CALO CONTE E L’INTER RIFLETTE
Gol e punti: discesa continua E resta solo l’Europa League per salvare questa stagione
Distacco dalla Juventus capolista salito a 8 punti, che diventano 9 considerando il saldo negativo (doppia sconfitta) negli scontri diretti. Sono numeri che hanno il sapore di una sentenza: alla seconda partita dopo la fine del lockdown lo scudetto per l’Inter si è subito trasformato in un tenue miraggio. Il tutto dopo aver mancato la qualificazione alla seconda fase di Champions e pure quella alla finale di Coppa Italia. Non sarà ancora il momento di stilare bilanci, anche perché c’è sempre un’Europa League da disputare, ma è naturale che in casa nerazzurra venga avviata una fase di riflessione.
CHE DIFFERENZA. Una premessa è d’obbligo: nessuno aveva chiesto a Conte di vincere subito lo scudetto. E come attenuante c’è anche il fatto di essere al primo anno alla Pinetina. Il problema è che la prima Inter contiana è partita a razzo e poi ha cominciato ad arrancare. Basti guardare la differenza di rendimento tra girone di andata e girone di ritorno: media punti calata da 2,42 a 1,5, media gol segnati scesa da 2,1 a 1,75 e media reti incassate cresciuta da 0,84 a 1,5. Insomma, il trend più che alimentare le speranze di una rimonta, se non altro per andare a prendere almeno la Lazio, consiglia piuttosto di guardarsi le spalle, in modo da evitare il sorpasso dell’Atalanta. Che vorrebbe dire quarto posto, esattamente come un anno fa.
SEMPRE PAZZA. Evidentemente, arriverebbe con molti meno affanni. Ma certo, dopo aver investito 170 milioni sul mercato e aver fatto arrivare alla Pinetina ben 11 giocatori nuovi, le aspettative erano diverse. Conte, infatti, era stato ingaggiato - garantendogli uno stipendio in doppia cifra - per trasmettere la sua mentalità vincente ad un gruppo che ancora una volta aveva dimostrato di tremare nei momenti decisivi. Volendo sintetizzare, l’arrivo del tecnico leccese doveva segnare l’addio alla “Pazza Inter”. E il diretto interessato era stato il primo ad affermarlo. Beh, la sfida con il Sassuolo è stato l’ennesimo esempio della più classica “Pazza Inter”. E con le sue parole al termine della partita Conte ha ammesso che il processo di trasformazione non solo è ancora in corso, ma appare pure lungo e tormentato.
ULTIMA CHANCE. Il pareggio con il Sassuolo è stato come una secchiata d’acqua sulle ambizioni dello stesso allenatore, che, alla vigilia, aveva lanciato una serie di proclami. A questo punto, l’unica chance per rendere la stagione vincente è l’Europa League. Non sarà la Champions, ma resta un trofeo da mettere in una bacheca impolverata ormai da 10 anni. Inoltre, regala prestigio, nonché la prima fascia nei sorteggi Champions del prossimo anno. E l’Inter sa bene cosa significhi cominciare dalla terza o dalla quarta urna... Insomma, sarà un agosto di fuoco: prima la sfida secca con il Getafe per guadagnarsi le Final Eight in Germania, poi altre tre gare da dentro o fuori per arrivare in fondo. Sulla carta, i valori tecnici mettono i nerazzurri in prima fila per centrare il bersaglio. Ma la prospettiva è quella di dover solo vincere. E per farlo serve un certo tipo di mentalità. Senza contare che il ruolino di marcia europeo di Conte non è certo da stropicciarsi gli occhi...