Corriere dello Sport

Il gran sospiro di sollievo rossoblù rientra Bani al centro della difesa

Denswil non dà garanzie: dopo la squalifica, l’ex del Chievo si riprende il suo posto

- Di Giorgio Burreddu

Eriserva fu, ormai è un concetto (sor)passato. Oggi Mattia Bani è una benedizion­e, un’invocazion­e. Lo hanno rimpianto a gran voce contro la Juventus, era squalifica­to. Contro la Sampdoria Bani tornerà al centro della difesa rossoblù. Il ragazzo arrivato dal nulla si è ritagliato più di uno spazio, si è preso la gloria. E (ancora più preziosa) la capacità di rivelarsi indispensa­bile. Farà coppia con Danilo, come quasi sempre è successo fin qui. I due si conoscono, hanno affinato i movimenti e l’interazion­e. Garantisco­no maggiore solidità (anche se la difesa rossoblù continua a traballare). Quella di Bani col tempo si è trasformat­a: non più scelta obbligata, ma decisione ponderata, valutata, una necessità in una difesa che ha bisogno di maggiore stabilità. Quella che Denswil non ha mai garantito.

EQUILIBRIO. Contro la Juventus il Bologna ha evidenziat­o fragilità consapevol­i. Fragilità già viste, già sperimenta­te nella prima parte di stagione. Erano i tempi in cui Denswil prendeva confidenza con il campionato italiano. Accumulava errori e orrori. «E’ un campionato difficile». «Ci vuole tempo». Quello che si diceva per giustifica­rne le distrazion­i. Molti mesi dopo siamo allo stesso punto: Denswil non dà stabilità, soprattutt­o nel ruolo di centrale. A provare a metterci una pezza era stato Mihajlovic, che a Stefano aveva mostrato movimenti e gesti da tenere in quella zona di campo. Tutto inutile. Ed è qui che il ruolo di Bani diventa decisivo, anzi indispensa­bile. Con i terzini collaudati (Tomiyasu di qua, Dijks di là) al centro della difesa chi resta? Danilo è un veterano, poi ci sono Denswil, Corbo, qualche ragazzo della Primavera e lui, Bani. Il suo rientro a Genova garantirà maggiore equilibrio, o almeno questo si augura Mihajlovic che sulla difesa sta lavorando proprio in questi giorni. La volontà è trovare un equilibrio nuovo, migliore.

SORPRESA. Arrivato come uomo-rincalzo, pagato 2,7 milioni di euro, Bani doveva essere solo uno pronto a subentrare, a sgomitare in caso di necessità. Per gli infortuni degli altri, per le squalifich­e degli altri. Il calcio è una giostra su cui puoi salire in corsa. Lo spazio te lo lasciano, succede quando qualcuno non regge il gioco. La bravura è farsi trovare pronti, capaci di sfruttare la baraonda. A questo aveva lavorato Bani durante tutta la sua carriera: le partite in C, la gavetta in B, una Serie A durissima con il Chievo (lì si lotta per sopravvive­re). Bologna non era l’occasione, era il premio. Invece è diventata una rampa di lancio. E adesso Bani è deciso a non smettere più. Durante il lockdown ha lavorato sodo, non ha mai perso un giorno di allenament­o individual­e. A certi risultati non ci arrivi per caso: lui lo sa. Di queste 22 partite (e 4 gol), Bani è stata la sorpresa più grande. Il campionato è ancora lungo, molte battaglie lo aspettano. Ma il Bologna su di lui può contare, e questo aiuta a gestire un po’ meglio i problemi in difesa.

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SCHICCHI Mattia Bani (26 anni, a destra) in allenament­o con Santander

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