«LEWIS E VALE I MODELLI SONO LORO»
A colloquio col francese che lo scorso anno ha stupito all’esordio in MotoGP e nel 2021 prenderà il posto di Rossi sulla M1 ufficiale Quartararo: «Simboli dei propri sport, conosciuti anche dai non appassionati. Ma per emularli c’è un solo modo: vincere.
Da debuttante a pretendente alla vittoria in MotoGP, questo è quanto è riuscito a fare Fabio Quartararo lo scorso anno, guadagnandosi così il passaggio al team Yamaha ufficiale per il prossimo biennio, al posto di Valentino Rossi! Ma come dice lui: «Non prendo il suo posto perché nessuno può farlo, prendo solo la sua moto».
La casa di Iwata ha puntato sul 21enne, nuova rivelazione della top class, che ora scalpita per tornare alla guida della M1 in questo che sarà un anno tutto sui generis. Il francese ieri è stato protagonista come rallysta, sulle strade del Ciocco assieme a Franco Morbidelli e ai piloti dello Sky Racing Team VR46, nell’evento organizzato da WithU sulla Hyundai WRC di Dani Sordo.
Quartararo, cosa si aspetta dal campionato?
«Sarà qualcosa di unico, guideremo due volte in alcuni circuiti e sarà importante essere molto costanti e concentrati. Oltre a fare attenzione a non rimediare infortuni».
Per la prima volta correrà due volte di fila sullo stesso tracciato, come pensa che sarà?
«La gomma che lasceremo sul circuito dopo il primo weekend ci permetterà di avere più grip e questo è molto importante, soprattutto a Jerez dove farà molto caldo».
Lo scorso anno era un debuttante, ora viene visto come un pretendente al titolo.
«Mi piace. La pressione era non sapere se avessi avuto una moto l’anno successivo. Quella sì che è pressione! Ora ho firmato con Yamaha fino al 2021, quindi non ho alcuna preoccupazione. Posso solo pensare a divertirmi e a fare il mio lavoro».
C’è qualcosa che cambierebbe dell’anno scorso?
«Se avessi avuto almeno la stessa esperienza che ho oggi, alcune gare sarebbero state diverse. Ma bisogna passarci da lì, non si può “studiare” l’esperienza, bisogna viverla. Quest’anno non ripeterò gli stessi errori».
Come si immagina la sua prima vittoria in MotoGP?
«Non l’ho immaginata, ma sicuramente sarà incredibile. In ogni circostanza una vittoria è una vittoria e dietro c’è un duro lavoro. Non dobbiamo ossessionarci con quest’idea, ma stare concentrati e fare il lavoro. La vittoria arriverà».
Lo scorso anno ci è andato più volte vicino, le ha “bruciato” di più il secondo posto di Misano o quello in Thailandia?
«Il secondo. A Misano quando Marc mi ha passato all’ultimo giro non ho potuto fare nulla. In Thailandia ho potuto passarlo all’ultima curva dell’ultimo giro, ma sono uscito male e mi ha saltato. E’ molto difficile da accettare. Ho analizzato al meglio quella gara per capire il mio errore, anche se non è stato un vero e proprio errore. In tutte le gare siamo al limite, è stata una questione di 20 centimetri che mi ha fatto perdere la vittoria».
Cosa le ha insegnato il 2019? «Sono cresciuto. Ho 21 anni e quando stai con gente più grande e più matura, maturi anche tu, sia come persona che come pilota. In un anno di MotoGP posso dire di aver imparato quasi più che in quattro stagioni tra Moto3 e Moto2».
Si spieghi meglio.
«In Moto2 pensi solo a fare la gara al 100%, in MotoGP devi pensare alle gomme, all’elettronica, alle mappe e questo ti fa pensare molto come pilota e anche come persona. Quello che impari in pista lo trasferisci a livello personale. Ogni anno in MotoGP mi permetterà di crescere».
Se da ragazzino le avessero detto che avrebbe ricevuto la moto di Valentino Rossi, cosa avrebbe pensato?
«Prima di tutto quando ero un bambino non immaginavo neanche di poter fare una foto con lui, lo aspettavo ore davanti alla sua hospitality, e poi ci sono riuscito. Poi ho sperato di poter guidare con lui in MotoGP, e ce l’ho fatta. Il prossimo anno prenderò anche la sua moto, e questo è un altro livello ancora».
Qual è l’obiettivo di quest’anno? «Lottare per la vittoria. Se vedremo che non possiamo farlo, allora lotteremo per il podio, e se fossi lontano anche da questo, allora lotteremo per il miglior risultato possibile. Senza ossessionarsi».
Non parla del titolo.
«No, penso a gara per gara. Non credo di poter dire che posso lottare per il titolo, mi manca l’esperienza. La stagione che abbiamo davanti però sarà molto particolare. Sappiamo che se facciamo bene le prime cinque gare, possiamo pensarlo. Per il momento guardo solo alle due gare di Jerez».
Di cos’ha bisogno per battere Marquez?
«L’anno scorso mi è mancata l’esperienza e anche un po’ di velocità di punta. Adesso ho un anno in più d’esperienza, ma abbiamo anche più velocità di punta grazie al lavoro fatto da Yamaha».
Quanto è cambiata la sua vita dallo scorso anno?
«Abbastanza. Sono passato dalla Moto2, dove ho lottato alcune volte per la vittoria e per il podio, alla MotoGP, dove invece ho quasi sempre lottato per il podio. Gli eventi, i tifosi, gli sguardi delle persone. Quando sono arrivato in MotoGP tutti dicevano che non mi meritavo il posto, adesso gli stessi non dicono nulla».
Nel 2021 il suo compagno di squadra sarà Viñales, cosa può imparare da lui?
«Maverick va molto veloce, è un pilota che sa vincere le gare, posso imparare molto. Già lo scorso anno l’80% dei dati che guardavo in Yamaha erano i suoi, anche perché penso che abbiamo uno stile di guida simile. Ma l’esempio da seguire in questo momento è Marc. E poi prendo esempio anche da altri atleti, tipo Lewis Hamilton o Valentino Rossi, che sono diventati il simbolo del proprio sport, conosciuti anche da persone che non seguono assiduamente le loro dinostro
«Non scrivete che l’anno prossimo prenderò il posto di Rossi perché nessuno può farlo Prenderò soltanto la sua moto»
«Ho imparato più in una stagione di MotoGP che in quattro nelle classi minori. E chi diceva che non la meritavo adesso sta zitto»
«Il momento più emozionante di un GP è uscire per il giro di qualifica Lì vado al limite in tutto, mi piace quasi più della gara»
«Questo Mondiale sarà qualcosa di unico. Occorrerà essere costanti ed evitare infortuni. Io anti-Marquez? Non mi dà pressione»
scipline. Per arrivare a questo però bisogna vincere».
Qualèl’emozionepiùbellacheprova con la moto?
«Quando esco dal box per fare il giro della qualifica, che è stato uno dei miei punti forti l’anno scorso. È qualcosa che mi piace davvero, quasi più della gara. In quel giro vado al 100%, quello che succede succede, sono al limite in tutto».