«HI-TECH, ECOMOTORI SOLIDARIETÀ: AUDI C’È»
Fabrizio Longo, Direttore di Audi Italia, spiega come il brand di Ingolstadt gestisce il rilancio post Covid-19
Il vecchio adagio non tradisce mai: chi fa da sè, fa per tre, dicevano i nonni. E mai come in questo momento il refrain si addice al mondo dell’automobile, vittima incolpevole del teatro dell’assurdo trasformato in quotidiana realtà di un Governo che non sa, può, vuole decidere come intervenire per salvaguardare un milione e duecento famiglie che lavorano e vivono in un comparto devastato dal Covid. Quindi, invece di continuare ad ...“aspettare Godot” come scriveva nel dopoguerra Samuel Beckett, meglio andare oltre, tirarsi su le maniche e fare da soli. Certo, ci vuole forza, determinazione e possibilità di farlo - in alcuni casi mancano uno o tutti gli elementi - ma l’impostazione giusta è quella. E si sistema come un vestito su misura addosso alla strategia Audi nel post emergenza, come spiega Fabrizio Longo, Direttore di Audi Italia.
«Diciamo che quello che abbiamo vissuto si è rivelato una palestra per affrontare un’emergenza mai conosciuta che ci ha regalato, anche in momenti dolorosi, un accrescimento unico. La preoccupazione personale si è sommata a quella professionale. E da questo punto di vista era amplificata dalla fase già debole che il settore attraversava. Eppure è stata capace di innescare meccanismi di risposta notevoli».
Su cosa avete puntato prima della ripartenza?
«Abbiamo lavorato intensamente per completare e consolidare il rafforzamento gestionale, teso ad aumentare la percezione del brand all’esterno per essere poi pronti ad amplificare le tendenze del momento. Che per noi significano tecnologia e connettività, l’offerta di un Suv coupé come il Q3 Sportback e soprattutto il grande successo dell’A1 Citycarver. Molti erano scettici, invece, il ritorno della forza interpretativa di questo modello ha smentito lo scetticismo. Perchè dipende sempre da cosa offri e a quanto, all’interno di una soluzione del genere. Il concetto generale poi è quello del recupero della bellezza dell’automobile, il desiderio di autogratificarsi dopo un periodo così brutto. È quello che dobbiamo trasmettere e in fondo ad Audi viene bene».
Quale può essere lo strumento giusto per convincere un cliente ad avvicinarsi in concessionaria? «Il bilanciamento dei valori tecnologici oggi è la chiave di interpretazione di tutto. L’offerta in materia si è diversificata e sta accelerando. La connettività a bordo c’è da tempo, ora si sta amplificando fino a trasformare l’auto in una sorta di salotto da vivere in sicurezza, dove lavorare, senza rinunciare ai piaceri».
Chesegnalihadallaripresadell’attività a un mese e mezzo dalla fine del lockdown? «Confortanti, nella preoccupazione generale. Senza aspettare gli interventi di nessuno stiamo facendo da soli con doverose formule di accessibilità al cliente. Penso sia giusto tendere la mano a chi sta attraversando un periodo difficile. Mi riferisco al programma Audi Value, un promessa del valore futuro della vettura che rispetta la volontà di acquisto o noleggio a 24-36 mesi, insomma dà un senso all’investimento. Si guida subito e si sceglie al termine del finanziamento se completare l’acquisto, sostituirla o restituirla. Per non parlare delle altre formule che includono nella rata fino a tre anni di bollo, assicurazione e manutenzione. E oggi le prime tre rate sono a carico di Audi. Tutto su misura e a misura del cliente».
In questo periodo, di scoperte, ne avete fatte tante. «È normale: in una contingenza come l’attuale ti devi far carico dei problemi delle persone cui ti rivolgi. Il primo che lo fa, ne raccoglie i frutti. E devo dire che il nostro pick up & delivery ha funzionato alla grande. Andando a casa a prendere le macchine che necessitavano di interventi e riportandole sempre a domicilio, regolarmente sanificate, ci siamo resi conto della soddisfazione, del sollievo procurato agli utenti. Lo definirei il nostro “premium solidale”, una questione di relazioni umane».
Quanto peserà la nuova A3 Sportback in un questo contesto?
«Spero tanto. Di certo ha tutto per riuscirci: è quanto di più significativo potessimo portare sul mercato a livello di contenuti. È una vettura che ha radici profonde nel mercato italiano e questa quarta generazione è allo stesso tempo un esercizio stilistico venuto molto bene e il manifesto di Audi in termini di mobilità sostenibile, visto che arriverà anche in versione plugin Hybrid, cioè la mano tesa verso l’elettrico, in una gamma Audi ormai elettrificata al 60%. Senza per questo dimenticare il modello a metano, unico nel panorama. Una gamma aperta e intelligente per soluzioni di motorizzazioni davvero complete. Insieme a Q3 Sportback e A1 Citycarver sarà il cuore del nostro mercato».
Come vede lo sviluppo delle elettriche?
«Proporzionate alle infrastrutture del Paese: interessante, anche se da implementare. Le nostre proposte dimostrano quanto ci crediamo: da e-Tron, alla e-Tron Sportback e alla e-tron GT in arrivo. Saremo pronti ad accelerare quando il Paese sarà all’altezza di alimentare questo mercato».
Chiusura dedicata allo sport: Audi fa sempre scuola?
«La nostra icona, la RS6 è il manifesto dei nostri valori. Tecnologia intelligente applicata alle performance. Bellezza pura unita alle emozioni. Un inno al divertimento, senza pensieri. Quello che ci vuole per ripartire». Facendo da soli, che è meglio.
«Con Citycarver, Q3 ed e-tron Sportback e la nuova A3, siamo in linea col mercato. Le offerte aiutano chi vuole godersi il bello di possedere un’auto»
«Audi Value e il noleggio facile tengono conto del momento duro»