«La Lazio può tornare in gioco ma la Juve è più compatta»
L’ex cittì della Nazionale analizza il calcio post Covid: «Non si vince con la tecnica né con l’agonismo, ma con l’equilibrio tattico»
Si sente un fruscio chiarissimo di onda che schiaffeggia qualcosa, accompagnato dal refolo di un vento non aggressivo con il microfono del cellulare. Marcello sei al mare? «No, sono “sul” mare, in barca dalle parti di Portovenere». Era onda contro scafo, quindi.
Si sente un fruscio chiarissimo di onda che schiaffeggia qualcosa, accompagnato dal refolo di un vento non aggressivo con il microfono del cellulare. Marcello, sei al mare? «No, sono “sul” mare, in barca dalle parti di Portovenere». Era onda contro scafo, quindi. A Marcello Lippi, allenatore di lungo corso, viareggino di spiaggia per nascita e residenza ma ligure di scoglio per elezione e per amore, il via vai con la Liguria è una tradizione consolidata. Ama le due regioni e le due cucine. Portovenere, a proposito, è terra di “muscoli” come un tempo venivano chiamati i mitili, cioè le più comuni cozze, da quelle parti. Adesso il termine “muscolo” sta scomparendo in Liguria, sostituito, pure lì, da cozza.
Per stare in tema, che dire del primo giro di giostra di questo campionato accozzato, cioè stretto, schiacciato in poche settimane, dodici, ora undici partite una sull’altra? «L’analisi è presto fatta: si tratta di risultati non dico scontati, ma legittimi. Tutte le squadre importanti hanno manifestato quella che è la loro condizione. Alcune hanno giocato partite buonissime, altre buone, altre meno buone. Ci poteva stare tutto, anche la sconfitta della Lazio che, alla sua prima gara dopo la sosta per l’emergenza Covid, si è trovata davanti la squadra più in forma del momento. L’Atalanta può battere chiunque. La Lazio contro la formazione di Gasperini ha fatto una partenza sprint, al solito, poi è crollata da un punto di vista fisico, ma invito a riflettere sul ruolo dell’avversario in questo crollo».
Cosa ti è piaciuto dell’Atalanta? Sento il c.t. del Mondiale 2006 sorridere. «Dell’Atalanta mi piace tutto, a cominciare dalla capacità di soffrire, senza mollare la presa sulla concentrazione. Anche con il Sassuolo ha avuto un avvio difficile, ha subito un gol, è andata sotto. Però è come un carro armato che non si ferma di fronte a niente, ha convinzione, forza mentale, collettivo: tutti hanno voglia di partecipare al gioco, tutti si mettono a disposizione. Così superano ogni ostacolo. Hanno fatto innamorare tutti. Ti dico di più: io ho una grandissima fiducia nell’Atalanta in chiave Champions League. Il suo gioco, a livello internazionale, è quello giusto per ottenere dei grandi risultati. In una formula come la Final Eight, ancora di più».
Abbiamo parlato di Atalanta e di Lazio, che hanno interpretato la più bella partita di questo primo turno, diamo uno sguardo alle altre due pretendenti al titolo. «La Juventus ha disputato paio di partite sottotono, quelle di Coppa Italia, poi però contro un avversario pericoloso, il Bologna che sa giocare e ti può mettere in difficoltà, ha messo in campo una buona prestazione e di ben altro spessore. L’Inter invece ha cambiato tanti giocatori tra una gara e l’altra, questo può aver avuto un ruolo. Comunque è stata in grado di andare in vantaggio due volte riprendendo il risultato contro il Sassuolo. Insomma non l’ho vista così in crisi».
Conclusioni di questa prima analisi. «Questi risultati sono frutto di un periodo particolare, dell’inizio di questa breve stagione in cui le squadre non sono al meglio delle loro qualità».
Allora parliamo di questo, anzi di quello che peserà nella condizione delle squadre, negli undici turni mancanti di campionato. Deciderà di più la qualità dei singoli, cioè la tecnica individuale, la capacità dei fuoriclasse di condizionare l’andamento del confronto oppure la quantità dell’impatto agonistico, cioè la resistenza allo sforzo, al caldo e la velocità di riabituarsi al ritmo Serie A dopo una lunga inattività?
«Io credo che a decidere saranno l’organizzazione di gioco e l’equilibrio. Come è sempre stato. Fisicamente tutte recupereranno la condizione. La Lazio, come dicevo, ha sofferto il ritorno in campo dopo tanti mesi, ha pagato lo scotto dell’esordio. Ci poteva stare. Recupererà, fisicamente, in fondo nel primo tempo non sembrava certo alla deriva. Riappropriandosi dell’organizzazione ritroverà l’equilibrio necessario. Grazie all’equilibrio, la qualità dei singoli emergerà. Parlo in generale, di tutte le squadre, non di una in particolare. Però la chiave sarà questa».
Uno sguardo sui singoli, sui campioni tornati in campo dopo una lunga inattività. Sorprese? «Nessuna sorpresa, ho rivisto i soliti giocatori che conosciamo bene. Qualcosa da segnalare, sì. Tra i giovani, ce n’è uno che mi ha colpito, Agoumé dell’Inter. Confesso, non lo conoscevo, mi è sembrato molto interessante». Solo 34 minuti in totale in serie A, di cui 28’ con il Sassuolo, per il diciottenne talento in erba senegalese di nascita, francese di bandiera, ma Marcello Lippi ha l’occhio lungo.
Torniamo a parlare delle due prime della classe, di Lazio prima. «La Lazio ha tutto il tempo per riprendersi, l’ho detto, undici partite sono tantissime e c’è anche lo scontro diretto. Con l’Atalanta ha avuto delle difficoltà, ma quando avrà recuperato il suo equilibrio avrà tutte le possibilità intatte, soprattutto anche da un punto di vista fisico avrà una risposta positiva».
«Decideranno organizzazione di gioco ed equilibrio In undici partite i biancocelesti hanno tutto il tempo per ritrovarsi»
La Juventus, sempre in testa, addirittura in fuga, dopo una settimana di tormenti, la sconfitta (ai rigori) in Coppa Italia, e con i soliti dubbi sulla sua tenuta. Sempre davanti eppure sempre precaria. «La Juve è questa, ha fatto una buona partita a Bologna, ha la sua organizzazione e poi ha le invenzioni dei suoi uomini migliori, può alternare giocatori di grande qualità. Stupenda la giocata di Bernardeschi, che ha fatto un’ottima partita, in occasione del gol di Dybala. Straordinari sia il movimento che la conclusione dell’argentino».
«L’inattività non ha cambiato i giocatori che conosciamo Ho visto qualcosa di nuovo: mi ha colpito per esempio il giovane Agoumé»
Eppure Madama dà l’idea di non essere mai perfetta, di avere sempre qualcosa di incompiuto e in queste tre prime gare le notizie più confortanti vengono dalla difesa, sempre vincente. Zero gol in 270 minuti.
«Io non parlerei di difesa vincente. Piuttosto di compattezza, è questa che fa la differenza nella Juventus».