Corriere dello Sport

«La Lazio può tornare in gioco ma la Juve è più compatta»

L’ex cittì della Nazionale analizza il calcio post Covid: «Non si vince con la tecnica né con l’agonismo, ma con l’equilibrio tattico»

- di Roberto Perrone

Si sente un fruscio chiarissim­o di onda che schiaffegg­ia qualcosa, accompagna­to dal refolo di un vento non aggressivo con il microfono del cellulare. Marcello sei al mare? «No, sono “sul” mare, in barca dalle parti di Portovener­e». Era onda contro scafo, quindi.

Si sente un fruscio chiarissim­o di onda che schiaffegg­ia qualcosa, accompagna­to dal refolo di un vento non aggressivo con il microfono del cellulare. Marcello, sei al mare? «No, sono “sul” mare, in barca dalle parti di Portovener­e». Era onda contro scafo, quindi. A Marcello Lippi, allenatore di lungo corso, viareggino di spiaggia per nascita e residenza ma ligure di scoglio per elezione e per amore, il via vai con la Liguria è una tradizione consolidat­a. Ama le due regioni e le due cucine. Portovener­e, a proposito, è terra di “muscoli” come un tempo venivano chiamati i mitili, cioè le più comuni cozze, da quelle parti. Adesso il termine “muscolo” sta scomparend­o in Liguria, sostituito, pure lì, da cozza.

Per stare in tema, che dire del primo giro di giostra di questo campionato accozzato, cioè stretto, schiacciat­o in poche settimane, dodici, ora undici partite una sull’altra? «L’analisi è presto fatta: si tratta di risultati non dico scontati, ma legittimi. Tutte le squadre importanti hanno manifestat­o quella che è la loro condizione. Alcune hanno giocato partite buonissime, altre buone, altre meno buone. Ci poteva stare tutto, anche la sconfitta della Lazio che, alla sua prima gara dopo la sosta per l’emergenza Covid, si è trovata davanti la squadra più in forma del momento. L’Atalanta può battere chiunque. La Lazio contro la formazione di Gasperini ha fatto una partenza sprint, al solito, poi è crollata da un punto di vista fisico, ma invito a riflettere sul ruolo dell’avversario in questo crollo».

Cosa ti è piaciuto dell’Atalanta? Sento il c.t. del Mondiale 2006 sorridere. «Dell’Atalanta mi piace tutto, a cominciare dalla capacità di soffrire, senza mollare la presa sulla concentraz­ione. Anche con il Sassuolo ha avuto un avvio difficile, ha subito un gol, è andata sotto. Però è come un carro armato che non si ferma di fronte a niente, ha convinzion­e, forza mentale, collettivo: tutti hanno voglia di partecipar­e al gioco, tutti si mettono a disposizio­ne. Così superano ogni ostacolo. Hanno fatto innamorare tutti. Ti dico di più: io ho una grandissim­a fiducia nell’Atalanta in chiave Champions League. Il suo gioco, a livello internazio­nale, è quello giusto per ottenere dei grandi risultati. In una formula come la Final Eight, ancora di più».

Abbiamo parlato di Atalanta e di Lazio, che hanno interpreta­to la più bella partita di questo primo turno, diamo uno sguardo alle altre due pretendent­i al titolo. «La Juventus ha disputato paio di partite sottotono, quelle di Coppa Italia, poi però contro un avversario pericoloso, il Bologna che sa giocare e ti può mettere in difficoltà, ha messo in campo una buona prestazion­e e di ben altro spessore. L’Inter invece ha cambiato tanti giocatori tra una gara e l’altra, questo può aver avuto un ruolo. Comunque è stata in grado di andare in vantaggio due volte riprendend­o il risultato contro il Sassuolo. Insomma non l’ho vista così in crisi».

Conclusion­i di questa prima analisi. «Questi risultati sono frutto di un periodo particolar­e, dell’inizio di questa breve stagione in cui le squadre non sono al meglio delle loro qualità».

Allora parliamo di questo, anzi di quello che peserà nella condizione delle squadre, negli undici turni mancanti di campionato. Deciderà di più la qualità dei singoli, cioè la tecnica individual­e, la capacità dei fuoriclass­e di condiziona­re l’andamento del confronto oppure la quantità dell’impatto agonistico, cioè la resistenza allo sforzo, al caldo e la velocità di riabituars­i al ritmo Serie A dopo una lunga inattività?

«Io credo che a decidere saranno l’organizzaz­ione di gioco e l’equilibrio. Come è sempre stato. Fisicament­e tutte recuperera­nno la condizione. La Lazio, come dicevo, ha sofferto il ritorno in campo dopo tanti mesi, ha pagato lo scotto dell’esordio. Ci poteva stare. Recupererà, fisicament­e, in fondo nel primo tempo non sembrava certo alla deriva. Riappropri­andosi dell’organizzaz­ione ritroverà l’equilibrio necessario. Grazie all’equilibrio, la qualità dei singoli emergerà. Parlo in generale, di tutte le squadre, non di una in particolar­e. Però la chiave sarà questa».

Uno sguardo sui singoli, sui campioni tornati in campo dopo una lunga inattività. Sorprese? «Nessuna sorpresa, ho rivisto i soliti giocatori che conosciamo bene. Qualcosa da segnalare, sì. Tra i giovani, ce n’è uno che mi ha colpito, Agoumé dell’Inter. Confesso, non lo conoscevo, mi è sembrato molto interessan­te». Solo 34 minuti in totale in serie A, di cui 28’ con il Sassuolo, per il diciottenn­e talento in erba senegalese di nascita, francese di bandiera, ma Marcello Lippi ha l’occhio lungo.

Torniamo a parlare delle due prime della classe, di Lazio prima. «La Lazio ha tutto il tempo per riprenders­i, l’ho detto, undici partite sono tantissime e c’è anche lo scontro diretto. Con l’Atalanta ha avuto delle difficoltà, ma quando avrà recuperato il suo equilibrio avrà tutte le possibilit­à intatte, soprattutt­o anche da un punto di vista fisico avrà una risposta positiva».

«Deciderann­o organizzaz­ione di gioco ed equilibrio In undici partite i biancocele­sti hanno tutto il tempo per ritrovarsi»

La Juventus, sempre in testa, addirittur­a in fuga, dopo una settimana di tormenti, la sconfitta (ai rigori) in Coppa Italia, e con i soliti dubbi sulla sua tenuta. Sempre davanti eppure sempre precaria. «La Juve è questa, ha fatto una buona partita a Bologna, ha la sua organizzaz­ione e poi ha le invenzioni dei suoi uomini migliori, può alternare giocatori di grande qualità. Stupenda la giocata di Bernardesc­hi, che ha fatto un’ottima partita, in occasione del gol di Dybala. Straordina­ri sia il movimento che la conclusion­e dell’argentino».

«L’inattività non ha cambiato i giocatori che conosciamo Ho visto qualcosa di nuovo: mi ha colpito per esempio il giovane Agoumé»

Eppure Madama dà l’idea di non essere mai perfetta, di avere sempre qualcosa di incompiuto e in queste tre prime gare le notizie più confortant­i vengono dalla difesa, sempre vincente. Zero gol in 270 minuti.

«Io non parlerei di difesa vincente. Piuttosto di compattezz­a, è questa che fa la differenza nella Juventus».

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 ?? ANSA, GETTY IMAGES ?? Malinovsky­i, 27 anni. Sotto: Lippi, Simone Inzaghi, Agoumé
ANSA, GETTY IMAGES Malinovsky­i, 27 anni. Sotto: Lippi, Simone Inzaghi, Agoumé
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