Corriere dello Sport

SCHERZI DA LOCK DOWN

La Juve impostata per andare alla distanza, la Lazio che scompare dopo 40’, l’Inter dal gioco efficace ma monotono e discontinu­o Solo l’Atalanta e il Napoli mantengono la condizione che avevano prima dello stop. E Dzeko per ora nasconde i problemi della R

- di Alberto Polverosi

Lunga inattività (la Bundesliga si è fermata assai meno), gare ravvicinat­e, caldo intenso Vediamo come stanno le squadre principali dopo una ripartenza con tante anomalie

Ci vorrebbe un altro comitato tecnico scientific­o, possibilme­nte più scientific­o che tecnico, per fare un’analisi compiuta su quanto è successo alla ripresa del calcio italiano. Fra Coppa Italia, recuperi e prima giornata post-virus si sono giocate 17 partite e si è visto di tutto: la Juve che non segna un gol in due gare e perde la finale ai rigori meritando di perderla già prima, poi va a Bologna e vince senza molti affanni; il Parma che soffre a Torino e poi disintegra il Genoa; la Fiorentina che boccheggia nel primo tempo contro il Brescia e costruisce almeno cinque palle-gol nella ripresa; la Lazio che, al contrario, gioca il suo calcio verticale nei primi 30-40 minuti e poi si sgretola; l’Inter che pareggia a Napoli e si fa eliminare, poi fa un bel primo tempo con la Samp e rallenta nel secondo, fino a subire il gioco rapido e tecnico del Sassuolo alla terza gara. Solo due squadre hanno mantenuto il livello (e anche la condizione) pre-virus, sono il Napoli e l’Atalanta. Potremmo aggiungere anche il Verona e il Milan, ma non come la squadra di Gattuso e quella di Gasperini.

In Bundesliga l’effetto-sosta ha pesato di meno, il filo non si è spezzato, così il Bayern ha continuato a dominare, i due Borussia e il Bayer Leverkusen a inseguire, ma la ragione sta probabilme­nte nel minor tempo trascorso fra l’ultima partita prima dell’interruzio­ne e la prima dopo l’interruzio­ne, due mesi o poco più. La Lazio ha aspettato invece 116 giorni. Non solo: la scelta di far disputare prima la Coppa Italia, poi i recuperi e infine la prima giornata intera ha creato ulteriori disparità. Prendiamo il Napoli: prima di giocare al Bentegodi aveva già nelle gambe due gare combattute di Coppa Italia, il Verona una. L’unica partita “pari” sotto questo aspetto è stata Fiorentina-Brescia, in tutte le altre c’era chi aveva già giocato 90' o 180' contro un avversario che ne aveva di meno. Mettiamoci poi il caldo che negli ultimi tre giorni ha picchiato forte, le partite così ravvicinat­e (per 11 squadre) e i cinque cambi che stanno facendo saltare equilibri già impercetti­bili e tutto diventa così complicato, così incerto da sembrare alla fine indecifrab­ile. Con la consapevol­ezza di non poter arrivare in profondità, cerchiamo di capire cosa sta succedendo nelle grandi dopo la prima intera giornata di campionato.

JUVE IN RIPRESA. Lo stesso Sarri aveva ammesso che forse qualcosa era stato sbagliato nella preparazio­ne. Se si riferiva alla Coppa Italia sicurament­e sì, la squadra era appannata, senza velocità e senza gioco. Ma la Juve deve allungare la vista fino al 23 agosto, giorno della finale di Champions League, e nel frattempo deve tenere sotto controllo il campionato. A Bologna i migliorame­nti rispetto alla finale di Coppa col Napoli

(e anche alla semifinale col Milan) sono stati evidenti.

LAZIO, 40' E IL CROLLO. L’Atalanta aveva giocato l’ultima partita tre giorni prima, la Lazio aveva aspettato 116 giorni. L’Atalanta non aveva un solo giocatore infortunat­o, la Lazio aveva fuori tre titolari, una delle prime riserve e durante la partita si sono fatti male Cataldi e Radu. Quaranta minuti del suo calcio limpido, in vantaggio di due gol e potevano essere anche quattro, poi non un calo, ma un crollo, la squadra di Inzaghi si è inabissata e non più riaffiorat­a. Altre squadre hanno rallentato, altre ancora (vedi il Napoli) hanno sofferto, la Lazio invece è proprio scomparsa. Ha mantenuto una condizione da 8 in pagella per 40' e poi da 4 per 50'.

INTER, PAZZA E INCERTA. E’ uno dei casi più strani. Non ha giocato male al San Paolo contro il Napoli, semmai ha giocato con la solita monotonia, ma questo è un discorso di tipo tecnico e tattico, non c’entra la condizione. E comunque è stata eliminata. Poi ha fatto 45' con bella presenza e due

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LAPRESSE Cristiano Ronaldo (Juve), 35 anni

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