FURIA FIORENTINA «NOI PENALIZZATI»
Pradè: Bastos doveva essere espulso, e poi il rigore di Caicedo e quello non dato a Ribery...
Un gol, diabolico, da campione vero. Più il maggior numero di palloni giocati (65) e di duelli ingaggiati (19). Franck Ribery, alla seconda gara da titolare post lockdown e, soprattutto, post intervento alla caviglia, non smette di stupire. A togliergli i riflettori di dosso sono semmai le decisioni arbitrali di Fabbri, compreso un rigore che, a detta di Iachini, grida vendetta.
LA RABBIA. Scatenato a fine partita Daniele Pradè: «C’era un’espulsione di Bastos non data e un calcio di rigore, secondo noi, quanto meno dubbio, per non parlare dell’intervento di Patric su Ribery. Gli episodi hanno sancito questo, c’è amarezza. La squadra ha dimostrato di essere viva, ci sono situazioni che ci hanno penalizzato fortemente. Uscire da qui con una vittoria o un punto sarebbe stata importante: la gara è stata determinata da episodi che ci hanno fatto perdere la partita».
L’ANIMA VIOLA. Ribery è sempre più l’anima della Fiorentina, il baluardo che si arrende per ultimo, e che torna al gol 272 giorni dopo l’ultima volta, anche se quella notta l’epilogo fu diverso, con la Fiorentina capace di espugnare il Meazza rossonero e col pubblico addirittura in piedi, a regalargli una standing ovation. Già contro il Brescia aveva fatto capire quello a cui i viola erano stati costretti a rinunciare nei mesi in cui il francese è rimasto fuori per infortunio, stavolta è andato persino oltre, nonostante i 90 minuti (più recupero) giocati già col Brescia. L’epilogo, però, non è stato diverso rispetto alla gara d’andata, condizionata anche quella dalle polemiche arbitrali e che proprio a Ribery costò tre turni di squalifica. Sembrava che col suo gol, figlio di una giocata da da maestro vero, capace di lasciare sul posto prima Parolo, poi Patric evitando subito dopo pure Acerbi, potesse chiudersi un cerchio, ma è quasi sul filo di lana che il finale si macchia ancora una volta. Stavolta con un pizzico di rabbia in più, per l’ennesimo legno stagionale centrato dai viola, con Ghezzal. A fare il tifo per Franck, oltre a tutta Firenze, c’era anche sua moglie Wahiba. Lo ha celebrato attraverso il profilo social, riproponendo fin da subito il video della prodezza del marito. Ne ha viste mille di sue giocate, ma ogni volta anche per lei è un’emozione nuova.
FURBO CAICEDO. Iachini, però, sull’episodio del rigore non sta zitto. «La palla stava andando sull’esterno - ha continuato l’allenatore che ha seguito il match in tribuna, perché squalificato direi che è stato lesto Caicedo a cercare la gamba del portiere, più che il portiere ad intervenire sull’avversario. In quel momento è stato un episodio importante ai fini della gara». Quanto a Franck ogni parola è persino superfua: «E’ un ottimo professionista, un grandissimo giocatore. Ha fatto questo bel gol ma dovevamo servirlo di più, dovevamo essere più bravi negli ultimi metri per andare a cercare il 2-0, è una pecca di gioventù che ci portiamo dietro. La squadra ha fatto bene, si è mossa bene con personalità. Era successo anche col Brescia, adesso continuiamo a lavorare, è un peccato per la società, i tifosi, il club. Meritavamo un altro risultato, avremmo potuto dare la spallata giusta al match».
MANCATO IL COLPO. Il tecnico viola si è poi soffermato su Castrovilli: «Gaetano avrebbe dovuto essere spesso un po’ più alto, in alcune circostanze si è forse abbassato un po’ troppo, ma ci lavoreremo. Avremmo dovuto essere più bravi nello scivolamento. Dalbert? Ha preso un’ammonizione subito, con un cliente scomodo come Lazzari, rischiavamo l’inferiorità, per questo è entrato Igor». Il bicchiere resta comunque mezzo vuoto, soprattutto perché la classifica non si muove: «La squadra ha fatto un’ottima gara, peccato non essere riusciti subito a chiuderla. Ci è mancato il colpo per metterla su binari più congegnali anche se abbiamo concesso pochissimo. La Lazio ha capitalizzato due situazioni in cui avremmo dovuto metterci più attenzione».
Iachini: Peccato, puniti dagli episodi Caicedo? Bravo lui a cercare il contatto
«Però dovevamo essere più lucidi a inseguire il 2-0 Ribery? Fenomeno»