Petagna, più amico che avversario va alla conquista del San Paolo
L’attaccante è già del Napoli, ma il suo futuro è da definire nell’atteso tourbillon di attaccanti
Questo sarà il suo stadio, fino a prova contraria, e va attraversato con fierezza, un po’ di malinconia e anche la sana curiosità. E quelli sono, sarebbero, potrebbero esserlo, i suoi nuovi “soci” in affari: hanno scritto, nel loro piccolo, la storia del Napoli e tra due mesi, se nulla cambierà ancora - perché qua nulla è certo - toccherà a lui. Andrea Petagna sa che non è un giorno come gli altri, questa domenica 28 giugno: entra nel San Paolo con la Spal, ci ha già giocato però senza mai pensare di poter pensare che presto “sarebbe” diventato suo: mentre stavolta, a quarantotto ore dal venticinquesimo compleanno, c’è la concreta possibilità di ritrovarsi immerso in una dimensione insolita, forse inaspettata, certo non immeritata, perché se i gol contano - e soprattutto se si pesano - avendone segnati undici dimenandosi in quei gorghi inquietanti, allora è persino normale che gli capitasse una chance.
DESTINO. Poi è chiaro che il mercato, quando sarà lecito (dal primo settembre), possa rimodellare questo destino che sembra sia avvolto in una nuvola azzurra: i venti milioni investiti da De Laurentiis a gennaio hanno rappresentato un atto di fiducia in un attaccante che in doppia cifra ci è già arrivato e che un anno fa ne segnò diciassette, e mica sono dettagli. Ma tra un po’ si entrerà in un vortice, partirà Milik, probabilmente anche Llorente, magari se ne andrà anche Lozano e il Napoli diventerà un’altra squadra. E Petagna starà lì, in quel limbo che appartiene agli umani del calcio: potrà rimanere, e sudare per convincere Gattuso, o anche scoprire che il tourbillon delle punte lo assorba e lo trascini altrove. Per ora, e quando il campionato finirà, dovendolo completare come da accordi con la Spal, Petagna è uno dei rinforzi.
PERÒ. Ma c’è un tempo che sembra illimitato dinnanzi a sé: non è ancora partita la “riffa” del mercato e nomi di bomber ne circolano, avendo poi la possibilità di reinvestire quel che gli estimatori di Milik verseranno sul conto corrente del Napoli.
C’è una lunga lista, sono centravanti di varia “taglia” e anche di età diversa: Osimhen ha ventuno anni (ne compirà ventidue a dicembre) e sembra aver scatenato la fantasia di Giuntoli più di ogni altro, con quella corsa felina e quell’andatura che un po’ ricorda Drogba; Luka Jovic ha ventidue anni (e sempre a dicembre ne compirà ventitré): ha costruito la sua ascesa, per arrivare al Real Madrid, in modalità “buitre”, sembrando un avvoltoio, oppure travestendosi come tale, poi però qualcosa s’è rotto in lui.
Ma comunque, l’uno e l’altro, Osimhen e Jovic, valgono non meno di sessanta milioni di euro e dei soldi, si sa, bisogna aver rispetto. E intanto sembra siano spariti (forse, chissà?) Azmoun e anche Mateta: un centravanti fisico, possente, il Napoli ce l’ha già alle spalle di Milik e stasera gli presenterà il suo nuovo stadio. Poi si vedrà se Petagna ci metterà le tende.