Corriere dello Sport

Il Real in casa dell’Espanyol (col nuovo tecnico)

- Di Davide Palliggian­o

L'allungo è servito su un piatto d'argento in un testacoda che sulla carta non lascia spazio a pronostici che non siano favorevoli al Real Madrid. Il pari del Barcellona ha messo sì in testa i blaugrana, ma con un solo punto di vantaggio sulla squadra di Zidane, che può diventare un consistent­e -2 questa sera proprio nel capoluogo catalano, ma nello stadio dell'Espanyol, il

Cornellà-El Prat. La situazione della squadra di casa è deprimente: ieri è stato esonerato il tecnico Abelardo, sostituito da Rufete, all'esterno dello stadio e del centro sportivo sono apparse scritte minatorie sui muri nei confronti dei giocatori, che se in Europa League sono riusciti ad arrivare fino ai sedicesimi (eliminati dal Wolverhamp­ton), in campionato proprio non riescono ad esprimersi al meglio. Inutili i cambi in panchina (con Rufete siamo a 4), inutile - al momento anche un consistent­e mercato invernale da 40 milioni investiti.

CHE OCCASIONE. Dall'altro lato però c'è un Real Madrid che recupera Casemiro, ma arriva a Barcellona senza gli infortunat­i

Nacho, Lucas Vazquez e Jovic oltre che gli squalifica­ti Mendy e Modric. L'allungo sul Barça però non è stato il tema principale della conferenza di Zidane, per il semplice fatto che sia avvenuta prima del pari dei blaugrana a Vigo. Occasione quindi per parlare di futuro, visto che molti tifosi temono che Zizou possa lasciare come nel 2018: «Vivo la quotidiani­tà, che significa la partita con l'Espanyol e queste 7 finali che ci mancano. Nella mia testa sono stato sempre un calciatore, ho giocato per quasi 18 anni e dicevo che non sarei mai stato un allenatore. E invece eccomi qui, non sono uno che pianifica il futuro, ma non credo che ne farò altri 20 da tecnico, è troppo stancante».

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