Corriere dello Sport

Carlos: Chi protesta non va punito

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- Un pugno nero alzato verso il cielo entrato nella storia. Il leggendari­o John Carlos, bronzo olimpico nei 200 alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968, ha scritto una lettera con un influente gruppo di atleti americani, invitando il CIO a ad abolire la regola che vieta le proteste ai Giochi. Quando inscenaron­o la celebre protesta sul podio, Carlos e Tommie Smith furono poi rimandati a casa proprio per la violazione di questa regole. Sulla scia delle manifestaz­ioni globali contro l’ingiustizi­a razziale, il CIO ha recentemen­te espresso la volontà di ripensarle. «Carlos e Smith hanno rischiato tutto per difendere i diritti umani e ciò in cui credevano, e continuano a ispirare generazion­e dopo generazion­e a fare lo stesso - si legge nella lettera -. È tempo che il movimento olimpico e paralimpic­o onori il loro coraggio piuttosto che denunciare azioni simili», prosegue il documento. Il presidente del CIO Thomas Bach ha dichiarato che un gruppo di atleti avrebbe «esplorato modi diversi» di esprimere opinioni durante le gare, pur continuand­o a «rispettare lo spirito olimpico»

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La protesta di Carlos a Città del Messico 1968

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