«LA MIA SASSARI IN ROSA FATTA DI PASSIONE»
In serie A1 donne arriva una nuova protagonista Sardara: «Il basket femminile ha radici profonde in Sardegna. Voglio costruire qualcosa di solido»
SASSARI
Il secondo triplete sassarese non riempie la bacheca come Supercoppa, Coppa Italia e scudetto nel 2015, ma per certi versi è ancora più inatteso. Perché arrivato in un periodo dove le società pensano in genere più a difendere l'esistente, leccandosi le ferite dopo i danni economici da Covid-19, che non ad espandersi.
La Dinamo Banco di Sardegna ha ora anche una squadra nella massima serie femminile, oltre quella della A maschile (come Venezia e Virtus Bologna) e del basket in carrozzina.
Pure la Dinamo in rosa giocherà nel PalaSerradimigni, dove stanno per iniziare i lavori per l'ampliamento dagli attuali 4.500 posti a 6.500 posti. Curiosità: il via libera dalla Federbasket è arrivato venerdì 26 giugno, data storica per Sassari che cinque anni fa ha festeggiato il tricolore.
Il club biancoblù parte senza proclami e con realismo, ma conoscendo l'ambizione del suo presidente Stefano Sardara c'è da scommettere che l'orizzonte verrà continuamente spostato in là, stagione dopo stagione, come accaduto con la squadra maschile.
Presidente Stefano Sardara, com'è nata l'idea di una squadra femminile?
«Nel 2011 abbiamo impostato il settore giovanile e nel 2015 abbiamo messo dentro anche la under femminile con l'accordo col Sant'Orsola Sassari. Fa parte sin dall'inizio del progetto Academy, ed è abbastanza evidente che il settore femminile sia il completamento di una polisportiva»
E i timori sanitari ed economici nati a causa della pandemia di Covid-19?
«Non ci siamo mai messi a piangere. Ci vuole coraggio sempre. Le crisi portano problemi ma anche opportunità nuove. Si è appunto presentata un'opportunità e noi l'abbiamo colta. Logico che ci vogliano più impegno e risorse, ma non siamo preoccupati».
La filosofia Dinamo è “più di un gioco”: sarà la stessa anche nel basket femminile? «Certamente. La filosofia rimane la stessa e vogliamo coinvolgere la piazza e quindi sceglieremo giocatrici che si sposano al nostro modello societario, che prevede disponibilità coi tifosi e attenzione ai temi sociali, una filosofia che va oltre il campo di gioco».
Cosa può dare Sassari alla pallacanestro femminile?
«La passione tipica della nostra terra, il coinvolgimento. Il basket femminile ha comunque radici profonde in Sardegna. A Sassari il Sant'Orsola, le sorelle da Nazionale Nunzia e Roberta Serradimigni, ad Alghero la Mercede che è stata anche nella massima serie, così come il Cus Cagliari. E ci sono pure la Virtus Cagliari e il San Salvatore Selargius>.
Quali saranno i vostri obiettivi? «Cerchiamo di ripetere un percorso virtuoso, ma il primo anno si pensa a tenere botta. Poi, mattoncino su mattoncino, vogliamo costruire qualcosa di solido».
Dovrete costruire la squadra da zero e trovare nuovi dirigenti: sarà un problema per voi? «Dirigenti ne abbiamo tanti, stiamo ragionando per capire chi curerà il mercato. Per quanto riguarda il dover costruire la squadra non siamo preoccupati».
POLE POSITION. Radio mercato dà in pole position per la panchina sassarese Antonello Restivo, cagliaritano, già allenatore del Cus Cagliari per diverse stagioni e l'anno scorso alla guida del Selargius, in A2.
Il presidente: «La filosofia resta quella di coinvolgere la nostra piazza»