Corriere dello Sport

Sabatini-Ferrero, rissa e silenzio

Dallo scontro dell’aprile 2019 al Dall’Ara i due dirigenti non si sono mai più sentiti

- di Claudio Beneforti

Venti aprile 2019, Bologna-Sampdoria 3-0, autorete di Tonelli e gol di Pulgar e Orsolini. Massimo Ferrero e Walter Sabatini sono ai ferri corti da settimane, il motivo più importante dei loro attriti è legato alle critiche del presidente nei confronti di Marco Giampaolo.

A dire la verità quelle di Ferrero sono sfuriate che assomiglia­no ai temporali estivi, tuoni e fulmini per un quarto d’ora e poi ecco che torna il sereno, ma Sabatini non ne può più ugualmente, ha deciso che a fine campionato lascerà la Samp e non a caso già il suo amico Claudio Fenucci gli sta strizzando l’occhio. La partita di Bologna è appena terminata quando Ferrero scende furioso negli spogliatoi e comincia a urlare, ancora una volta il destinatar­io della sua rabbia è l’allenatore. Sabatini non ci sta, urla più forte di Ferrero, non accetta che Giampaolo venga messo in croce per le sue scelte tecniche, uno si avvicina all’altro ma c’è chi li divide, evitando che la litigata degeneri. Un minuto più tardi arriva la decisione di Sabatini di dimettersi, la stessa Samp non nasconde ciò che è accaduto, la rottura è inevitabil­e. Tanto è vero che nei giorni successivi né Ferrero né Sabatini faranno un passo indietro. A questo punto Fenucci non trova più semafori rossi lungo la strada che porta a casa Sabatini, che diventerà ufficialme­nte il coordinato­re delle aree tecniche di Bologna e Montreal Impact tra giugno e luglio.

SABATINI IL SALVA-FERRERO. Se Ferrero e Sabatini almeno fino a un certo momento si siano amati non lo sappiamo, ma di sicuro la scelta di Carlo Osti di volere a Bogliasco un direttore dell'area tecnica tanto importante fu costruttiv­a. Erano i tempi in cui i giornali di Genova titolavano “Ferrero perde i pezzi”, avendo lasciato la Samp Daniele Pradè (pare che non andasse troppo d’accordo con Roberto Romei) e Riccardo Pecini. Chi più di Sabatini avrebbe potuto fare da salvagente o se preferite da parafulmin­e, il suo arrivo avrebbe consentito a Ferrero di allontanar­e e addirittur­a di smentire i suoi detrattori, perché un presidente che assume un uomo di calcio come l’ex responsabi­le tecnico della Roma non può e non deve essere contestato. Sì, Osti ha fatto una proposta piena di buon senso al proprio presidente, poi in fondo Sabatini può regalare alla Samp solo garanzie, non dimentican­do anche che con Walter ha un rapporto di amicizia che dura da anni. Ma poi accade che Sabatini si ammala ed è costretto a lasciare la Sampdoria. La squadra non ha la continuità che vorrebbe Ferrero, diverte, è molto organizzat­a in tutte e due le fasi, gioca un calcio moderno, ma a volte sembra smarrirsi e tutte le volte che si smarrisce Ferrero evidenzia la sua insofferen­za. Attenzione, non perché non stimi Giampaolo, tutt’altro, ma è il suo carattere e la sua passionali­tà che lo portano a essere critico nei confronti del proprio allenatore tutte le volte che la Samp costruisce una partita dispari. Sarà così anche quando Sabatini (una volta guarito) torna a Bogliasco, ed è da quei giorni che il rapporto tra i due si incrina. Perché Sabatini stima infinitame­nte Giampaolo e perché non ha mai accettato, continua a non accettare e non accetterà mai che un presidente sia critico ad alta voce nei confronti del proprio allenatore. All’atto pratico, quello che poi succederà negli spogliatoi del Dall’Ara il 20 aprile sarà solo la goccia che fa traboccare il vaso. No, da quella domenica Sabatini e Ferrero non si sono più parlati.

 ??  ?? Walter Sabatini, 65 anni Direttore tecnico di Bologna e Montreal: arrivò da Saputo nel 2019 dopo aver rotto in modo burrascoso con la Samp
Walter Sabatini, 65 anni Direttore tecnico di Bologna e Montreal: arrivò da Saputo nel 2019 dopo aver rotto in modo burrascoso con la Samp

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